Volontariato

E intanto a Vicenza la Bibbia fa sold out

La scommessa di un evento basato sui testi sacri è stata di nuovo vinta. Anche grazie a un innovativo sistema di coinvolgimento delle aziende

di Redazione

La Bibbia richiama le folle. È accaduto a Vicenza dove per la sesta edizione il festival centrato sul libro sacro ha battuto tutti i record di presenza di pubblico. Duemila persone hanno affollato la Cattedrale per la lectio magistralis di Enzo Bianchi e, la sera dopo, per uno stimolante confronto tra il cardinale Dionigi Tettamanzi e Gad Lerner; il Santuario di Monte Berico si è trasformato in un partecipatissimo filò, con 1.500 persone stipate in ogni angolo (altare compreso) ad ascoltare un inconsueto Erri De Luca. E poi il fitto dialogo/confronto tra Stefano Zamagni e Ilvo Diamanti; il mondo del carcere, con un pranzo assieme agli “Avanzi di galera” in cui sono stati i detenuti ad ospitare gli uomini liberi; il ridare gioia e speranza all’Orchestra giovanile del Conservatorio dell’Aquila; il dialogo interreligioso che ha creato un’occasione per riflettere e fare dei passi in avanti per un’integrazione tra fedi e culture diverse. E infine il grande concerto di Noa che ha riempito la piazza dei Signori.
A tema quest’anno una parola affascinante e oggi quanto mai decisiva anche a livello sociale: ospitalità. La scommessa iniziale del Festival Biblico era ardua: “desacralizzare” il Testo sacro portandolo fuori dal tempio fra le vie, le corti e le piazze di una “città bellissima” patrimonio dell’Unesco.
Oggi il Festival Biblico è tutt’altro che un evento prettamente religioso, come il nome porterebbe a pensare. Attorno a questa esperienza, infatti, se n’è creata un’altra, quella di una comunità (istituzioni pubbliche, soggetti non profit e imprese private) davvero particolare. «Nel progetto infatti sono coinvolte circa 130 realtà», come ci conferma Guido Zovico, fundraiser della manifestazione, «tra cui spicca l’innovativo pool “Imprese di Valori”, di cui fanno parte 13 delle 30 aziende che sostengono l’iniziativa e che garantiscono circa la metà del budget dell’evento», (stimato tra bilancio e gratuità attorno ai 400mila euro). «Il pool», sottolinea Zovico, «è nato sulla spinta delle stesse aziende che, intuendo le potenzialità e l’utilità sociale di questo festival, hanno deciso di affiancarsi agli enti promotori (Società San Paolo e Diocesi di Vicenza, ndr) garantendo non solo una base importante di risorse ma aggiungendo la propria esperienza gestionale per far sì che l’evento, strutturato in buona parte su base volontaria, trovasse le condizioni per crescere. Il risultato è che da quando è nato il pool, nel 2007, il festival ha avuto uno slancio di crescita che gli ha consentito di assumere un rilievo nazionale».


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