Non profit
ACLI: Sì all’aggiornamento dello statuto, più tutele per i nuovi lavori
Nel 40° anniversario dell'introduzione dello Statuto dei lavoratori il presidente delle Acli ricorda D'Antona: «Non bisogna aver paura del riformismo»
di Redazione
«Un aggiornamento dello Statuto dei lavoratori a 40 anni dalla sua introduzione appare assolutamente necessario anzi, inderogabile. Purché si vada verso un allargamento delle tutele, non certo verso un loro ridimensionamento». È quanto afferma il presidente nazionale delle Acli Andrea Olivero in occasione del quarantesimo anniversario dello Statuto. «La legge 300 del 1970 rimane un punto di riferimento assolutamente fondamentale – spiega – ma vi è la necessità di un ampliamento dei diritti enunciati, che consenta di estendere le garanzie a tutti coloro che oggi ne sono esclusi».
Le Acli portano avanti da mesi una petizione popolare per l’introduzione di uno nuovo Statuto dei lavori. «La legge non poteva prevedere le trasformazioni che hanno interessato il mondo del lavoro nell’ultimo decennio – continua il presidente – Si tratta allora di superare la spaccatura tra lavoratori tutelati e no attraverso l’adozione di un’unica disciplina dei contratti di lavoro, per garantire a tutti una progressiva stabilità lavorativa, un’indennità generalizzata in caso di licenziamento, una pensione dignitosa, la possibilità di conciliare i tempi di vita e di lavoro»
Nella giornata in cui si ricorda anche la tragica uccisione, undici anni fa, del giuslavorista Massimo D’Antona, Olivero aggiunge: «Non bisogna aver paura del riformismo. Giugni, Marco Biagi e Massimo D’Antona, ciascuno con approcci propri, furono tutti animati da questa volontà e da questo coraggio, che pagarono a caro prezzo. Ma oggi tutti gli siamo debitori».
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