Non profit
5 per mille 2010, istruzioni con giallo
Il testo pubblicato 31 giorni dopo la scadenza dei termini
di Redazione
Il decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri sul 5 per mille è stato pubblicato di nuovo in ritardo sulla Gazzetta Ufficiale (31 giorni dopo la scadenza dell’iscrizione riportata nel decreto), ma anche quest’anno l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato le istruzioni sul suo sito e si sono iscritti più di 40mila enti. Difficile rispondere in merito alla legittimità di questo comportamento. Non è infatti così certo che il governo sia legittimato a emettere un decreto “non regolamentare”.Anche quest’anno, pur in assenza del decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri in Gazzetta Ufficiale, l’Agenzia delle Entrate – non appena ha avuto la certezza della firma del testo – ha pubblicato le istruzioni del 5 per mille sul suo sito e con il solito tam tam più di 40mila enti si sono iscritti.
Questo però accadeva il 23 aprile, con scadenza dei termini il 7 maggio. E soltanto l’8 giugno (31 giorni dopo la scadenza dell’iscrizione riportata nel decreto!) abbiamo avuto contezza del testo pubblicato in GU. Ma tutto questo è giustificato? E, soprattutto, è legittimo?
In merito alla legittimità di questo comportamento (che appare reiterato fin dalla seconda edizione) non so rispondere con certezza, dato che le cose sono un po’ intricate. Metto però assieme due elementi. Il primo è che non sono così certo che il governo sia legittimato a emettere un decreto “non regolamentare” (vuol dire un mero atto amministrativo come un bando di concorso) quando il contenuto del decreto è invece assolutamente innovativo, generale ed astratto (caratteristiche proprie della norma).
Peraltro quest’anno la frittata era evidente. Nella Finanziaria dello scorso anno, la legge sul 5 per mille non c’era, c’era solo una proroga della misura, con citazioni, un po’ a casaccio, delle leggi passate e soprattutto con la copertura finanziaria di 400 milioni di euro.
Gli unici decreti citati nella Finanziaria 2010 erano “regolamentari” e dovevano dettagliatamente regolamentare le singole misure finanziate.
In effetti questi decreti hanno realizzato il loro iter – anche parlamentare – e hanno ricevuto l’opinione delle commissioni competenti. Una di queste ha detto che il riferimento per il 2010 di 400 milioni per il 5 per mille era sbagliato, in quanto i soldi della misura di quest’anno si vedranno – almeno – nel 2011. E allora, già che c’erano, tra aprile e maggio di quest’anno i nostri legislatori si sono detti che forse sarebbe stato meglio scriverlo veramente uno straccio di testo sul 5 per mille, fifth edition, rifinanziandolo.
Attenzione alle date: la legge 73 che converte in legge ildl 40, è del 22 maggio 2010, ed in essa – non nel dl – ha trovato dimora il nuovo 5 per mille comunque già scaduto 15 giorni prima (18 se prendiamo come riferimento la GU); il dpcm che regolamenta lo specifico del 5 per mille di quest’anno è stato promulgato un mese prima della legge dal quale derivava (sic!), anche se è stato pubblicato successivamente alla stessa.
Rimane comunque il fatto, alla fine di tutto questo pasticcio magistrale, che del dpcm, atto o regolamento che sia, veniamo a sapere troppo tardi, quando i termini di iscrizione sono già scaduti ampiamente. In poche parole, se avessi voluto sapere quali fossero le condizioni di iscrizione (ad esempio, in cosa consiste la rendicontazione, come posso spendere i soldi che riceverò ecc) prima avrei dovuto iscrivermi per poi sperare che non mi chiedessero “la luna”.
Prima ancora che un atto illegittimo è una porcheria. L’obbligatorietà della pubblicazione ex ante del testo vige per i soli atti normativi, gli altri – non aventi forza di legge – possono essere pubblicati dopo (dpr 1092/1985, art 18, c 5). E qui si ritorna al primo argomento: ma siamo sicuri che i decreti sul 5 per mille non siano atti avente forza di legge?
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