Volontariato

Quelli che il G8 lo vestono come un capriccio

La moda non perde l’occasione del G8 per lanciare idee bizzarre e di dubbio gusto. C’è di tutto. Persino la roulotte in stile rom...

di Carlotta Jesi

Carini, però, i Trussardi. Abituati a vestire gli uomini più influenti del mondo, in occasione del G8 hanno avuto un pensiero anche per i loro portaborse: a Genova gli sherpa di Berlusconi, Blair, Bush e colleghi premier, ci andranno con valige trolley in vitello color miele offerte dalla casa del levriero. Il clima da Summit anti globalizzazione, certo, aiuta ad essere tutti un po? più democratici. Ma nessuno può negare che, in questa vigilia di G8, il mondo della moda si stia dando un gran da fare per portare all?attenzione del pubblico i grandi problemi di oggi.
Anche troppo, forse. Prendete, per esempio, la nuovissima No bag della casa francese Lancel: una busta strettissima in cui fa fatica ad entrare anche un portafoglio, da portare in spalla oppure appesa ai manici di una borsa tradizionale. Anche a volerci vedere un simbolo dell?anti consumismo – come suggerisce il nome che ricorda il libro No Logo di Naomi Klein contro il potere delle multinazionali -, ha un prezzo che scoraggerebbe il più motivato degli attivisti: 1.200 franchi (360mila lire), 590 in versione nylon. Molto trendy, per restare in tema di antiamericanismo, è anche la camicia Guayabera che fa tanto stile Buena Vista Social Club. Sul numero di giugno, il mensile Donna l?ha inserita fra gli abiti cool del momento, e spiega: «è fabbricata proprio come negli anni Cinquanta alla periferia dell?Havana e importata in Europa nonostante l?embargo con l?epica etichetta Sin Rival». Dovessero accusarvi di essere dei modaioli poco socialmente responsabili, potete sempre dire che la portava anche Che Guevara…
Oppure potete optare per gli abiti da gran sera, in stile povero ma non troppo. Per chi è invitato a una serata o matrimonio importante, e non vuole rinunciare a un look d?attualità, quest?estate c?è solo l?imbarazzo della scelta.
L?intifada? Lo stilista Nicolas Chedquiere la cita impreziosendo i suoi vesti di Balenciaga con rouches fatte di Kefia rossa, il foulard di cotone a scacchi passato dalle strade del Medio Oriente direttamente sulle passerelle europee. E molto apprezzato anche da Gianfranco Ferré, che ne ha ripreso il motivo sugli spolverini della sua linea GFF. Con un ricarico di prezzo di milioni. L?impegno per la libertà di stampa e l?attenzione ai media internazionali? Quest?anno si giudica dalla scarpa. O meglio, dalla ciabatta: Etnicometropolitano la realizza in carta di quotidiano con ritagli di giornale. Prezzo: 27 mila. 29 se ricoperta di pvc trasparente. Troppo?
Evidentemente non per chi, in tempo di debito estero e divario tecnologico, ci tiene a sfoggiare un look poco vistoso e, in qualche modo, solidale. Lo provano i prezzi di gadegt e oggetti ispirati alla vita di strada divenuti capricci di lusso. Le roulotte, per esempio: da quando Stephanie di Monaco ha trasferito la sua residenza nel camper di un circo, le quotazioni delle case-mobili dei rom sono salite alle stelle. Per un modello della Time Design Project in Vintage Laminates (ovvero latta riciclata) e senza motore, oggi si pagano fino a 6mila dollari. E assurdi, francamente, sembrano anche gli oggetti dedicati ai nomadi del Terzo millennio che gli stilisti hanno copiato dagli homeless e ricoperto di griffe.
Qualche esempio? Sulla croisette del festival di Cannes, quest?anno modelli e modelle hanno sfoggiato bottiglie d?acqua con il marchio di Gucci appese alla cintura con un gancio e le Dromedary bags della Msr, sacche porta acqua in vinile che resistono a qualunque temperatura. Che la solidarietà stia diventando un capriccio? Un antidepressivo, piuttosto. A suggerirlo è Glamour, che nel numero di luglio fra le letture consigliate per l?estate segnala Le Parole per dirlo (edizioni Guanda), il libro di racconti raccolti da Nick Hornby. Motivazione: «Se vi sentite inutili, questo libro dona una percentuale al non profit».

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