Non profit
La scure sui patronati
Un emendamento prevede il taglio dei contributi. La protesta di sindacati e associazioni
di Redazione

Taglio dei contributi per i patronati- Lo prevede l’emendamento alla manovra presentato dal relatore, Antonio Azzollini, in commissione Bilancio al Senato.
L’emendamento prevede che a valere sul gettito dei contributi previdenziali obbligatori incassati per l’anno 2010, l’aliquota di prelevamento, che è quella con cui si finanziano gli istituti di patronato e di assistenza sociale, sia rideterminata nello 0,178% dallo 0,226% previsto a decorrere dal 2010. Inoltre è prevista per il 2011 la riduzione del 22% degli stanziamenti iscritti nelle unità previsionali di base dello stato di previsione del ministero del Lavoro e delle politiche sociali per il finanziamento dei patronati.
I risparmi derivanti dalla misura, che ammontano a 87 milioni di euro per il prossimo anno, si legge nella relazione tecnica, andranno a compensare gli effetti dell’aumento delle aliquote contributive previsto dalla legge 247 del 2007.
“Per non aumentare le aliquote contributive”, spiega Damiano Bettoni, direttore generale patronato Acli, “si va a tagliare un servizio che i lavoratori si pagano autonomamente”.
“Il taglio”, aggiunge Bettoni, “blocca di fatto l’attività dei patronati, che sono uno strumento di innovazione della Pubblica amministrazione e sono accanto ai lavoratori per i loro diritti. Chiederemo, con una lettera, al relatore di ritirare questo emendamento”.
“Anche se il momento e’ di necessaria responsabilita’, mi sembra un taglio inopportuno perche’ se la filosofia della finanzairia, che in buona parte condivido, ha come linea la lotta agli sprechi, i patronati di sprechi ne fanno pochissimi”. , commenta Carlo Costalli, presidente di Mcl, movimento cristiano dei lavoratori,. ”Pur in un contesto di responsabilita’ complessiva in questo momento di crisi con questo emendamento si vanno a tagliare dei fondi che sono dei lavoratori. I patronati vengono infatti finanziati con parte dei contributi che versano i lavoratori”.
Forte preoccupazione viene espressa dall’Inas, istituto nazionale assistenza sociale patronato Cisl: “’Stiamo cercando di comprendere come muoverci per evitare questa misura. Una misura che se dovesse andare a regime creerebbe dei danni importanti a livello occupazionale”.
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