Non profit

Deficit sanità, tasse regionali?

Svolta del Governo, niente ripianamento automatico per Lazio, Campania, Molise e Calabria

di Franco Bomprezzi

4 Regioni in rosso profondo per i conti della sanità: Lazio, Campania, Calabria, e Molise. E il Governo non apre i rubinetti dei Fas, i fondi per le aree sottoutilizzate. Anzi, propone in caso di piani insufficienti di rientro dal deficit, il ricorso alla tassazione regionale. Una notizia forte, che si fa largo nelle prime pagine dei giornali nonostante il caso Anemone continui a imperversare.

“Sanità, stop ai fondi per le Regioni in rosso: «Aumentino le tasse»”, così titola il CORRIERE DELLA SERA. Gli abitanti delle regioni con un forte deficit in campo sanitario potrebbero essere presto chiamati a ripianarlo, attraverso il pagamento di nuove tasse. «Il governo ci ha detto che le regioni con il deficit sanitario dovranno aumentare le tasse fino al ripianamento del deficit stesso» ha detto il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, lasciando Palazzo Chigi dove si è tenuto un Consiglio dei ministri. Caldoro ha riferito che il Consiglio dei ministri era presieduto da Altero Matteoli, vista l’assenza del premier Silvio Berlusconi, e che alla riunione erano presenti tutti i Governatori con la Sanità commissariata, vale a dire  Lazio, Campania, Calabria,  Molise, Sicilia e Abruzzo. «Speravamo di poter accedere ai fondi Fas ma i ministri competenti prevedono che sia prima approvato un piano di rientro dal deficit e solo dopo sarà possibile accedere ai Fas», spiega invece il governatore della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti. «Questo è stato solo il primo confronto ma ci rivedremo per concordare le procedure dei piani di rientro – sottolinea il governatore calabrese. All’interno il CORRIERE se ne occupa a pag 12 e con il consueto focus a pag 13. “Sanità in deficit, più tasse per quattro regioni” è il titolo di apertura. A fianco si può leggere l’intervista di Alessandro Trocino (“Polverini: andiamoci piano prima di alzare le imposte”). Sostiene il governatore: «la regione Lazio va vista con un occhio di riguardo rispetto alle altre, perché abbiamo avuto un cambio di governo e per le note vicende seguite alle dimissioni di Marrazzo, anche un commissario. Con il risultato che l’attività è stata ferma per 43 giorni». “La Calabria e le altre: buco da 3,7 miliardi” è invece il titolo del focus: «Campania, Lazio e Molise nel gruppo delle peggiori. In regola solo otto regioni, al primo posto la Lombardia. Il pezzo segnala come anche Veneto, Puglia, Basilicata e Trento siano in deficit, ma i loro piani di rientro siano apparsi convincenti».

Richiamo in prima su LA REPUBBLICA e due pagine interne: “Sanità, stangata su 4 regioni il governo blocca i fondi arriveranno nuove tasse”. Tasse regionali più alte se i conti sanitari non sono a posto. Bocciati i deficit di Lazio, Campania, Calabria e Molise. All’orizzonte si profilano tagli agli ospedali, accorpamenti di strutture di assistenza, riduzioni del personale e nei casi estremi aumento delle imposte (sarà dello 0,3%). Dopo il Cdm (fatto senza Berlusconi, indisposto), una nota di Palazzo Chigi ha spiegato: «In considerazione del mancato raggiungimento degli obiettivi previsti dai piani di rientro e dagli equilibri di finanza pubblica, il Consiglio ha concordato .. di non poter consentire a Lazio, Campania Molise e Calabria di utilizzare le risorse del Fondo per le aree sottoutilizzate». Nel dossier intitolato “Dalla sfilza di sprechi e inefficienze un buco non coperto di 2 miliardi”, Lucio Cillis fa il punto sulla situazione: tagli e sforbiciate potrebbero non essere sufficienti e i governatori potrebbero trovarsi ad aumentare tasse e ticket. L’Irpef delle 4 “incriminate” è però già al massimo livello; ci sarebbero l’Irap e altre accise di competenza regionale. Calabria e Lazio (rispettivamente un miliardo e 447 milioni di deficit) «sono quelle che hanno i maggiori problemi e che dovranno fare un lavoro importante di rientro», sottolinea il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, «il governo ha scelto di percorrere una strada difficile che impone rigore per il futuro e segna una linea che non andrà più superata. Non potevamo che dare un segnale di serietà. Se le regioni mostreranno di volersi impegnare mettendo in campo un piano di rientro serio fatto di tagli alle spese e di riorganizzazione, allora sbloccheremo i fondi». Ci sono anche regioni che “ce l’hanno fatta”. La Liguria, Abruzzo e Sicilia per esempio (oggi in attivo). In cima alla lista dei virtuosi, Piemonte e Lombardia.

