Non profit
Le olive c’erano, ora c’è l’oleificio
Vi lavorano dieci persone. Ma l'indotto tocca ben 400 famiglie. Una iniziativa realizzata dal Cefa
di Redazione

Si fa presto a dire Marocco. Deserto, polvere, caldo torrido. La terra dei cugini poveri del Mediterraneo. Cliché vecchio per disegnare connotati in realtà sconosciuti. Un’economia che corre verso il futuro a un ritmo elevato (+4,4% nel 2009) e che risulta fra i primi sei Paesi africani quanto a reddito. Ma un mondo a due velocità, con pochi ricchi e tanti poveri, e picchi di analfabetismo che in certe zone arriva anche al 60%.
Qui, fra sterminate piantagioni di grano e ricchissimi uliveti, il Cefa ha appena donato a una coop di contadini un modernissimo oleificio, costruito con fondi Ue e il contributo di Mcl, Regione Emilia Romagna e Fondazione Enel Cuore.
Nella regione di Beni Mellal, ai piedi della catena montuosa dell’Atlante medio, l’oleificio darà lavoro a dieci persone, e con l’indotto coinvolgerà 400 famiglie di contadini, più i lavoratori stagionali, con una produzione giornaliera di 20 tonnellate di prodotto. Nei dintorni si producono enormi quantità di olive. Ma è una ricchezza naturale finora non abbastanza valorizzata.
Il vicepresidente dell’Mcl, Noè Ghidoni al taglio del nastro, insieme con il direttore generale del Cefa, Marco Benassi e le autorità locali, ha sottolineato come l’ulivo «più di ogni altra cosa unisca l’area mediterranea. L’olio nella tradizione islamica e cristiana diventa segno di purificazione, di forza, di sapienza».
In Marocco il Cefa lavora da anni. Attualmente vi opera un dinamico gruppo di giovani cooperanti, guidati da Paola Chianca, ingegnere di Roma, e coadiuvati da molte persone in loco, che si occupano anche dei corsi di alfabetizzazione, e di tanti microprogetti che coinvolgono soprattutto le mamme. Un grande successo registrano soprattutto i corsi scolastici, coordinati da Federica Siddi, Caterina La Cava e Andrea Maruli, rivolti a donne adulte nelle zone di Beni Mellal e Settat; dalla diffusione delle scuole popolari sono scaturite piccole cooperative per produrre manufatti tessili, biscotti e dolci, per la produzione e vendita del couscous, e perfino iniziative sportive. Il tutto grazie al finanziamento di microprogetti del Cefa e alla geniale intraprendenza dei cooperanti, che qui sono di casa, amati e rispettati da tutti.
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