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Pedofilia, la rivoluzione di Fatima

Le forti parole del Papa in Portogallo scuotono la Chiesa

di Franco Bomprezzi

Inizia in modo clamoroso il viaggio del Papa in Portogallo: nella terra di Fatima il Pontefice associa “i terrificanti peccati dentro la Chiesa” alla terza profezia. I giornali danno il giusto rilievo a questa fortissima presa di posizione sul tema della pedofilia.

“«Nel mistero di Fatima anche i mali della Chiesa»”, questo il richiamo in prima sul CORRIERE DELLA SERA, che alla visita di Benedetto XVI in Portogallo riserva le pagine 18 e 19. Le parole del Papa danno il titolo di apertura: “«Terrificanti i peccati dentro la chiesa»”. E nel sottotitolo: nel terzo mistero di Fatima anche la tragedia della pedofilia. Questo il passaggio clou del pezzo di Gian Guido Vecchi: «Oggi – dice il Pontefice – lo vediamo in modo realmente terrificante: la più grande persecuzione della Chiesa non viene dai nemici fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa». Nessun alibi per chi nella Curia come denunciava il cardinale Schoenborn, insabbiò i casi pensando di difendere l’istituzione da attacchi esterni…«Il perdono – aggiunge Ratzinger – non sostituisce la giustizia». Il pezzo a commento è invece firmato da Vittorio Messori (“Gli abusi dei sacerdoti come «frecce e pallottole»”): «Le persecuzioni di cui parla Fatima, rileva il Papa, può venire da fuori, come è annunciato nel testo noto, ma anche dall’interno. Le sofferenze della Catholica, a cominciare dallo strazio del Papa, sono inflitte da chi sta fuori, ma pure da chi sta dentro. Questi abusi di sacerdoti sono per il capo della Chiesa comparabili alle «pallottole e alle frecce» tirate dai miscredenti». 

Piccolo richiamo in prima su LA REPUBBLICA per Ratzinger a Lisbona, da cui riferisce, a pagina 17, l’inviato Marco Ansaldo. “Il Papa a Fatima: «La pedofilia è terrificante»”. «Gli attacchi al Papa non vengono solo da fuori, ma anche da dentro la Chiesa. Vediamo che la più grande persecuzione della Chiesa non arriva da nemici esterni, ma nasce dal peccato all’interno della Chiesa. E questo oggi è  realmente terrificante». Benedetto XVI usa parole forti e chiare. «Insieme alla sofferenza del Papa, che in prima istanza possiamo riferire all’attentato a Giovanni Paolo II, nel messaggio di Fatima ci sono indicazioni sul futuro della Chiesa… Il Signore ha detto che la Chiesa sarà sofferente fino alla fine del mondo. E  oggi questo lo vediamo in modo particolare». È una nuova interpretazione del terzo segreto di Fatima, quella che il Pontefice ha consegnato a Lisbona. Non solo: ha anche aggiunto che «La Chiesa ha dei santi ma anche figli riottosi e persino ribelli e che si è messa una fiducia forse eccessiva nelle strutture e  nei programmi ecclesiali, nella distribuzione di poteri e funzioni». L’approfondimento di Giancarlo Zizola riguarda i messaggi di Fatima. Usati per preannunciare sciagure «minacciare la vendetta di un Dio sadico sull’umanità». Benedetto XVI  ora cerca di dare un nuovo contributo alla purificazione della devozione mariana e di spiegare diversamente gli scritti delle veggenti: «le persecuzioni più terribili irrompono dal suo peccato interno, non dall’esterno… smantella sia la tesi pigra del vittimismo curiale che sacrifica lo scandalo della pedofilia su un presunto complotto secolarista… sia le versioni fondamentaliste dei “segreti” riciclati come corpi contundenti all’interno delle lotte ecclesiali sulla riforma cattolica».

“Nel terzo segreto di Fatima c’erano i preti pedofili” titola IL GIORNALE riprendendo le parole di Benedetto XVI che ha affermata che «la profezia non si rivolge solo al passato ma riguarda anche le attuali sofferenze  del clero». Andrea Tornielli riporta: «la più grande persecuzione non viene dai nemici di fuori ma nasce dal peccato nella Chiesa» e nota: «E’ la prima volta che il Papa usa parole così forti e dirette per parlare di quanto sta accadendo. Dobbiamo imparare  proprio questo dato che il male attacca  anche dall’interno ma sono sempre presenti le forze del bene e alla fine il Signore è più forte del male e la Madonna è la garanzia».