E’ in copertina de IL GIORNALE la notizia che i cittadini di Calabria, Campania, Lazio e Molise dovranno pagare più tasse poichè il Governo attuerà nel modo più rigoroso il Patto per la salute previsto in Finanziaria. Due pagine di approfondimenti che sottolineano come «i governatori di queste regioni, rispettivamente Giuseppe Scopelliti, Stefano Caldoro, Renata Polverini, e Michele Iorio. Tutti, tranne quest’ultimo, approdati al governo delle regioni, da poco, dopo giunte di centrosinistra». A chiusura dell’analisi di Antonio Signorini annuncia l’agenda del Governo «al lavoro per la manovra di giugno. In arrivo  una stretta alla spesa corrente, interventi sul pubblico impiego, misure sui giochi e un altro giro di vite sull’evasione fiscale». Questa cronaca  è accompagnata dall’intervento di Carlo Lottieri dal titolo “Solo così il federalismo è utile a tutti. Le riforme sono indispensabili, ma dopo il caso Grecia non possiamo più permetterci di spendere risorse senza controllo. Servono regole chiare: lo Stato smetta di ripianare i disastri degli amministratori spreconi, soprattutto al Meridione”.  Lottieri fissa dei punti, fra cui «è fondamentale fissare entità e modalità dei trasferimenti di denaro dal Nord in giù» e poi « nei rapporti fra PdL e Lega va ricordato che l’abolizione delle province è una priorità».

«Sanità, più tasse per le regioni dai conti in rosso» è il piccolo richiamo in prima pagina per IL MANIFESTO che dedica l’apertura alla lista Anemone e alla manifestazione davanti alla casa di Scajola al Colosseo. Due gli articoli che a pagina 5 affrontano il tema della sanità nelle regioni in rosso «Il rigore di Tremonti: per Campania, Calabria, Lazio, Molise rientro senza fondi Fas». «Ora i governatori, tutti di centrodestra, stanno chiedendo a Berlusconi di intervenire, di ammorbidire Tremonti» si legge in apertura dell’articolo che osserva come i fondi Fas (55 miliardi) sono stati utilizzati nei due anni di governo Berlusconi per «una serie di cose molto diverse dagli interventi strutturali nel Mezzogiorno» e quindi «Nuove tasse, dunque. Al contrario di quanto promesso in una campagna elettorale appena terminata. In particolare il Patto per la salute prevede un innalzamento automatico per le regioni non virtuose dello 0,30% dell’Irpef (per i cittadini) e dello 0,15% dell’Irap (per le imprese)». L’articolo osserva anche che la regione che sta peggio è la Calabria «con un disavanzo nemmeno quantificato (è al lavoro l’advisor di Kpmg) comunque vicino al miliardo (…)».  Sullo stesso argomento viene intervistato l’economista Nerina Dirindin dell’Università di Torino ed ex assessore per Soru e direttore generale al ministero con Rosy Bindi. L’economista spiega le ragioni del deficit: «la prima è la mancata programmazione. Lazio, Campania, Calabria e anche Puglia e Sicilia scontano venti anni di ritardi e non hanno ancora preso provvedimenti non dico virtuosi, ma almeno rigorosi (…)» la seconda ragione che «è più evidente» nel Lazio è il «surplus di offerta e la forza politica di chi offre prestazioni ospedaliere in regime di convenzione». Tra i rischi per l’economista è che si intervenga sui livelli di assistenza garantita «purtroppo su queste cose neanche l’opposizione tiene, o è capace di far sentire la sua voce».
 
