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Medio Oriente, il richiamo del Papa

Il rischio di un bagno di sangue, la difesa dei cristiani nell'Islam

di Franco Bomprezzi

Lucido e duro l’intervento del Papa da Cipro, e i giornali del lunedì registrano l’importanza di una riflessione complessiva sulla presenza dei cristiani nei paesi islamici, sul comportamento di Israele, sul destino della Palestina.

“Richiamo del Papa sul Medio Oriente” è il titolo del CORRIERE DELLA SERA che anticipa i servizi alle pagine 2 e 3 introducendo l’editoriale di Massimo Franco (“La  sindrome dei panda”). Scrive Franco: «L’assassinio di monsignor Luigi Padovese in Turchia e l’attacco di Israele alla nave di aiuti che faceva rotta su Gaza hanno avuto la conseguenza imprevista di svelare una rimozione collettiva dell’Occidente: il destino delle minoranze cristiane nel Medio Oriente. Si tratta di comunità ormai minuscole, asserragliate nei loro quartieri, se non nelle loro case: si tratti di Turchia, Iraq, Egitto o Siria. Sono i capri espiatori degli errori di Usa ed Europa e dei problemi irrisolti fra israeliani e palestinesi. Rischiano a tal punto l’estinzione che per loro si parla di «sindrome dei panda»: quegli orsetti bianchi e neri, innocui e vegetariani, che ormai riescono a riprodursi solo in ambienti iperprotetti. Benedetto XVI ha detto a Cipro che quelle minoranze debbono continuare a poter vivere nei Paesi dove abitano da due millenni. Eppure, il Vaticano sa che chi resta è in pericolo. L’omicidio di Padovese, che segue quello di quattro anni fa di don Andrea Santoro sempre in Turchia, non va sottovalutato». All’interno il pezzo di apertura (“Medio Oriente, appello del Papa: «Evitate il bagno di sangue»”) è siglato dal vaticanista di via Solferino Gian Guido Vecchi. Mentre Davide Frattini  firma l’intervista al consulente del rabbino capo a Gerusalemme David Rosen: “«Il vero monito rivolto ai regimi dei paesi arabi»”. Infine il CORRIERE offre anche una panoramica dell’instrumentum laboris, il documento di lavoro che farà da base al sinodo sul Medio Oriente, in Vaticano dal dieci al 24 ottobre. Nel testo si parla delle persecuzioni e del martirio dei cristiani in medio oriente, del conflitto israelo-palestinese definito «il focolaio principale» e anche della crescita dell’islam politico e delle correnti estremiste che sono la minaccia per tutti, ebrei, cristiani e musulmani. 

LA REPUBBLICA apre sull’”Allarme debito, l’Europa accelera” e riferisce appena sotto della posizione del Papa: “Benedetto XVI critica Israele «Sta destabilizzando il Medioriente»”. All’interno i servizi. Marco Ansaldo comincia il suo pezzo citando direttamente il Pontefice: «L’occupazione israeliana dei territori palestinesi rende difficile la vita quotidiana per la libertà di movimento, l’economia, la vita sociale  e religiosa. Con la destabilizzazione dell’equilibrio regionale». Benedetto lo ha scritto ne L’Instrumento laboris, documento di base del Sinodo straordinario per il Medio Oriente previsto a Roma in ottobre. «Da decenni», prosegue il Papa, «la mancata risoluzione del conflitto israelo-palestinese, il non rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani, e l’egoismo delle grandi potenze, hanno destabilizzato l’equilibrio della regione e imposto alle popolazioni una violenza che rischia di gettarle nella disperazione». D’altro lato il fondamentalismo islamico è «una minaccia per tutti». Per quanto riguarda la visita a Cipro, i risultati, scrive Ansaldo, sono stati fallimentari: all’ultima ora anche il Mufti della parte nord dell’isola non si è presentato, nonostante la disponibilità di Benedetto a un incontro. In appoggio un reportage di Pietro Del Re: “Nell’inferno di Gaza isolati dal mondo «Così ci fanno morire lentamente»”. Erano molte le aspettative nei confronti della nave degli attivisti: non solo per quel che avrebbero portato, ma soprattutto per il lato simbolico e mediatico. Da questo punto di vista i palestinesi non sono stati delusi: «mai come in questi giorni si è parlato del blocco israeliano. E questo lo dobbiamo ai martiri della Mavi marmara», sostiene uno di loro. A Gaza, l’80% dei beni di consumo, dalla farina alle motociclette, entra dai tunnel che sarebbero 1600. Il commento è di Giancarlo Zizola: “L’addio allo spirito di crociata”: fra le molte affermazioni importanti fatte dal Papa nella sua visita a Cipro, centrale la riflessione sulla Croce, espunta «una volte per tutte dall’uso per qualsiasi crociata politica o guerra religiosa». Benedetto «si riattacca piuttosto al modello di San Francesco, che in piena crociata andò scalzo in Terra Santa a trattare col Sultano».

