Welfare

I certificati online non funzionano

Il sindacato medici italiani fa sapere che il sistema voluto dal ministro Brunetta non riesce a decollare

di Redazione

Non funziona il sistema delle certificazioni di malattia online. Lo sostiene con forza il Sindacato medici italiani (Smi) che, a poche settimane dall’entrata in vigore dell’obbligo (a metà luglio) dell’invio telematico all’Inps dei certificati da parte dei camici bianchi, chiede una «proroga e un ripensamento radicale del sistema previsto dal ministro Brunetta», in un documento approvato nel week end dalla segreteria nazionale. Secondo lo Smi, infatti, in questi primi mesi di rodaggio si sono confermati tutti i problemi a suo tempo esposti alla controparte pubblica. «Il ministro Brunetta», spiega Salvo Calì, segretario generale dello Smi, «ha scelto il percorso più redditizio dal punto di vista mediatico, annunciando le virtù salvifiche del nuovo sistema per l’efficienza della pubblica amministrazione e contro l’assenteismo sul posto di lavoro, dimenticando però, e talvolta omettendo, i molti problemi avanzati dalla categoria. Purtroppo con il colpevole assenso di qualche sindacato di settore che ha scambiato i medici per impiegati dell’Inps. Lo abbiamo ripetuto in tutti i modi: la rete internet ha una presenza sul territorio disomogenea, si sono sottovalutati i costi a carico dei medici di famiglia per fornirsi della banda larga e di adeguati supporti informatici, di certo non coperti dall’insufficiente indennità informatica prevista nella convenzione (circa 78 euro al mese). Ma anche le regioni che hanno provveduto a realizzare motu proprio una rete informatica, come la Lombardia, stanno scontando non poche difficoltà».

Ma non finisce qui, secondo Calì, «è mancata la previsione delle ricadute del decreto e del nuovo sistema nei pronto soccorso e nelle guardie mediche, strutture spesso sfornite di qualunque supporto informatico. È bene, infatti, ricordare, che in teoria l’obbligo di certificazione online riguarda tutti i medici, dipendenti e convenzionati. Non solo: si è sottovalutato l’onere burocratico sul medico che sottrae tempo al paziente per fare un mero lavoro impiegatizio».

 

 

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