Mondo
Oxfam/Ucodep: “Un atto scellerato”
La fine del blocco di Gaza è l’unica soluzione possibile e duratura della crisi
di Ucodep
Un atto illegale e scellerato che rischia di incendiare l’intero Medio Oriente, facendolo sprofondare nella spirale della violenza. Ucodep, membro osservatore della confederazione Oxfam e attiva da anni nell’area israelo-palestinese, esprime il suo dolore per le vittime innocenti del blitz israeliano, che allontana ancora di più la possibilità di una soluzione pacifica della questione palestinese.
“Condanniamo nel modo più assoluto la violenza dell’intervento israeliano contro civili inermi, avvenuto a quanto pare in acque internazionali. Alla violenza si aggiunge la miopia del governo israeliano, che con quest’atto non fa che inimicarsi i possibili interlocutori disposti a cercare una via d’uscita politica alla crisi”, dichiara Pietro Nibbi, direttore generale di Ucodep.
“L’incidente non sarebbe avvenuto se Israele e la comunità internazionale avessero lavorato efficacemente per porre fine al blocco di Gaza. Solo questa misura può fornire una soluzione strutturale e di lungo termine alla crisi umanitaria degli abitanti di Gaza”, avverte Jeremy Hobbs, direttore generale di Oxfam International. “Il blocco della Striscia è condannato da gran parte della comunità internazionale e considerato una punizione collettiva e quindi illegale secondo il diritto internazionale”.
Gli abitanti di Gaza, oltre un milione e mezzo di persone per la maggior parte civili, vivono sotto il blocco da tre anni e hanno urgente bisogno di beni e attrezzature per affrontare l’emergenza. Il convoglio attaccato dall’esercito israeliano trasportava materiali come cemento per ricostruire le case distrutte durante l’operazione “Piombo fuso”; attrezzature mediche come sedie a rotelle e materiali per riparare la rete idraulica danneggiata.
E’ ora indispensabile la fine del blocco di Gaza e l’istruzione di un’inchiesta che accerti in modo rapido le responsabilità di questo intervento, costato la vita a civili innocenti. Tutti gli attori internazionali, dall’Unione europea agli Usa, dall’Onu alle potenze regionali, devono fare la loro parte per fermare la violenza e riattivare al più presto il negoziato politico. Non solo per affrontare la questione di Gaza, ma anche per porre fine all’occupazione militare israeliana dei territori palestinesi. Anche il governo italiano può e deve far sentire la sua voce.
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