“Tassa-sanità per 4 regioni” è l’apertura del SOLE 24 ORE. Il servizio è pagina 3, con focus sul Lazio, “Record del Lazio per gli aumenti”: «Ai contribuenti  laziali questa stretta ulteriore dovrebbe costare 359 milioni, cioè più della metà  dei 629 milioni complessivi  attesi dalle quattro regioni coinvolte: in pratica, si tratta in media di 65 euro ad abitante  (bambini compresi), mentre Molise,  Calabria e Campania  se la caveranno con 30-35 euro per residente.  Già oggi il fisco regionale del Lazio è quello più salato. Con i 1.265 medi che chiede a ogni abitante, viaggia su un livello  superiore del 54% rispetto  alla media nazionale e si lascia dietro le regioni ricche  del Nord e i territori alpini  a statuto autonomo». Di taglio basso un’intervista al ministro Ferruccio Fazio: “Niente bancomat per  chi è in deficit”: il ministro spiega perché ha detto di no all’uso dei fondi Fas per ripianare i deficit: «I Fas servono per lo sviluppo ed è possibile  un loro impiego se esiste un progetto credibile di correzione strutturale,  per lo sviluppo appunto,  della sanità regionale. Ma  dobbiamo esserne assolutamente  certi. Senza risanamento non può esserci sviluppo». Alla questione è dedicato anche uno dei commentini anonimi a pagina 14 “È il federalismo, bellezza”: «In tempi di federalismo sarebbe stata davvero incomprensibile l’ennesima assoluzione per chi non rispetta i patti. Eppure i governatori interessati (tutti di centro-destra) hanno  le loro ragioni nel sottolineare come l’inedita fermezza del governo rischi di penalizzare chi ha ereditato la malagestione dei precedenti amministratori;  e, soprattutto, i cittadini e le imprese che già scontano una bassa qualità dei servizi. Avranno ancora  più ragione, quei presidenti neoeletti, se nelle prossime settimane sapranno adottare misure  radicali di risanamento: potranno così evitare, al fotofinish, l’aumento delle imposte e dimostreranno ai propri elettori di aver fatto   la scelta giusta».

“Le tasse aumentano. Causa Sanità“. ITALIA OGGI fa chiarezza sulle cifre del deficit. Il Lazio è sotto di 1,6 miliardi, la Calabria e la Campania circa 1, il Molise 110 milioni. I debiti della Calabria però potrebbe essere superiori. Kpmg, che sta lavorando in qualità di advisor per calcolare l’ammontare esatto del disavanzo sanitario, a febbraio 2009 aveva accurato un rosso di 1,7 mld di euro. Ma qualcosa la giunta precedente aveva fatto. Infatti, riporta ITALIA OGGI, la giunta di Agazio Loiero «aveva varato un piano di rientro basato sulla riorganizzazione della rete ospedaliera e sul controllo della spesa farmaceutica, con la reintroduzione del ticket. Interventi hanno riguardato anche il personale, con la limitazione del turn over e la sospensione di alcuni concorsi»·

Titolo asciutto su AVVENIRE, che parla di “Sanità in rosso, rischio tasse per quattro Regioni”. Lazio, Calabria, Calabria e Molise le Regioni nel mirino, esclude dall’accesso ai fondi Fas. «Tolto il bancomat a quattro regioni», dice poi il pezzo, riprendendo l’immagine usata da Fazio. I fondi potranno essere sbloccati quando queste quattro regioni daranno garanzie sulla certezza dei conti e per l’avvio della riqualificazione della rete assistenziale. Alla notizia, dice AVVENIRE, Luca Zaia «esulta» mentre Roberto Formigoni rimarca «chi rompe paga». La Polverini si impegna «non imporrò ticket, non saranno i cittadini a pagare, bisogna ridurre i costi delle Asl: stiamo lavorando senza posa». Quello che chiede è una proroga, «in virtù del caso Marrazzo», ma promette che le misure «saranno incisive, non provvedimenti tampone»: «tagli degli sprechi, intervenendo sui bilanci delle Asl, riducendone il numero, e potenziando il controllo della spesa farmaceutica». 