IL MANIFESTO propone una vignetta di Vauro in prima e un articolo in falsa apertura di pagina 6 per parlare della visita del Papa in Portogallo. Nel disegno di Vauro sono rappresentati il Papa e la Madonna di Fatima sotto la didascalia: «Il Papa “la pedofilia nella chiesa tra i segreti della Madonna di Fatima”» e la Madonna che dice: «Ehi non provare a fare a scaricabarile!». A pagina 6 Luca Kocci scrive, nell’articolo dal titolo: «Il papa vola a Fatima e riconosce i peccati della Chiesa», «La madonna di Fatima lo aveva previsto (…) Benedetto XVI, già sull’aereo che lo porta a Lisbona per la visita apostolica di quattro giorni in Portogallo, risponde a una domanda dei giornalisti sugli abusi sessuali compiuti da centinaia di preti in tutto il mondo e coperti dalle gerarchie ecclesiastiche e ribalta la strategia (disastrosa) perseguita dal Vaticano fino a qui. (…) Quella di Benedetto XVI è un’interpretazione del tutto nuova del cosiddetto “terzo segreto di Fatima”» E conclude: «(…) dice ancora il papa ai giornalisti sul volo Roma – Lisbona “La Chiesa ha quindi bisogno di reimparare la penitenza, accettare la purificazione, imparare il perdono ma anche la necessità della giustizia. Il perdono non sostituisce la giustizia!. Un’ambiguità tra divino e secolare che rappresenta almeno l’intenzione di un’apertura maggiore alle decine di tribunali temporali contro i pastori che sbagliano».
  
Su IL SOLE 24 ORE l’inviato a Lisbona Carlo Marroni firma “Il Papa: anche la pedofilia nel terzo segreto di Fatima”.  Durante il viaggio sul volo Alitalia che lo avrebbe portato in Portogallo Joseph Ratzinger «ha decretato che la persecuzione di cui è (o sarebbe) oggetto la Chiesa negli ultimi tempi arriva dal suo interno, che il terzo segreto di Fatima, va letto in modo diverso da come fino ad oggi era conosciuto dal mondo cristiano, che lo scandalo della pedofilia va affrontato in modo del tutto nuovo. Insomma, si deve ricominciare da capo, dai cardini della fede, dalle basi, tralasciando ogni deriva sociale, politica o culturale». Marroni si addentra poi nel discorso del Papa che «sembra quasi un manifesto programmatico» e «in realtà nascone molto, sopratutto in un momento di grave crisi della Chiesa-istituzione e di evidente sofferenza della stessa figura del Pontefice, tanto da rendere necessarie manifestazioni di sostegno (come quella di domenica prossima)». Benedetto XVI ha spiegato che «le attuali “sofferenze” della Chiesa, in conseguenza degli abusi su minori commessi da sacerdoti fanno parte del terzo segreto di Fatima. “Oggi le più grandi persecuzioni alla Chiesa non vengono da fuori ma dai peccati che ci sono dentro la Chiesa stessa”: un fatto “realmente terrificante”, riferito esplicitamente allo scandalo della pedofilia, che deve essere affrontato senza tentennamenti o operazioni di insabbiamento. “Il perdono non sostituisce la giustizia” ha detto Benedetto XVI». 
 
Il titolo di apertura di AVVENIRE è “La scossa del Papa”, con subito un virgolettato di Benedetto XVI che smonta la tesi dell’attacco al Papa e dice invece «nasce dal peccato nella Chiesa la persecuzione più grande». Se oggi vediamo «in modo terrificante» come «gli attacchi al Papa e alla Chiesa» vengono «non solo da fuori» ma «proprio dall’interno della Chiesa, dal peccato che esiste nella Chiesa», ciò che occorre capire è come «la Chiesa ha profondo bisogno di reimparare la penitenza, accettare la purificazione, imparare il perdono ma anche la necessità della giustizia». È così che il papa inquadra lo scandalo dei preti pedofili e anche il senso del terzo segreto di Fatima, con quell’accenno alla “grande sofferenza del Papa”: «sono sofferenze della Chiesa che si annunciano. Il Signore ci ha detto che la Chiesa sarà per sempre sofferente». Un cenno anche alla questione economica: il Papa ha ammesso che «spesso» la fede cattolica ha lasciato, in passato, le questioni economiche al mondo pensando solo «alla salvezza individuale», mentre ora Benedetto XVI invita il positivismo economico a entrare in dialogo con una visione etica dell’economia: tutta la Dottrina sociale della Chiesa «va nel senso di allargare l’aspetto etico e della fede, oltre l’individuo, alla responsabilità del mondo, a una razionalità “performata”’ dall’etica». D’altra parte, ha concluso, «gli ultimi avvenimenti sul mercato in questi ultimi due-tre anni hanno dimostrato che la dimensione etica è interna e deve entrare nell’interno dell’agire economico. Solo così l’Europa realizza la sua missione». L’editoriale di Pierangelo Sequeri si sofferma sulla questione della Chiesa che deve fronteggiare il peccato: «non ci si deve limitare a proteggere l’albero dalla tempesta. Lo si deve curare, tagliando i rami secchi». La Chiesa confessa la propria vulnerabilità al peccato, dice Sequeri, ma allo stesso tempo «i credenti si disincantino: non devono aspettarsi niente che non tocchi a loro fare. Lo facciano». 

