Famiglia

Nati per leggere? In Italia sono 260mila

I primi dieci anni del progetto dedicato agli under 5

di Benedetta Verrini

Il Salone del Libro di Torino è stato la cornice per celebrare i primi dieci anni di «Nati per Leggere», il progetto creato dall’Associazione culturale pediatri, dall’Associazione italiana biblioteche e dal Centro per la salute del bambino onlus per avvicinare fin da piccolissimi al piacere della lettura, colmando svantaggi linguistici e sociali.
Un premio nazionale, che alla sua prima edizione ha riconosciuto il valore delle migliori opere ma anche delle migliori azioni di singoli e di reti per la promozione della lettura in Italia. E poi un convegno, per tracciare la fisionomia di un progetto rivoluzionario, nato nel 1999 sulla scorta dell’esperienza americana «Reach Out and Read», che ha raggiunto il 33% della popolazione italiana, coinvolgendo quasi 260mila bambini sotto i 5 anni nell’esperienza della lettura. È lo spazio che il Salone del Libro di Torino, appena concluso, ha dedicato a «Nati per Leggere». «Il bilancio di questi dieci anni chiude in positivo», commenta Alessandra Sila, educatrice e membro del coordinamento nazionale del progetto. «Ora puntiamo ad amplificare la formazione degli operatori e in particolare degli educatori, che sono tra i volontari più numerosi della rete». L’ultima rilevazione relativa al progetto, nel 2008, ha infatti contato 7.468 operatori attivi tra bibliotecari, pediatri, educatori, operatori socio-sanitari e volontari. Gli educatori sono i più coinvolti (3.162), seguiti dai bibliotecari (1.566), dai volontari (1.206) e dai pediatri (1.142).
«Nati per Leggere», insieme al progetto spin off «Nati per la Musica», punta ad offrire alle famiglie l’opportunità di avvicinare i bambini, anche piccolissimi, all’esperienza della lettura (e del canto) ad alta voce. La confidenza con l’immagine e la parola scritta, fin dalla più tenera età, avvantaggia enormemente sia dal punto di vista linguistico sia delle associazioni logiche, ed è un “ponte” verso una buona riuscita scolastica. Negli ultimi cinque anni, grazie alla collaborazione di 12 editori, il progetto ha permesso di regalare oltre 300mila libri.
Dal punto di vista educativo, «Nati per Leggere» ha stretto un’importante collaborazione con il Gruppo di studio Nidi-Infanzia. La sensibilizzazione operata dai pediatri e da tutti gli operatori nelle zone di frontiera, ovvero nei quartieri più poveri delle città e nei territori a più alto tasso di disagio e multietnicità, rappresenta una chance anche per la famiglia, per riprogettare il tempo trascorso con i bambini. «Purtroppo è chiaro che le famiglie più sensibili a queste iniziative sono anche quelle che meno ne necessitano», puntualizza Sala. «La strategia è dunque quella di uscire sempre più dai confini istituzionali, dando dimostrazione dell’importanza e della magia della lettura in contesti inediti, avvicinando target più resistenti. Ci sono molti esempi di biblioteche che hanno aperto e reso accessibili i libri in territori di frontiera, segnati dal disagio. È lì che dobbiamo continuare ad andare per colmare le forti differenze che ancora sussistono nel nostro Paese».


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