Non profit

Zanetti, Cordoba & Co. L’impegno sociale è un gioco di squadra

Le attività umanitarie della società e dei singoli calciatori

di Redazione

Inter Campus dal 1997 fa cooperazione in chiave sportiva.
Ma anche i campioni non dimenticano le loro originiIl fiore all’occhiello del sociale nerazzurro è sicuramente Inter Campus. Nata nel 1997, oggi è presente con 22 progetti di cooperazione in 21 Paesi. «Ogni anno insegniamo i valori dello sport a quasi 10mila bambini bisognosi tra gli 8 e 14 anni», racconta Nicoletta Flutti, direttrice Comunicazione e progetti di sviluppo Inter Campus, «Collaboriamo con 200 operatori locali e altrettanti volontari» ai quali l’Inter fornisce attrezzature e know how.
Javier Zanetti è il capitano in campo ed è anche il più attivo fuori. «Ho avuto un’infanzia difficile», racconta, «ognuno di noi ha una certa responsabilità sociale all’interno della sua comunità; si deve cercare di mettere tutto il proprio impegno e fare più sforzi possibili per raggiungere un obiettivo comune, proprio come si fa in una squadra di calcio». Con la moglie Paula ha dato vita a Fondazione Pupi, che si occupa dei bambini argentini. Assieme ad Esteban Cambiasso, mastino del centrocampo detto anche “cuchu”, pure lui di Buenos Aires e suo grande amico, ha messo in piedi un centro di formazione calcistica a Milano, i Leoni di Potrero (“potrero” è il campetto di periferia). «Colombia te quiero ver» è invece l’associazione del difensore Ivan Ramiro Cordoba, per i bambini non vedenti e indigenti del suo Paese, mentre la Fondazione Facchetti, dedicata all’indimenticabile terzino, si occupa dello studio e della cura dei tumori.
Ma non ci sono solo i numeri uno da copertina. Il terzo portiere, Paolo Orlandoni, già in organico ai tempi del mitico Walter Zenga e rimasto a fare il gregario per amore della maglia, ha una figlia, Emma, affetta dalla sindrome di Down, nata al San Gerardo di Monza tra le cui corsie alcuni genitori hanno messo in piedi Capirsi Down, una onlus dedicata a questa sindrome. Da allora, insieme alla moglie Martina, il giocatore sostiene economicamente l’associazione.

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