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Liberati dopo 4 anni i prigionieri di Atenco

I 12 contadini erano in carcere dal 2006 dopo aver partecipato a una manifestazione per la difesa della propria terra. Ecco il comunicato di Amnesty international

di Daniele Biella

Amnesty international riconosce l’importanza della decisione della Corte suprema di giustizia della nazione (Scjn) che ha ordinato la scarcerazione
delle 12 persone detenute dal 2006 e accusate del presunto sequestro di funzionari pubblici e di polizia a San Salvador Atenco, stato del Messico, avvenuto nello stesso anno.

La Corte Suprema ha concesso la scarcerazione riconoscendo la negazione di un giudizio e di un processo giusti da parte delle autorità statali dello stato del Messico che avevano processato e condannato le 12 persone a pene tra i 21 e i 112 anni di carcere per sequestro. I ministri della corte hanno riconosciuto la violazione del diritto a un giusto processo e l’uso illecito di prove per processare e sentenziare gli accusati. Dal 2006, Amnesty international ha messo in evidenza le violazioni dei diritti umani commesse dalla polizia statale e federale durante le operazioni del maggio 2006. Risultato dell’operazione fu la detenzione arbitraria di più di 200 persone, la violazione del giusto processo per i detenuti, indagini imparziali dei fatti che hanno portato all’impunità per i funzionari coinvolti in gravi abusi, quali la tortura, inclusa la violenza sessuale nei confronti delle donne detenute, e una sentenza ingiusta per gli accusati membri dell’organizzazione contadina Frente de pueblos en defensa de la tierra (Fpdt).

La decisione della Corte non deve essere intesa come la conclusione della vicenda, ma deve servire come punto di partenza affinché le vittime vengano risarcite per questo uso indebito del sistema di giustizia e affinché i funzionari responsabili di questa grave ingiustizia rendano conto delle loro azioni. E’ essenziale che questo caso serva per concretizzare la trasformazione del sistema di giustizia, mettere fine ai processi fabbricati per motivi politici e garantire un giusto processo. E’ ora di garantire indagini imparziali e approfondite su tutti i funzionari coinvolti nel malfunzionamento della giustizia. Mettere fine all’impunità in casi come questo è essenziale per far sì che il sistema di giustizia smetta di essere uno strumento di repressione per gli attivisti sociali, gli oppositori e i difensori dei diritti umani. E’ importante ricordare che da quando all’inizio del 2009 la Corte Suprema giunse alla conclusione che gravi violazioni dei diritti umani erano state commesse dalla polizia a San Salvador Atenco nel 2006, non ci sono stati progressi né da parte della giustizia federale né di quella statale per portare davanti alla giustizia i responsabili. Questi fatti così gravi non possono essere dimenticati e lasciati all’impunità.

L’inizio della vicenda

Il 3 e 4 maggio 2006 più di 2.500 poliziotti federali, statali e municipali
parteciparono a un’operazione di polizia per mettere fine alle proteste
avanzate dal Fronte dei Popoli in Difesa della Terra (Fptd) a Texcoco e
San Salvador Atenco, stato del Messico, che non volevano che le proprie terre venissero espropriate dallo Stato per costruire edifici commerciali. L’operazione di polizia terminò con la detenzione di 207 persone, la morte di due, decine di manifestanti e poliziotti feriti e alcuni poliziotti tenuti in ostaggio. Amnesty international publiccò il rapporto “Violenza contro le Donne e negazione della giustizia  nello stato del Messico” documentando la violenza sessuale subita da diverse detenute.  Sulla base di questi eventi e altri incidenti precedenti Héctor Galindo, Óscar Hernández, Inés Rodolfo Cuéllar, Julio César Espinoza, Juan Carlos Estrada, Édgar Morales, Jorge Ordoñez, Narciso Arellano, Alejandro Pilón, Román Ordóñez e Felipe Álvarez sono stati accusati di sequestro con un processo e una sentenza che non hanno rispettato gli standard internazionali.


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