Welfare

G8: sorpresa, Bush fa diventare poveri i ricchi

I paradossi nella città del G8: un agente di borsa che lavora davanti a Palazzo Ducale fa i conti di quanto gli costerà il blocco dell’attività.

di Gabriella Meroni

versversCosa si prova a essere ?per definizione? un amico dei G8 e vivere da assediato a causa di Bush e compagni? Massimo Sivori, 41 anni, uno dei sette agenti di cambio sulla piazza di Genova e presidente nazionale dell?associazione di categoria, potrebbe rispondere che è un inferno. Lui che nell?immaginario collettivo – e stando alle proposte degli anti globalizzatori – dovrebbe essere il primo a pagare la Tobin tax, lui che è titolare del potere vero, quello dei soldi, lui che per combinazione e fortuna lavora nella stessa piazza De Ferrari dove si svolgerà il vertice, da mesi vive da vittima, più che da alleato, del G8: barricato in ufficio, finestre chiuse per non respirare la polvere dei cantieri, aria condizionata al massimo, e una serie di inquietanti incertezze sul futuro. Vita: Dottor Sivori, come si sta a due metri dal palazzo più presidiato del mondo? Massimo Sivori: Secondo i giornali, in buona compagnia. Leggo che dovrei avere già qualche tiratore scelto sul tetto pronto a sparare, e una squadra di carabinieri in ufficio a farmi compagnia. Invece non so nulla, né chi dovrò ?ospitare? per motivi di sicurezza, né se potrò lavorare regolarmente. Vita: Non ha ricevuto nessuna comunicazione sulle misure di sicurezza? Sivori: Ovviamente abbiamo ricevuto le visite di uomini della Questura che hanno registrato i nomi dei miei impiegati per farci avere i pass necessari per entrare nella zona rossa. Ma questo è tutto. Immagino che qualcuno dovrà tenere d?occhio la piazza e le finestre del palazzo Ducale (affacciandosi dallo studio di Sivori si riesce a scorgere anche l?interno dell?edificio, che è proprio di fianco, a pochi passi, ndr), magari proprio dal mio ufficio, ma a sette giorni dall?inizio della settimana ?calda? non ho ricevuto alcuna comunicazione ufficiale, né ufficiosa. Questa, secondo me, è quanto meno disorganizzazione. Vita: Lei lavora con la Borsa telematica, quindi con i computer collegati al telefono. Prevede difficoltà? Sivori: Altroché. In città gira voce che durante il G8 tutti i telefonini saranno oscurati ad opera della Cia. Sembra un film, vero? E invece è la realtà. Non solo: nonostante le rassicurazioni del nostro sindaco, la Telecom non dà garanzie. L?abbiamo interpellata con alcuni colleghi per sapere se almeno le linee fisse funzioneranno, e la compagnia non ha smentito che potrebbero esserci problemi. Vita: Come farà? Sivori: Sono preparato all?ipotesi peggiore, cioè che non funzionino i telefoni e la mia società debba rimanere ferma. Vita: In questo caso che cosa succederebbe? Sivori: Semplice: perderei una somma compresa tra i 100 e i 150 milioni, che nessuno mi potrebbe rimborsare. Se facciamo due conti, visto che tutti gli altri miei colleghi genovesi lavorano nella zona rossa, significherebbe il blocco della Borsa. E anche se Genova non è Milano, si tratterebbe pur sempre di perdite vicine al miliardo. Vita: E i suoi numerosi impiegati? Come vivono questi giorni di confusione? Sivori: Questa è la lettera che mi hanno consegnato l?altro giorno, firmata dai dipendenti della segreteria e dell?amministrazione. Mi chiedono di assumermi la responsabilità per la loro incolumità nei giorni del G8. Temono gli scontri, e di poterci finire in mezzo, visto che siamo in cima al vulcano. Vita: E lei cosa ha risposto? Sivori: Cosa dovevo rispondere? Che non posso garantire niente. E poi non sono i rischi fisici che mi preoccupano di più? Vita: A cosa sta pensando? Sivori: Sono preoccupato per l?incertezza di questi giorni. Si immagina cosa potrebbe accadere se un hacker o qualcuno del genere riuscisse a introdursi qui e a manomettere i computer della Borsa? Potrebbe operare sulle piazze di tutto il mondo e combinare autentici disastri. E non credo che farebbe finire il ricavato ai poveri?


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