“Se Benedetto parla come Obama” titola LA STAMPA il fondo di Lucia Annunziata sul viaggio di Benedetto XVI a Cipro. «Se è possibile mischiare cose che si muovono fra cielo e terra senza irriverenza, si potrebbe dire che il Santo Padre ieri si è espresso sul Medio Oriente come un democratico americano», scrive Annunziata, che sottolinea come il filo che percorre l’intervento del Papa sia stata la condanna di ogni estremismo, in qualunque religione. «Meno risalto – continua –  hanno avuto ieri le sue parole sul mondo arabo, ma non sono state meno forti. Se la relazione con gli ebrei è stata definita “essenziale, benché non facile”, quelle “tra cristiani e musulmani sono, più o meno spesso, difficili”, ha detto il Papa. E ha introdotto una ragione di distanza fra mondo musulmano e visione cristiana di natura politica oltre che religiosa: “Soprattutto per il fatto che i musulmani non fanno distinzione tra religione e politica, il che mette i cristiani nella situazione delicata di non-cittadini”. Un taglio netto, e di profonda inconciliabilità, attuato intorno all’idea di cittadinanza, e che in maniera elegante parla dell’essenza di una dittatura». Oltre al lungo commento, il quotidiano torinese dedica poi all’interno le pagine 12 e 13 al viaggio del Papa a Cipro e al suo appello contro le violenze ricordando le sue parole nel titolo “Bagno di sangue se non ci sarà pace in Terra Santa”. All’articolo di cronaca dell’ultimo giorno di visita papale viene affiancato un articolo dedicato al no di Netanyahu all’inchiesta dell’Onu. 

E inoltre sui giornali di oggi:

SCUOLA
CORRIERE DELLA SERA – “Il liceo non ha i soldi per la maturità: «Paghiamo le famiglie»”. Succede al Majorana di Putignano in Puglia: il preside servono 47.500 euro, dallo stato ne arriveranno solo 30mila. Scrive Andrea Garibaldi: «Il problema è questo, così come lo racconta Pietro Gonnella, preside del liceo scientifico «Majorana» di Putignano. Per pagare i dodici commissari d’esame (più nove interni) alla maturità che inizia fra due settimane, servono 47.500 euro. Dal ministero della Pubblica istruzione ne arriveranno 30mila. Ne mancano 17mila e 500. «Negli anni scorsi— dice Gonnella — abbiamo pagato le indennità di funzione e di trasferta dei professori sottraendo fondi ad altre destinazioni. Ma stavolta in cassa non ho più niente. Equitalia ha perfino chiesto il pignoramento perché non abbiamo versato la tassa dei rifiuti». E allora? Allora, venerdì il Consiglio d’istituto del «Majorana» ha deliberato di invitare le famiglie dei 127 studenti a versare 145 euro a testa che serviranno a dare ai commissari ciò che a loro spetta. Spiega Gonnella: «Qui si tratta di non far innervosire i commissari con l’idea che saranno pagati in ritardo. Alla maturità, si sa, i ragazzi hanno bisogno di comprensione…». 

