Non profit
A proposito di informazione e libertà
L'editoriale del numero di Vita in edicola da oggi
Oggi i giornali non sono usciti per lo sciopero di giornalisti ed editori (quindi metà sciopero e metà serrata) contro la legge sulle intercettazioni. La redazione di Vita oggi è al lavoro per il prossimo numero del settimanale, ma il sito non verrà aggiornato, come la gran parte dei siti di informazione in Italia, non condividendo ragioni e contenuti della legge sulle intercettazioni.
La posizione di Vita sulla situazione dell’informazione oggi in Italia è riassunta nell’editoriale che apre il numero da in edicola. È una provocazione che lanciamo e sulla quale ci piacerebbe avere risposte, perché ci sembra fondamentale capire in nome di quale libertà di stampa oggi giornalisti ed editori hanno deciso bloccare l’informazione.
Quando l’informazione è alleata alla realtà
Si può dire che i tagli agli assegni di invalidità i giornali italiani li abbiano scoperti il giorno in cui fortunatamente sono stati cancellati dalla Manovra del governo. Prima non s’erano accorti di nulla, nonostante una mobilitazione senza precedenti di tutte le associazioni compatte nel dire no all’assurdo provvedimento con cui il governo pensava di raggranellare qualche milione sulla pelle di poche migliaia di disabili. Non s’erano accorti del fiume di firme che in pochi giorni hanno travolto il nostro portale Vita.it, per sostenere la petizione lanciata dalla Fish, con un picco record di accessi lunedì 5 luglio.
La latitanza informativa è stata fortunatamente interrotta da Avvenire martedì 6 con un titolo di apertura semplice e molto efficace: «Manovra, soldi alle imprese. E per i disabili?». Lo stesso giorno il governo decideva di fare marcia indietro.
I disabili, appunto. I quali, se secondo Tremonti sono una zavorra per la crescita della competitività e del Pil, per l’informazione italiana non esistono a meno che non sia possibile presentarli in qualche versione un po’ glamour, o paradossalmente, per eccitare il moralismo diffuso sulla questione dei falsi invalidi. Tra i media e la vita concreta ultimamente non corre molto feeling. Tira di più (si fa per dire, visti i numeri sempre più declinanti di giornali e tv generaliste) il gioco di rimpiattino tra le caste, quella politica e quella dell’informazione, con la magistratura ad alimentare i fuochi. Risultato: fa grande scandalo la “legge bavaglio”, non fa nessuno scandalo la vita di qualche decina di migliaia di disabili messa alla berlina da un provvedimento irragionevole.
L’esperienza fatta in queste settimane ci conferma invece in una convinzione che è la ragion d’essere di questo giornale, del gruppo che lo edita e del lavoro di chi lo fa: l’informazione può essere un’alleata della realtà. Può aiutare a comprenderla, a migliorarla; può difenderla quando viene messa sotto attacco. Può nutrirsene, per offrire ai lettori un prodotto migliore, più utile e più costruttivo. Lo abbiamo sperimentato in questo numero, mettendo per la prima volta attorno allo stesso tavolo i tre leader delle maggiori reti territoriali del volontariato sociosanitario – Croce Rossa, Associazione nazionale delle Pubbliche assistenze e Misericordie d’Italia. Mai prima d’ora si erano trovati a discutere per cercare un minimo comun denominatore in vista della riforma del comparto annunciata dal ministro Fazio. Mai avevano posato per una foto, uno al fianco dell’altro.
La partnership di informazione e mobilitazione messa in campo con le associazioni che hanno guidato la protesta contro quell’articolo della manovra va nello stesso segno: mettendo al centro diritti da difendere e dando spazio a saperi collaudati da una conoscenza dei problemi mai scissa dall’esperienza, la battaglia è stata vinta. I numeri giusti stavolta li avevano i disabili e quindi Vita, che li ha fatti suoi per dare un’informazione corretta. E alla fine anche Tremonti ha dovuto prenderne atto.
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