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3 milioni di diabetici in Italia

Domani a Padova un summit di esperti discute come combattere e prevenire la malattia

di Redazione

Oltre 250 milioni di malati nel mondo, più di 3 milioni solo in Italia, di cui 200 mila solo in Veneto. Sono i numeri del diabete, una malattia con un numero di casi in costante aumento, e con moltissime persone malate che ancora non sanno di esserlo. Del diabete di tipo 2 si parlerà domani a Padova nel corso di un summit tra esperti, dove verrà ricordato che l’arma più efficace per combatterlo è prevenirlo, cercando di cambiare o almeno regolare il proprio stile di vita. Evitare quindi il fumo, praticare attività fisica con regolarità e rispettare una dieta equilibrata. Tra i soggetti maggiormente esposti al rischio di sviluppare la malattia, figurano i pazienti che presentano ridotta tolleranza al glucosio, gli obesi e i soggetti con sindrome metabolica.

Secondo Antonio Tiengo, ordinario di Malattie del metabolismo all’Università di Padova «in Italia il diabete coinvolge il 5-6% della popolazione generale e in particolare circa il 15-20% dei soggetti oltre i 50 anni. Ogni anno in Italia 250 mila persone sviluppano il diabete, mentre è molto più alto (si stima 1,5 milioni) il numero di coloro che sono ad altissimo rischio e non sono ancora stati identificati». Il diabete, che si associa cspesso a ipertensione arteriosa, se non ben trattato, può presentare nel corso degli anni complicanze del microcircolo e dell’apparato cardiovascolare. «Il paziente diabetico – spiega Achille Pessina, direttore clinica Medica università di Padova – va considerato ad alto rischio cardiovascolare, basti pensare che il 70% dei decessi nei diabetici è dovuto ad un problema cardiovascolare anche perchè nella stragrande maggioranza dei casi al diabete si associa l’ipertensione». Quando non si riesce a controllare il paziente con le sole modifiche allo stile di vita e all’alimentazione, è spesso necessario abbinare un’adeguata terapia farmacologica. Recentemente sono stati presentati all’American College of Cardiology di Atlanta i risultati di ‘Navigator’, studio internazionale che ha valutato oltre 9 mila pazienti con ridotta tolleranza al glucosio, considerata appunto una condizione pre-diabetica.

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