Formazione

Scuola, arriva il menu anti-islamico

Nuovo diktat del sindaco leghista: «A casa chi non mangia il maiale»

di Daniele Biella

Alla mensa della scuola elementare di Adro a settembre 2010 arriva il ‘menù della tradizione padana’. “E chi non vorrà mangiare il maiale resti pure a casa”, esorta in Consiglio comunale il sindaco Oscar Lancini, finito sotto i riflettori lo scorso aprile proprio per un provvedimento eclatante riguardo al servizio di ristorazione scolastica: vietare il pranzo ai 24 bambini, perlopiù di origini straniere, le cui famiglie non erano in regola con il pagamento della retta.

Un digiuno forzato, quello dei piccoli alunni, che era stato scongiurato nei giorni successivi grazie alla donazione di 10mila euro al Comune da parte di un benefattore omonimo del sindaco, tale Silvano Lancini, imprenditore che aveva frequentato proprio la scuola elementare del paese bresciano (leggi qui le sue motivazioni). “Ma dal prossimo anno applicheremo la linea dura, e non ci saranno deroghe: mangerà solo chi paga”, è il nuovo diktat del sindaco di Adro, “a settembre la mensa sarà gestita direttamente da noi. Ho già contattato quattro cuoche del paese, che prepareranno pasta e carne al momento: niente cibi precotti o altre diavolerie”. Una sorta di ‘esproprio’ comunale, con nuove regole anche sulle pietanze: “siamo liberi di proporre ai nostri bambini il menù tradizionale padano”. Senza compromessi sul maiale, appunto.

Annunci a parte, la situazione è molto più complicata di quanto si pensi, perché la mensa è in gestione, dal lontano 1972, dall’Associazione promotori attività parascolastiche (il cui ultimo bilancio presentava un attivo di circa 115mila euro, frutto anche delle donazioni arrivate sull’eco del caso di aprile), che tra l’altro ha la proprietà delle cucine. E che ha un proprio consiglio direttivo, rinnovatosi lunedì 28 (votato da 90 genitori, circa un terzo del totale) e che comprende, tra i nove eletti, Giuseppina Paganotti, già direttrice della mensa, ora in attesa della nomina del suo possibile sostituto, prevista per oggi 29 giugno. La stessa Paganotti finita sotto accusa, all’indomani dell’esplosione della vicenda dello stop al pasto per i bimbi ‘morosi’, perché ha ritenuto razzista il provvedimento: 220 genitori della scuola hanno firmato una lettera di protesta (scaricala qui, dal sito della Lega nord di Adro) in cui lamentavano la “strumentalizzazione politica dei bambini”.

Il primo cittadino adrense, però, si era adoperato in prima persona a inizio giugno per indire un’altra assemblea associativa, in cui venivano eletti tre nuovi componenti direttivo e una nuova presidente, Giovanna Rinaldi, ai quali aveva inviato prontamente una lettera di ‘buon lavoro’. A oggi, quindi, l’associazione conta con due direttivi, sebbene a livello statutario dovrebbe essere valido solo quello composto da nove persone, tra cui due genitori di bambini immigrati. “Non importa chi verrà eletto”, ha sentenziato nel Consiglio comunale di lunedì 28 giugno il sindaco Lancini, ribadendo poi che “la mensa la gestiremo noi” e ventilando l’ipotesi di non rinnovare la convenzione tra associazione e Comune. Come andrà a finire? Se lo chiedono in tanti in queste ore ad Adro, soprattutto gli adulti (uno dei giornali locali più letti considera l’elezione del nuovo direttivo come una vanificazione di quello sostenuto dal sindaco: clicca qui). Ma chissà cosa ne pensano i piccoli alunni.


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