Cultura

Canzoni con nomi e cognomi

Le storie di vita del Sermig in un disco con i testi di Ernesto Olivero

di Daniele Biella

“Un progetto musicale un po’ matto”. Non ha peli sulla lingua il polistrumentista Mauro Tabasso, 44 anni, nel definire i 14 brani di ‘Mama’, il nuovo disco del Laboratorio del suono ensemble (clicca qua accanto per ascoltarne un assaggio), gruppo che Tabasso coordina e che nasce all’interno del Sermig-Arsenale della pace, il centro che a Torino accoglie da anni persone in difficoltà provenienti da tutto il mondo e che porta avanti progetti di solidarietà nel mondo. “E’ un’opera del tutto speciale, anche perché tutti i testi sono stati scritti da Ernesto Olivero, fondatore del Sermig, che narra storie di vita vissuta”, spiega a Vita Tabasso, che vive con la moglie e i due figli fuori Torino e, lavora all’interno degli studi di registrazione dell’Arsenale della pace.

Vita: Chi sono le persone di cui ‘parla’ Olivero?
Mauro Tabasso: Ogni canzone ha un nome e un cognome: è quello di alcune delle migliaia di persone che negli anni è passato dal Sermig. Gente di ogni estrazione sociale, dai politici ai senzatetto, dai prefetti alle prostitute, ognuno con una storia da raccontare, da condividere. Le tematiche trattate sono inoltre tutte quelle più care al nostro mondo: dall’ecologia all’onestà, dall’altruismo alla ricerca della pace.

Vita: Qual’è l’obiettivo del disco?
Tabasso: ‘Mama’ è il quinto lavoro del nostro gruppo, è quello della piena maturità, che vuole raggiungere più persone possibili non tanto per le qualità musicali (comunque piuttosto elevate, anche perché tra i componenti vi sono musicisti italiani di alto livelloche hanno suonato con in big della musica nostrana, ndr) ma per il messaggio che sottende: il disco è un mix di generi diversi, ognuno può scegliersi quello che gli piace di più come nella vita può scegliere il proprio cammino. Usando una metafora, si può accendere la radio e lasciare che qualcun’altro scelga per voi il brano da ascoltare, e quindi subire passivamente la quotidianità, oppure si può decidere una propria colonna sonora, che permette di vivere da protagonisti i cambiamenti di cui il mondo ha bisogno.

Vita: ‘Mama’ è distribuito dalla Warner, un’etichetta decisamente ‘big’. Come ci siete riusciti?
Tabasso: Grazie alla nostra casa di produzione, la Alabianca records, che collabora con loro. Entrambi hanno sposato la filosofia che sta dietro al nostro operato, andanco un po’ controcorrente rispetto al mercato ma valorizzando una musica che vuole essere strumento di dialogo e creare ponti tra i vari strati della società, raccontando anche le storie difficili di chi convive o ha convissuto con gravi problemi. Nel disco precedente, “Dal basso della terra”, l’opportunità di essere distribuiti da loro ci ha permesso di rimanere varie settimane nella classifica ufficiale nazionale dei dischi più venduti. E questo è un bene data il fine solidale che sta alla base del nostro lavoro.

Vita: A chi vanno gli introiti del disco?
Tabasso: Saranno destinati interamente alle attività solidali del Sermig in Italia e nel mondo. A Torino, in particolare, parte dei fondi permetteranno ai ragazzi dei ceti sociali meno abbienti di poter frequentare la scuola di musica anche senza corrispondere la retta di iscrizione necessaria a pagare i maestri che insegnano. Oggi la scuola musicale del Sermig offre opportunità di crescita a 250 giovani di ogni estrazione e nazionalità.

Vita: Qual’è il significato del titolo?
Tabasso: Parla della diversità. Il simbolo che si vede nel libretto del disco è una margherita che alla fine rimane senza petali ma è comunque importante come le altre, “da amare lo stesso”.

Vita: In che anno nasce il Laboratorio del suono ensemble?

Tabasso: Era il 1993 quando Ernesto Olivero decise di creare all’interno del Sermig il Cism, Centro internazionale studi musicali, guidato dal maestro Maurizio Colonna che io assistevo come factotum: sulla spinta dello stesso Olivero, che conosco da quando ero piccolo in quanto mia sorella ha scelto il cammino vocazionale del Sermig (che sta per “Servizio missionario giovani”, ndr), ho lasciato il mio lavoro ‘sicuro’ di impiegato e mi sono buttato nella musica, che prima suonavo come hobby con un diploma di chitarra in tasca. Il Laboratorio vero e proprio è nato nel 1998, quando abbiamo deciso di produrre noi stessi musica. Siamo partiti da un progetto artistico ridotto e uno studio piccolissimo per arrivare oggi a una realtà sempre più affermata e riconosciuta, finanziata al 95% dai lavori che, come studio musicale parallelo, facciamo per committenti che provengono dal mondo della televisione, del cinema e della pubblicità.


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