«Sanità, le Regioni in rosso dovranno aumentare le tasse» è il richiamo in prima pagina per LA STAMPA che già in prima osserva come « I cittadini delle regioni interessate rischiano rincari fino a 300 euro». Nelle due pagine interne (la 8 e la 9) quello del governo viene definito un «diktat». Tre opinioni vengono richiamate con evidenza: Rossana Dettori, segretaria generale Funzione pubblica della Cgil che osserva «Questa decisione è l’ennesima violazione del principio universale del sistema sanitario del nostro Paese»; Stefano Caldoro, governatore della Campania che afferma: «Qualunque ritocco sarebbe impensabile. Abbiamo già le imposte più alte di tutta Italia» e infine Stefano Fassina, responsabile economia del Pd «Sarebbe grave dare il via libera all’aumento dell’addizionale in un momento così difficile per tutti». Sul tema vengono intervistati i governatori della Lega «Il Nord non deve pagare per gli errori degli altri», riassume il titolo. Le parole di Roberto Cota che aprono l’articolo sono: «Il Piemonte sta facendo dei sacrifici per contenere la spesa sanitaria (…) Il Piemonte e tutto il nord non possono più accettare che la spesa cresca tanto poi arriva Pantalone, cioè il governo a ripianare pagando a piè di lista» e il resto del colloquio tra il giornalista e il governatore piemontese è tutto un contrappunto rispetto alle obiezioni dei rappresentanti delle regioni in rosso. Non cambia il tenore delle risposte di Luca Zaia che osserva: «I buchi nella sanità ci sono perché non si è avuto il coraggio di razionalizzare, chiudendo i presidi ospedalieri non più degni di questo nome, investendo in tecnologia e innovazione. Vuol dire che se non lo fanno con le buone, lo faranno con le cattive». Salva però i  quattro governatori neo eletti «che hanno ereditato situazioni disastrose. Ma ora serve un salto di mentalità, tiriamo una riga e partiamo da qui. Il Sud è così non perché ha avuto di meno, ma perché ha avuto di più e ha usato male i fondi. È il risultato di classi dirigenti che h anno portato devastazione».

E inoltre sui giornali di oggi: 

EURO CRISI
IL MANIFESTO – «La Spagna sciopera, la Grecia sotto stress, gli States sotto sfratto» diario della crisi economica in Europa con la presentazione in sintesi della situazione in alcuni paesi come la Spagna dove è stato proclamato uno sciopero generale il 2 giugno in risposta alla manovra di Zapatero, manifestazioni anche in Romania dove il governo ha proposto un piano d’austerity da «lacrime e sangue», mentre in Grecia la situazione è quella conosciuta. L’articolo conclude: «Ai nostalgici del capitalismo “modello anglosassone” va sempre ricordata la notizia di giornata: i pignoramenti di case, negli Usa, nel mese di aprile hanno fatto registrare il record storico: +45% rispetto a un anno fa. Quando le cose andavano già malissimo. Meditate, Giavazzi nostrani».

NON PROFIT
AVVENIRE – Primo piano sul festival del fundraising che chiude oggi a Castrocaro. Il pezzo rilancia l’allarme già segnalato dall’ultima rilevazione dell’Istituto italiano per la donazione, secondo cui nel 2009 il 18% delle associazioni ha visto calare le donazioni. Valerio Melandri lamenta: «quel che manca è più che altro una politica del fundraising, a cominciare dal 5 per mille». E rilancia l’idea di far sapere alle onlus i nomi di chi ha donato il 5 per mille a loro, in modo da fare campagne più mirate e meno costose. A piede anche la presentazione del Libro Verde presentato ieri dal Forum del Terzo Settore: «vogliamo sederci al tavolo delle riforme per costruire una società più giusta», dice Andrea Olivero.

