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Le Regioni vogliono cambiare tutto

Proposta radicale delle Regioni: anziani non autosufficienti da un lato, disabili dall'altro

di Sara De Carli

La Conferenza delle Regioni nei giorni scorsi ha aspramente criticato la manovra 2010, evidenziandone le criticità. Nessuno però ha detto che, criticando l’innalzamento della percentuale di invalidità, le Regioni hanno anche fatto una proposta: rivedere completamente il sistema dell’invalidità civile, sostituendo invalidità e accompagnamento con tre nuove e distinte misure. Si tratterebbe di un reddito minimo per il disabile che non produce reddito, di un sostegno economico per i disabili gravi e di un sostegno economico per gli over 65 totalmente non autosufficinti. La ratio della proposta delle Regioni quindi è essenzialmente quella di separare disabili e anziani non autosufficienti. Ecco di seguito il testo della proposta.

Le Regioni chiedono una completa revisione dell’invalidità civile, come era già prevista dall’articolo 24 della legge 328/2000 (con una delega mai attuata) con l’attribuzione dei benefici a chi è veramente disabile e non autosufficiente . In questo senso gli assegni sociali per l’invalidità civile e l’indennità di accompagnamento, dovrebbero trasformarsi in tre misure che rispondano a problemi di incapacità di produrre reddito o non autosufficienza:
a. sostegno economico per sostituire la mancata produzione di reddito da lavoro da parte del disabile (una sorta di reddito minimo) da revocare quando la persona è inserita definitivamente nel sistema produttivo o da conservare se l’inserimento al lavoro non è possibile;
b. sostegno economico per i disabili adulti, molto gravi, al fine di favorire la loro vita
autonoma;
c. sostegno economico di assistenza e tutela per gli ultrasessantacinquenni totalmente non autosufficienti.


Questa proposta, presuppone anche nuove modalità valutative. Le Regioni hanno presentato su questo piano più documenti per l’utilizzo dell’ ICF per i disabili giovani e adulti, mentre per gli anziani si dovrebbero utilizzare metodi di valutazione dell’autonomia, già in uso in molte regioni italiane. A questo proposito va sottolineato che un’apposita Commissione Ministeriale istituita con Decreto del 26 marzo 2010 e insediata il 24 maggio u.s., sta già lavorando per modificare le tabelle di invalidità. Acceleriamo i lavori della Commissione e modifichiamo contemporaneamente gli emolumenti come sopra indicato, rendiamoli appropriati e arriveremo senz’altro ad un risparmio anche maggiore, collegato però ad una equità erogativa che non va a penalizzare persone in condizioni di elevato bisogno.

Ancora sulle condizioni della disabilità, l’articolo 10 comma 5, del Decreto che sancisce la manovra, tratta dell’alunno in condizioni di handicap, richiedendo, nel piano personalizzato una rigorosa separazione tra le azioni per l’istruzione e quelle per la assistenza Fermo restando che l’inclusione scolastica è una modalità che interagisce molto sul miglioramento delle condizioni di disabilità, la richiesta che le Regioni pongono è quella di rispettare l’intesa in Conferenza Unificata del 20.03.2008 “Intesa tra il governo, le regioni e gli enti locali, in merito alle modalità e i criteri per l’accoglienza scolastica e la presa in carico dell’alunno con disabilità”, dove già emerge che il piano educativo personalizzato deve indicare le azioni a carico della scuola e quelle a carico delle Amministrazioni locali, senza utilizzo delle risorse messe in campo dalla scuola per attività assistenziali. In proposito le Regioni si impegneranno con gli Organi della Scuola, a vigilare affinché sia rispettato quanto evidenziato nell’intesa stessa.


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