Volontariato

Rai Tre censura servizio anti-Nestlé?

Secondo la Rete italiana di boicottaggio un'intervista al proprio portavoce realizzata per "L'elmo di Scipio" di Enrico Deaglio non sarbbe mai andata in onda.

di Giampaolo Cerri

“Egregio Dottor Deaglio, aderisco alla campagna telematica di pressione lanciata dalla Rete Italiana Boicottaggio della Nestlé – RIBN che contesta il Suo inaccettabile atteggiamento”. Comincia così la lettera standard che la RIBN sta proponendo via mail a tutti i suoi iscritti e simpatizzanti. Cosa ha fatto il direttore di Diario, giornalista graffiante e scomodo, per meritare una missiva così dura? Lo spiega la lettera stessa: “la mancata messa in onda, nella trasmissione Rai “L’elmo di Scipio”, di un servizio sulle reiterate violazioni del Codice Internazionale dell’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità, commesse dalle più importanti imprese del settore latte in polvere in Italia e nel mondo iIntervista di Elisa Bolognini al portavoce della RIBN, Adriano Cattaneo)”. Dunque Deaglio, autore della trasmissione di Rai Tre, avrebbe censurato o accettato di far censurare un servizio scomodo sulla multinazionale svizzera. “Mi domando”, prosegue la lettera, “perché, di fronte a prove circostanziate, Lei – o chi per Lei – nega il sacrosanto diritto ad una corretta informazione. Ha forse paura di grane legali o di far perdere ingenti introiti pubblicitari al Suo editore? Non è questo l’atteggiamento che ha avuto con la Sua rivista, Diario, nella quale ha concesso ampio spazio alla materia e alla campagna di boicottaggio della Nestlé. Lei dirige una trasmissione della televisione pubblica, la RAI, sostenuta per quasi il 50% dai contributi dei cittadini-abbonati mediante il pagamento di un canone annuale. E come cittadino che paga il canone, non solo resto allibito da questo Suo ingiustificato comportamento – per il quale, peraltro, Lei non ha neanche voluto fornire ragione – ma mi impegno formalmente a portare avanti ad oltranza questa campagna di pressione, con l’invio di msg mail o fax e lettere, fin quando non vorrà spiegare in maniera convincente perché non vuole mandare in onda un servizio che Lei stesso ha richiesto. Perché la televisione, soprattutto quella pubblica, non può piegarsi alle ragioni – spesso infondate o artificialmente costruite – delle multinazionali e negare un legittimo diritto di accesso a chi, invece, si batte per il rispetto dei diritti dei più deboli”. Insomma Deaglio, duro e battagliero direttore di Diario – come dimenticare la saga antiberlusconiana nelle settimane pre-elettorali? – si trasforma in un prudentissimo autore non appena varca la soglia degli studi Rai di Corso Sempione a Milano, dove realizza la sua trasmissione. Eppure l’Inno di Mameli, che ha dato lo spunto per battezzare il programma informativo, recita anche: “Siam pronti alla morte, l’Italia chiamò”. La lettera è stata inviata anche al presidente della Rai Zaccaria e al vicedirettore del T3 Antonio Di Bella. Per riceverne il testo si può scrivere alla segreteria nazionale della Rete italiana boicottaggio della Nestém email ribn@yahoo.com


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