EOLICO
IL SOLE 24 ORE – Paolo Migliavacca firma “L’eolico ha molto vento a favore” in cui spiega come alla vigilia del “Wind day” mondiale (martedì 15 giugno si terrà la seconda edizione, frutto dell’ampliamento su scala planetaria della giornata europea dell’eolico) «vede il settore pronto a celebrare una ricorrenza colma di record, progressi scientifici e ottimismo sulle prospettive future profuso a piene mani. Il vento, infatti, è probabilmente l’unica fonte alternativa destinata a un futuro davvero fulgido quanto a incidenza sulle quote produttive, grazie anche ai progressi tecnologici in via di sviluppo». Un settore in grande salute che ogni triennio vede raddoppiare la potenza mondiale installata. Un po’ di numeri. «I principali dati consuntivi confermano questo ottimismo: secondo il “Global Wind 2009 Report”, pubblicato nel marzo scorso dal “Global Wind Energy Council”, la capacità installata a livello mondiale nel 2009 è balzata a 158,5 GW (+31,7% sul 2008), con la concreta prospettiva di raggiungere quota 200 GW nel 2010: una potenza in grado di soddisfare la domanda di 250 milioni di utenti, pari a poco meno del 4% della popolazione mondiale. Le nuove turbine installate lo scorso anno avevano una potenza di 38,3 GW (+42% rispetto ai quasi 27 GW del 2008). Il tasso di crescita annuo, finora altissimo, sconterà però un vistoso calo per almeno un triennio, dovuto agli effetti della crisi economica mondiale che taglia la domanda e gli stanziamenti, ma dovrebbe tornare in doppia cifra già dal 2013. Brillano anche i dati a valle. L’elettricità prodotta nel 2009 è stata pari a 340 TWh, valore che rappresenta il 2% dei consumi totali mondiali. Il settore ha inoltre dato occupazione a 550mila addetti, che dovrebbero salire a 670mila quest’anno, mentre la fatidica quota di un milione si prevede sarà raggiunta nel 2012. Il giro d’affari ha superato nel 2009 i 50 miliardi di dollari, contro 40 miliardi dell’anno precedente. Se si considera poi la sua diffusione, sono ormai oltre 70 i Paesi che nel mondo producono energia eolica e 17 quelli con una potenza installata di almeno 1 Gigawatt. Sul piano geografico, la parte del leone continua a farla l’Europa, con oltre 76 GW installati (48% del totale mondiale), anche se è ormai partita la rincorsa dell’Asia, che nel 2009 ha scavalcato il Nord America, e soprattutto quella della Cina, che è diventata il secondo Paese per potenza installata dietro agli Usa, ma davanti alla Germania, con il 16,3% del totale mondiale».

AMBIENTE & INFORMAZIONE
LA REPUBBLICA – Una lettera di Celentano (“Se oscurano Santoro un giorno di tv spenta”) che parte dalla crisi della Bp interpretata come un «avvertimento» della natura agli uomini. «È di pochi giorni fa la notizia che riguarda un via libera da parte del nostro folle governo a trivellare il bel mare della Sicilia. Evidentemente i rosicchiatori della maggioranza han pensato che tutta quella purezza nelle acque cristalline dei siciliana è sprecata. Perché non imbrattarla con un po’ di petrolio e di catrame?». «Senza contare», aggiunge il cantante, «la riapertura delle centrali nucleari contemporaneamente alla chiusura della libertà di stampa… a onor del vero non ancora è regime, ma il governo ci sta lavorando con tenacia e perseveranza». L’esempio ultimo è la cancellazione di Annozero, rispetto alla quale Celentano propone un giorno senza tv: «Quanto reggerebbero Rai e Mediaset  il peso dei mancati introiti pubblicitari?».

