Cultura

Don Pezzini, il prete dei gay

Incredulo il gruppo Il Guado, nato proprio con il sacerdote arrestato con l'accusa di pedofilia

di Sara De Carli

«Incredulità». È questa la prima reazione del Gruppo di omosessuali cattolici Il Guado dinanzi alla notizia dell’arresto di don Domenico Pezzini, scerdote della diocesi Lodi accusato di abusi sessuali su un tredicenne (smentita invece la notizia circolata nelle prime ore secondo cui nella sua abitazione è stato trovato materiale pedopornografico; il materiale è in realtà pornografico). Del gruppo Il Guado, fondato nel 1980 a Milano, don Pezzini ha visto la nascita, da prete pubblicamente schierato nell’accompagnare i percorsispirituali e di vita delle persone omosessuali credenti.

«Se infatti è vero che le nostre strade si sono separate più di venticinque anni fa», scrivono oggi in un comunicato, «è anche vero che la nostra stima nei suoi confronti è ancora grande». Di lui apprezzano «il lavoro instancabile che ha fatto con centinaia di omosessuali credenti, che ha aiutato a conservare la fede; i ripetuti interventi con cui ha saputo affrontare il tema dell’omosessualità declinando in maniera esemplare la fedeltà al Vangelo e il rispetto per le persone che la vivono in prima persona; di lui conosciamo i numerosi libri di spiritualità che l’hanno fatto diventare un conferenziere molto apprezzato non solo nella Chiesa italiana, ma anche fuori d’Italia».

«La notizia che una persona che gode della nostra stima è stata arrestata con un’accusa grave ci lascia quindi increduli e frastornati. Facciamo fatica a pensare a lui come al responsabile di un reato così odioso e così vigliacco come quello di cui viene accusato. In attesa di conoscere la verità su questa vicenda dolorosa crediamo che la prima cosa che dobbiamo fare è quella di pregare, nella speranza che si tratti  di un grosso equivoco».

La speranza che sia solo un’equivoco, in questo caso, non è un voltare la faccia dall’altra parte. Delicatissimo il passaggio del comunicato di Il Guado che lo spiega:«si tratta di una speranza che nasce dalla solidarietà nei confronti del ragazzo che ha sporto la denuncia, perché un male come un abuso sessuale subito da parte di un sacerdote non è mai da augurare a nessuno; si tratta di una speranza che nasce dalla nostra stima per don Domenico, che ha fatto tante cose buone e che non vorremmo mai vedere coinvolto in una situazione così grave: si tratta di una speranza che nasce dalla solidarietà che proviamo per tanti omosessuali credenti italiani, che in don Domenico hanno riposto la loro fiducia e che potrebbero sentirsi traditi se gli abusi di cui è accusato risultassero fondati; si tratta infine di una speranza che nasce dall’amore che portiamo per la chiesa italiana: una chiesa di cui il ragazzo che ha denunciato l’abuso è comunque un figlio; una chiesa di cui don Domenico è comunque un ministro; una chiesa di cui noi tutti ci sentiamo comunque membra ferite da questa notizia».

Nell’esprimere questa speranza, precisa Il Guado, «non possiamo però non ribadire il nostro rispetto e la nostra simpatia per il lavoro di indagine e di approfondimento che la magistratura e i corpi di polizia stanno portando avanti: a loro spetta il compito delicato di accertare la verità e di ristabilire la giustizia. Quanto a noi intendiamo continuare quello che facevamo prima con un impegno e con un senso di responsabilità ancora maggiori».

Sul tema leggi anche Don Pezzini, vittima dell’equazione fra omosessualità e pedofilia, un commento di Mauro Vaiani (gruppo Il ponte di Pisa).


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