Cultura

Cibo sicuro, un tavolo verde contro gli ogm

Vas, Coldiretti, Federconsumatori, Associazione Consumatori Utenti, Coop e Aiab insieme per difendere la sicurezza alimentare.

di Barbara Fabiani

Al sole di quest?estate maturerà un frutto nuovo, sicuramente genuino. È la Coalizione per la sicurezza alimentare, nata dall?innesto tra ecologismo, mondo della produzione agricola, della distribuzione e quello della difesa dei consumatori. Si tratta, in sostanza, di un tavolo di concertazione, il risultato di un lungo lavoro per avvicinare gli interessi convergenti dei principali soggetti coinvolti nella sicurezza alimentare, e che si pone l?obiettivo di riscrivere e di mettere in pratica un rinnovato rapporto tra agricoltura e società.
Ne fanno parte l?associazione Verdi ambiente e società, durante la cui recente assemblea nazionale la Coalizione ha preso forma, insieme a Coldiretti, Coop, Federconsumatori, l?Associazione consumatori utenti e l?Associazione italiana agricoltura biologica. «Sulla sicurezza alimentare bisogna ritessere una coesione sociale che negli ultimi anni è andata allentandosi», dice Ivan Verga, vicepresidente di Vas, «questo nuovo ?tavolo verde? ha tutti i presupposti per diventare un interlocutore forte, in grado di chiedere e ottenere dalle istituzioni nuove regole e politiche concrete».
Nell?agenda di lavoro della Coalizione, a partire dal prossimo settembre, c?è la formulazione di un testo di legge socialmente condiviso in materia di fitofarmaci, una discussione ferma da trent?anni, ostacolata dalla lobby dell?industria chimica; necessaria anche una normativa che faccia dell?etichetta di un prodotto una vera carta d?identità, senza le omissioni e le carenze di quelle odierne. Lo chiede la società; ma anche il mercato comincia a riconoscere questo linguaggio, se non altro come strumento di lotta commerciale. Secondo Verga, «l?attacco della Germania al grano duro italiano, con l?accusa che fosse radioattivo, è un esempio di come il fattore sicurezza alimentare sia entrato nel gioco della competitività sui mercati alimentari internazionali».
La richiesta di un?etichetta esaustiva e trasparente è forse la questione che meglio dimostra la convergenza di interessi tra ecologisti, produttori e consumatori. «Se vogliamo rinnovare il patto tra produttori e consumatori in nome di un?assunzione di responsabilità è giusto che le etichette comunichino chiaramente la provenienza delle materie prime», afferma Stefano Masini, responsabile area ambiente e territorio di Coldiretti, e fa un esempio, «si può definire made in Italy, e comunicare questo dato come elemento distintivo di qualità, la pasta prodotta con grano ucraino?». L?indicazione della provenienza può servire da criterio di selezione anche per i prodotti dell?agricoltura biologica, secondo il principio per cui più il luogo di coltivazione è lontano dal territorio dove si consuma, più si riduce la possibilità di controllo sulla compatibilità ecologica. «Si tratta di incoraggiare un sistema di produzione basato sulla filiera corta e di ricomporre un rapporto più stretto tra territorio e consumi», sintetizza Verga.
Secondo questo nuovo patto, l?impegno dei produttori a farsi custodi della sicurezza alimentare sarebbe ripagato con un incremento di reddito. La spesa alimentare oggi costituisce il 14% del bilancio familiare. «L?espansione del mercato biologico dimostra che i consumatori sono disponibili a pagare una maggiorazione di prezzo per prodotti più sicuri, se questo aumento è ragionevole » conferma Rosario Trefiletti, presidente di Federcosumatori, che sulla Coalizione aggiunge : «È un fronte comune allargato di soggetti che restano diversi. Come Federconsumatori ci impegneremo al massimoper raggiungere obiettivi di interesse generale, come ad esempio la battaglia sugli ogm, ma non rinunceremo al nostro ruolo critico riguardo altre questioni».

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