HAITI
IL GIORNALE – in prima pagina  il pezzo di Fausto Biloslavo sul “Mistero dei soldi raccolti per Haiti”. «Sei mesi dopo il sisma che ha fatto 220mila vittime ( secondo i dati del governo haitiano) l’isola caraibica sta ancora  cercando al strada giusta per il futuro. Un’inchiesta della tv americana Cbs ha dimostrato che la grande organizzazioni umanitarie  legate alle donazioni degli States, stanno spendendo con il contagocce i fondi. La fondazione Clinton –Bush tanto pubblicizzata non ha voluto nemmeno fornire i dati ai giornalisti.  Dal suo sito si scopre però che dei 52milioni di dollari raccolti in beneficenza ne ha spesi appena 7milioni.  Un altro colosso del bene, la ong Care, ha messo a disposizione  34,4milioni di  dollari utilizzando per Haiti solo il 16%. Peggio la Catholic relief services che dei 165milini  di dollari raccolti ne ha spesi solo l’8%. Va un po’ meglio per Croce rossa americana, che su 444milioni ne ha usati 11, il 25%. Dall’Italia la costola nazionale di Croce rossa ha raccolto 2milioni 253mila  euro, un milione è servito per  ridare ossigeno alla sanità haitiana, 350mila euro per le attività sul campo, 100mila euro per famiglie haitiane curate in Italia». Una fonte di croce rossa italiana dice: «La nostra linea è investire bene. Talvolta  ci troviamo di fronte a ong come il network italiano Agire che raccoglie fondi anche attraverso convenzioni  con la Rai e poi  non li spende  tutti, come è capitato per lo tsunami. Staremo a vedere cosa succede per Haiti». Intervista a Leonardo Cammenati, capo dipartimento emergenze per Croce rossa italiana che è tornato dal Paese tre settimane fa. «La situazione è stabilizzata per quanto riguarda i siti legati alle tendopoli anche se non tutti hanno alloggi tipo shelter». Cammenati racconta di strutture disponibili solo a prezzi altissimi e questo blocca o rallenta gli interventi di ricostruzione e poi prevede altre emergenze in occasione dell’imminente stagione degli uragani. Poi rassicura «entro la fine dell’anno  gli investimenti ripartiranno».

PENSIONI
LA STAMPA – Il ministro per la Pubblica amministrazione Brunetta annuncia che il Governo potrebbe prendere velocemente una decisione formale sull’innalzamento dell’età pensionabile a 65 anni per le donne. L’equiparazione con gli uomini nel settore pubblico dovrebbe arrivare nel 2015. Immediata la reazione di Raffaele Bonanni, segretario della Cisl che giudica “Sbagliato infierire in questo momento”.

ISLAM
IL GIORNALE – Nei primi giorni di luglio il ministro degli Interni Roberto Maroni  dovrebbe convocare  la seconda riunione del Comitato per l’islam italiano che rispetto al passato  il Viminale ha sostituito il criterio  della rappresentanza con quello  della competenza. Alcuni intellettuali hanno attaccato il Comitato, ma ad oggi pare l’unico organismo in grado di fare proposte realizzabili nell’interesse dell’integrazione. Ecco alcune idee espresse da Gamal Bouchaib, presidente del Movimento musulmani moderati che conta 250 adesioni in due mesi di vita: «creare un albo degli imam, censire le moschee e limitarne l’apertura incontrollata, controllare la fonte dei loro finanziamenti». Questo Comitato ha preso a lavorare dopo l’impasse in cui è finita la Consulta islamica istituita nel 2005 con lo scopo fallito di dare rappresentanza alla comunità musulmana.

NON PROFIT
ITALIA OGGI – La crisi del mercato del lavoro non tocca il settore del non profit. Secondo un focus “il non profit va controcorrente e crea occasioni di lavoro qualificato” pubblicato nella sezione Io Lavoro, il terzo settore offre ai giovani numerose opportunità  di lavoro qualificato.  «Il non profit» scrive ITALIA OGGI «si sta proponendo come una realtà anticongiunturale, capace di fornire opportunità di lavoro qualificato, soprattutto ai giovani freschi di studio». Fund raiser e project manager sono le figure più richieste.
Oltre alle analisi sui trend generali del mondo del lavoro in questo settore, il focus di ITALIA OGGI dedica vari approfondimenti sulle competenze necessarie per operare nelle ong, sui possibili sbocchi per chi supera le selezioni,  su quali sono le figure trasversali che oprano a monte dell’organizzazione, e sulle retribuzione dei manager csr. Interessante il dato sulla presenza delle donne: secondo un box di approfondimento sui numeri dell’occupazione “Un settore tinto di rosa” il 70% della forza lavoro è composta da donne.

SANITA’
IL GIORNALE – “Arrivano i mini ospedali per i malati cronici” è il titolo a pagina 48 della cronaca di Milano che annuncia un’iniziativa della neo Giunta della Regione Lombardia e in particolare dell’ assessore alla sanità Luciano Bresciani alla sua seconda legislatura che dice: «Quelli che stanno aprendo sono gestiti da volontari ma nei prossimi anni potenzieremo il modello». Il target dei mini ospedali sono gli anziani over 65, a Milano sono 7mila, e chi ha una lunga convalescenza a causa di ricoveri o terapie. La struttura infatti è a metà strada fra l’assistenza domiciliare e l’ospedale.


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