CACCIATORI
CORRIERE DELLA SERA – “Diventa un’eroina su Facebook la guardia uccisa”. Erika della Casa racconta la vicenda che ha portato all’uccisione di due guardie zoofile sulle alture di Genova con in primo piano la foto di Paola Quartini, 55 anni, iscritta alla Lipu di Genova uccisa da Renzo Castagnola con tre colpi di pistola: «Un piccolo cuore rosso di cristallo offerto sul palmo di una mano, un cuore fatto di lumini accesi nel buio e poi foto di cuccioli, disegni, poesie, gli animalisti hanno creato su Internet un altare virtuale per Paola Quartini, 55 anni. E per Elvio Fichera, 72 anni. Sono le guardie zoofile uccise nelle alture di Genova dal cacciatore Renzo Castagnola che poi si è ucciso. Si erano presentati, Paola e Elvio, accompagnati da vigili urbani e carabinieri per notificare il sequestro dei dieci cani da caccia di Castagnola. Sembrava tutto tranquillo, poi l’uomo è andato a prendere una pistola automatica a casa, è tornato al canile e ha sparato per prima a Paola, con accanimento: dopo averla colpita al petto e alle gambe le ha sparato in bocca, poi ha colpito Elvio alla testa». 

SICUREZZA
IL MANIFESTO – A pagina 6 un articolo sulle nuove telecamere “intelligenti” presentate dal vicesindaco di Milano Riccardo De Corato e si osserva come a Londra, dove sono già in uso, un rapporto interno della polizia londinese «500 milioni di sterline sarebbero stati spesi inutilmente se è vero che in un mese hanno contribuito alla cattura di soli 8 ladri su oltre 200 sospetti. Intelligenti ma un po’ pigre». L’articolo di Luca Fazio osserva come «Milano con 1.326 telecamere è già tra le città più videosorvegliate d’Europa e, secondo le statistiche periodicamente certificate dalla questura è una delle metropoli più sicure al mondo – ci tocca passare in rassegna gli  incubi personali del vicesindaco Riccardo De Corato per capire quale sia il vero motivo per cui si buttano via circa 8 milioni di euro».  E conclude «Una volta, come scriveva Bianciardi, a Milano erano sospetti anche i tipi che se la prendevano comoda, facendo flanella senza meta – quindi probabilmente, bisognerà milanesizzare il software per non farsi sfuggire almeno i fancazzisti. L’opposizione è avvisata, vi stanno riprendendo: almeno, sorridete».
 
RIFIUTI 
LA STAMPA – Due pagine sono dedicate alla nuova emergenza rifiuti a Palermo ragione per cui i «medici greci annullano il loro congresso: “Troppa sporcizia, cambiamo città”». Sul tema viene intervistato Walter Ganapini, ultimo assessore all’Ambiente in Campania a gestire l’emergenza rifiuti, è stato presidente di Greenpeace Italia ed è membro onorario del Comitato scientifico dell’Agenzia europea dell’ambiente «In Sicilia è peggio che a Napoli» sintetizza il titolo. La ragione? «Perché la Sicilia è gravata da un enorme deficit impiantistico», in pratica in Campania gli impianti per il trattamento rifiuti c’erano, ma è stato gestito il tutto in maniera disastrosa e poi negli ultimi due anni si è alzata la percentuale di raccolta differenziata. Ganapini passa in rassegna le varie possibilità di trattamento con una premessa «occorre sempre una selezione della spazzatura». Per quanto riguarda Palermo osserva che la discarica di Bellolampo è «un fenomeno inquietante, peggio delle discariche del Cairo». La conclusione è dedicata alle analogie tra l’emergenza napoletana e quella palermitana «Vent’anni fa portai a Palermo i primi contenitori per la raccolta differenziata di carta e vetro e fu una vera festa. Oggi registro, sia in Sicilia che in Campania, la volontà dei cittadini di migliorare l’ambiente che li circonda. Bisogna solo fornire loro servizi efficienti che siano all’altezza, e questo lo devono fare gli amministratori».
 
RELIGIONI
ITALIA OGGI – Una breve nella sezione Diritto & Fisco, riporta che il  consiglio dei ministri ha approvato sei disegni di legge che regolano i rapporti fra lo stato e alcune confessioni religiose. Si tratta della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli ultimi giorni, della Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia ed Esarcato per l’Europa meridionale,  della Chiesa Apostolica in Italia, dell’Unione Buddista italiana, dell’Unione Induista italiana, Sanatana Dharma Samgha, della Congregazione cristiana dei testimoni di Geova in Italia. 

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