Non profit

Pubblico e senza sprechi? Non è un sogno

Qui Milano

di Redazione

Acqua buona per tutti a prezzi contenuti. A Milano il modello di gestione della risorsa idrica è un esempio di efficienza tutta pubblica. Metropolitana Milanese (attiva in città) ed Amiacque (in provincia), partecipate esclusivamente dagli enti locali, dovranno, secondo il decreto Ronchi o aprire il loro capitale all’ingresso dei privati, o partecipare a una gara per vedersi assegnato il servizio.
Per portare l’acqua potabile ai rubinetti di casa, MM fattura 0,55 euro ogni mille litri, comprensivi di fognatura e depurazione dei reflui. Uno dei prezzi più bassi d’Europa. La tariffa media di Amiacque è 0,72 euro, tra le più competitive del continente ed inferiore alla media nazionale (1 euro). Lo stato della rete distributiva di Milano e provincia è in linea con i migliori riferimenti europei, con perdite complessive del 10% per la città e del 20 per la provincia (la media italiana viaggia sul 30%): su questo fronte i gestori pubblici di Milano surclassano gli operatori totalmente o parzialmente privatizzati. Tra questi, Acea. L’azienda romana, nel cui capitale è entrato il gruppo Caltagirone oltreché la multinazionale Suez, è il più grosso operatore della penisola, serve 8 milioni di italiani e perde il 35% dell’acqua erogata. L’emiliana Hera (per il 58,92% posseduta da enti pubblici e per il restante 41,08% da investitori privati), secondo gruppo italiano nel settore idrico, registra cali del 25% a fronte di incassi di 1,79 euro ogni mille litri. Le toscane Publiacqua e Nuove Acque, controllate dalla multinazionale francese Suez, dissipano fino al 45% dell’acqua immessa in rete e hanno tariffe medie di 2 euro.
Le milanesi fanno meglio anche del colosso francese Veolia, leader mondiale del settore in base a meri criteri di fatturato e di numero di clienti. I tubi del gigante transalpino perdono il 17% dell’acqua erogata nell’Unione europea e il 23,5% di quella gestita nel resto del mondo. Quelli di Suez, secondo gruppo idrico del globo, ne sprecano il 36%.
Amiacque, poi, può vantare un fiore all’occhiello della propria gestione: le Case dell’acqua. Una cinquantina di piccole strutture realizzate in spazi pubblici verdi, da cui si può prelevare acqua refrigerata e gasata.

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