Sostenibilità

Chi ha paura dell’orso Dino?

di Redazione

Tempi duri per gli orsi. Sull’Appennino madre e figlia sono morte intrappolate in una vasca non protetta. Purtroppo una perdita pesante di due femmine su una popolazione già molto esigua. L’episodio conferma l’urgenza di una strategia complessiva e partecipata per la salvaguardia dell’orso anche fuori dai confini del Parco d’Abruzzo. Sulle Alpi c’è chi si lamenta per i danni alle colture: i cacciatori svizzeri quando l’orso preda ungulati selvatici e gli allevatori quando a scomparire sono le pecore. L’orso Dino – così chiamato in onore di Dino Buzzati – ha prodotto diversi danni in Veneto, scatenando reazioni contrastanti, da un lato i sostenitori, dall’altro allevatori hobbisti, che hanno perso asini e polli. Il tutto ha portato ad una maldestra richiesta di Regione Veneto di poter catturare Dino e riportarlo in Slovenia, terra da cui è spontaneamente giunto. In realtà non è confidente né tantomeno pericoloso, ma quando trova allevamenti senza recinzioni elettriche e controllo, se ne approfitta, comportandosi da orso.
Il protocollo in questo caso prevede di aumentare l’informazione alle popolazioni locali e di fornire opere di prevenzione. I danni possono essere molto ridotti ma non annullati. Le recinzioni sono pagate dalla Regione, i danni sono rimborsati. Il WWF collaborerà con la Regione mettendosi a disposizione per una serena e positiva soluzione dei conflitti.
Mauro Belardi


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