Famiglia

Salvador de Bahia: continuano i saccheggi

Il 40 per cento dei poliziotti è in sciopero e sono rotte le trattative per l'aumento di stipendio richiesto dalle forze dell'ordine. La città è presidiata dai militari.

di Daniela Romanello

Nuovo colpo di scena a Salvador de Bahia. Le trattative tra le autorità locali e i sindacati di polizia sono state nuovamente interrotte nelle ultime ore, secondo quanto hanno dichiarato fonti locali all’agenzia Misna. Nel fine settimana, fonti ufficiali avevano dichiarato che il 40 per cento dei 28mila agenti dello Stato di Bahia aveva ripreso servizio dalle 21 ora locale di sabato. A fronte della richiesta del raddoppio degli stipendi medi dei poliziotti (circa 200 dollari Usa), il governatore Cesar Borges aveva offerto incrementi complessivi di un massimo del 20 per cento. Le trattative sono saltate dopo che domenica è apparsa un?intervista del governatore ad un quotidiano brasiliano con accuse agli agenti di essersi uniti ai saccheggi. L?atmosfera è dunque ancora quella dei giorni scorsi. La capitale dello Stato di Bahia, dove lo scrittore brasiliano Jorge Amado ha ambientato molti dei suoi romanzi più celebri, continua infatti ad essere presidiata dai militari inviati a garantire la sicurezza. ?Anche domenica, sono stati segnalati saccheggi qui in città? ha dichiarato alla MISNA padre José da Silva Ferreira raggiunto telefonicamente a Salvador. ?Gli attacchi sono opera di bande criminali che approfittando dello sciopero dei poliziotti si sono date al saccheggio di negozi, supermarket e abitazioni private?, spiega il sacerdote. ?Proseguono anche i furti di auto, molte delle quali sono poi smontate per alimentare il mercato nero dei pezzi di ricambio?. Secondo fonti ufficiali, il bilancio delle vittime è di circa trenta morti e numerosi feriti. ?Se da una parte è comprensibile capire le ragioni dello sciopero dei poliziotti che guadagnano davvero poco, 200 dollari al mese, dall?altra non si può dimenticare che la violenza è sempre legata alla povertà dei ceti meno abbienti che vivono in condizioni di grande disagio”, spiega padre José. “La nostra città è al vertice della classifica della disoccupazione in Brasile?. Il turismo è uno dei settori maggiormente penalizzati dallo sciopero delle forze dell?ordine. ?D?altronde ? prosegue padre José – la responsabilità delle autorità locali è più che evidente. Qui a Salvador la ricchezza è appannaggio di un?imprenditoria che pensa solo a fare i soldi e la povera gente è totalmente ignorata. Non dimentichiamo che il governo ha fatto costruire un muro di quattro chilometri attorno a quattro grandi favelas della città per nasconderle ai turisti?.


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