Economia

Mannino: Il sistema tiene, ma le cooperative

Il punto della situazione del segretario generale in occasione del XV Rapporto Congiunturale – I quadrimestre 2010

di Lorenzo Alvaro

Dal XV Rapporto Congiunturale – I quadrimestre 2010 di Confcooperative emerge come il sistema cooperativo delle 20500 aderenti, abbia, seppur con cali di fatturato e difficoltà, tenuto botta alla crisi. «Fino ad ora è andata bene, bisogna tener duro per altri 4/5 mesi», ha sottolineato Vincenzo Mannino, segretario generale Confcooperative.
L’intervento di Mannino è partito dal dato di «insoddisfazione generalizzata» che non frena però un ritorno alla fiducia, «anche se il sentiment mantiene una connotazione negativa. Molti i segnali che indicano un’intensa attività da parte dei cooperatori finalizzata alla diversificazione del business, alla creazione di reti, alla promozione di integrazioni, alla spinta sui mercati esteri».
 «I segnali di ripresa più marcati», aggiunge Mannino, «si registrano tra le cooperative di produzione e lavoro. In particolare nei servizi, ma anche, in misura minore, nella piccola industria manifatturiera e nella logistica. L’occupazione tiene. È positivo il saldo associato alla forza lavoro nella cooperazione sociale dove, tuttavia, aumenta la percezione di un peggioramento del posizionamento competitivo delle cooperative determinato dal ritardato pagamento della PA e dal dumping contrattuale».
 «È forte», continua Mannino, «la denuncia del fenomeno che vede coinvolte le cooperative “spurie” e le imprese truffaldine in genere che praticano una forte azione di dumping contrattuale, resa ancor più grave dall’effetto cumulato del ritardo dei pagamenti, della scarsa disponibilità di fonti di finanziamento che ridimensionano, anche per i prossimi mesi, i piani di investimento delle cooperative, in particolare di quelle di micro e piccola dimensione».
 «Lo scenario risente, inoltre,», conclude Mannino, «del lento e difficile processo di normalizzazione delle condizioni di accesso al credito bancario e, in parte, dell’asimmetria informativa rispetto all’accordo sulla moratoria dei debiti».

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