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A casa di Eto’o la scuola conta più del calcio

Reportage da Douala, tra parenti e amici della star

di Redazione

Si chiama New-Bell il quartiere dov’è nato il centravanti del Camerun e dell’Inter. Qui lo considerano tutti un amico. E lui è impegnato in molti progetti sociali. Dice lo zio materno: «Il calcio riesce a pochi, lo studio serve a tutti»

Douala, Camerun
A18 anni, Moussa Ngbeweng, un giovane di New-Bell, continua a frequentare la scuola e a giocare a calcio. In passato giocava nel ruolo di difensore, ma oggi ha cambiato posizione e si è calato nei panni dell’attaccante, inseguendo fino in fondo l’esempio del suo beniamino, Samuel Eto’o, cresciuto come lui in questo quartiere disagiato di Douala. «Il mio sogno è diventare come lui. I miei genitori mi incoraggiano, ma esigono anche che continui i miei studi», spiega.

I ragazzini New-Bell
Per sostenere i suoi sogni, i genitori l’hanno iscritto in un centro di formazione e avviamento al calcio professionale, dove Moussa si allena il mercoledì sera e il sabato, quando non va a scuola. Lui, che ha già partecipato a molti tornei junior anche in altri Paesi africani, ha ben in mente quali sono le caratteristiche cui non può rinunciare: sapersi esprimere bene in pubblico e avere in mano un diploma. «Mi sono rifiutato di giocare in super D2 (il campionato nazionale di seconda divisione, ndr) perché non avrei più potuto continuare gli studi», confida. Ma il sogno di un futuro nel calcio che conta ha contagiato tutti i ragazzini di New-Bell, il cui obiettivo è giocare nei campionati europei e guadagnare molti soldi. E anche se non si sono dimenticati della scuola, alcuni di loro ci vanno malvolentieri.
«Vado per fare un piacere ai miei genitori. E anche se questo mi potrebbe aiutare molto in futuro, il mio sogno rimane quello di avere i mezzi per aiutare tutti gli abitanti di questo quartiere come ha fatto Eto’o», afferma Franck, passato alla serie CM2 e residente in un centro di avviamento al calcio. «Ho dei buoni voti, ma sono più concentrato sul calcio. I miei genitori sono stati categorici: andare bene a scuola è la condizione necessaria per poter giocare a calcio», spiega Bekamenga, un ragazzino di New-Bell, residente a Fundesport, fondazione sportiva creata proprio dal loro idolo Samuel Eto’o.
Ma al di là dei sogni e delle passioni, i giovani aspiranti calciatori di New-Bell sanno bene che non tutti diventeranno professionisti. Junior, studente di 17 anni, è ben consapevole degli scherzi che riserva il destino, e sogna una carriera da commercialista o ragioniere. «Potrò vivere tranquillamente la mia vita e occuparmi della mia famiglia. E se sarà il calcio ad aprirmi le porte giuste, allora sarò un calciatore intellettuale! Senza contare che questa formazione potrebbe aiutarmi molto dopo il mio ritiro dallo sport professionistico», aggiunge.

Lo zio di Samuel
A poco a poco però il messaggio che i genitori continuano a passare con forza è entrato nella routine dei ragazzi. «Dico sempre ai miei figli e a tutti i ragazzi del quartiere che prima di tutto viene la scuola. Dopo di che, se avranno l’opportunità di diventare giocatori professionisti, potranno almeno esprimersi bene e difendere i propri diritti», spiega Papa Pondo Alfred, 72 anni, che si presenta come lo zio materno di Samuel Eto’o. Papa Jean, un altro parente del calciatore, è sulla stessa posizione. «Ottenere un titolo di studio e conoscere a fondo un mestiere sono i due aspetti più importanti della vita di un uomo. Se un bambino è abbandonato completamente al calcio e poi non riesce a diventare calciatore professionista o è costretto a rinunciare a causa di un incidente, che cosa potrà diventare?», si interroga Papa Jean.
Secondo lui, Eto’o è un genio, e i geni giocano su campi molto diversi da una semplice strada popolare. Ma anche la star della zona insiste sullo stesso messaggio con i ragazzini del quartiere dov’è nato. «Ogni volta che torna in questa zona ricorda ai suoi giovani ammiratori che non tutti possono diventare giocatori professionisti e che non tutti i calciatori riescono ad ottenere gli stessi successi», spiega Diallo, presidente dell’assemblea locale di New-Bell. «Li esorta sempre a proseguire gli studi e ad orientarsi anche verso attività alternative al calcio, con la promessa di aiutarli e sostenerli sempre nel loro percorso». E la star è passata dalle parole ai fatti: ogni anno finanzia borse di studio e materiale scolastico per gli studenti del quartiere delle sue origini.

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