“La pedofilia nei segreti di Fatima”. Fotonotizia in prima pagina de LA STAMPA e un servizio a pagina 8 e 9 sulle dichiarazioni di Benedetto XVI a Fatima. L’articolo che segue dalla prima di Michele Brambilla mette a confronto le interpretazioni dei due Papi, Wojtyla e Ratzinger, del terzo segreto di Fatima riportando commenti di Vittorio Messori, il teologo che ha scritto due libri con entrambi i pontefici. Benedetto XVI, dice Messori, ha completato l’interpretazione di Wojtyla, il quale aveva letto nel messaggio di Fatima soprattutto la profezia dell’attentato a lui rivolto. LA STAMPA scrive che il discorso di ieri sconfessa «il luogo comune» che vede Ratzinger come «reazionario» e burbero censore. «Le sue parole di ieri sono al contrario indice di un comportamento, se ci si passa il termine, “rivoluzionario”. È forse la prima volta che un papa pronuncia un “mea culpa” sulla propria Chiesa: quella di oggi, non quella del passato. Al tempo stesso, sul tema della pedofilia Ratzinger spazza via la teoria del complotto: che qualcuno su questo scandalo ci marci, anche amplificandolo e strumentalizzandolo, è un fatto; ma che all’interno del clero sia accaduto qualcosa di molto grave, è il fatto».

E inoltre sui giornali di oggi:

GRAN BRETAGNA
CORRIERE DELLA SERA – Da leggere il commento di Beppe Severgnini all’accordo Cameron-Clegg che ha portato il leader del Tories a Downing Street (“Dave & Nick scelta pragmatica”): «…Oggi Cameron & Clegg la maggioranza ce l’hanno. Se avessero bisogno anche di un motto, può prestarglielo la baronessa Thatcher, che un giorno s’inventò TINA: There Is No Alternative. E quando non c’è alternativa che si fa? Semplice: si prende l’unica strada possibile. In questo caso l’ingresso dei liberaldemocratici nel governo. È certo che la politica verso l’Unione Europea sarà quella dei conservatori: niente euro, per nessun motivo. Ed è probabile che l’attuale sistema maggioritario, che tante difficoltà ha creato ai liberali per ottant’anni, verrà sottoposto a referendum. E confermato. Tutto questo si vedrà. Per adesso si vede altro, ed è altrettanto interessante: lo spettacolo di un Paese dove le campagne elettorali non sono guerre civili verbali e i risultati vengono accettati con fair-play. E — ripeto — pragmatismo. Da parte degli elettori — consapevoli che un governo serve — e da parte degli eletti. Cameron sa di non aver ottenuto la maggioranza plebiscitaria che consentì a Thatcher e Blair di rivoluzionare il Paese. Clegg è consapevole di non aver sfondato. Il nuovo primo ministro —su Google, ieri sera — veniva dopo James Cameron (regista canadese) e Cameron Diaz (attrice californiana): ha molto da fare e da dimostrare. Il leader liberale deve convincere gli elettori di essere «not just a pretty face», non solo una bella faccia capace di sedurre in tv. Due leader col senso del limite: prestateceli». 

ECONOMIA
IL MANIFESTO – «Mano lesta» è questo il titolo di apertura che sfonda una grande foto di Giulio Tremonti. «”Manterremo la barra diritta” aveva detto il ministro dell’economia Giulio Tremonti solo la settimana scorsa. Sarà dirittissima: entro maggio il governo approverà una finanziaria di emergenza da 25 miliardi di euro. In quali tasche andrà a prenderli? Per l’Ocse i salari dei lavoratori italiani sono i più bassi d’Europa, per il Fmi la ripresa italiana è debole. E dopo l’effimero trionfo di lunedì le borse riprendono a colare a picco. Insieme all’euro» scrive IL MANIFESTO annunciando le due pagine che affrontano i temi economici con un focus sulla situazione italiana e francese. In Francia gli economisti sono contro la manovra Ue, viene raccontato nell’articolo «Macché solidarietà chiamiamolo rigore» che si chiude ricordando che in Francia finiranno gli interventi eccezionali decisi nel febbraio 2009: «saranno annullati gli sgravi fiscali e gli assegni destinati ai più sfavoriti. Lo stato risparmierà 2,5 miliardi di euro alle spalle dei più poveri. Ed è solo l’inizio».

MICROSOFT
IL SOLE 24 ORE – «Ritorna Microsoft Office, da domani la suite per la produttività individuale più diffusa al mondo, quella che fa lavorare imprese e studenti, liberi professionisti e topo manager, sarà in vendita interamente rinnovata e adeguata anche al mondo del web 2.0 e dei software come servizio fruibile online in stile con applicazioni “web based” tipo Google». Questo il tema dell’articolo a firma di Mario Cianfalone “La svolata social di Office 2010”. «Gli applicativi Word, Excel, PowerPoint e OneNote, ma anche in edizione web based SharePoint Server, Visio e Project, sono adesso disponibili anche via internet. Office 2010 è stato sviluppato seguendo la filosofia progettuale di Windows 7: semplificare e rendere più moderno il software. Così come Seven ha fatto piazza pulita delle sviste di Vista, soprattutto in termini di difficoltà d’uso e pesantezza per la macchina che lo esegue, Office 2010 fa tabula rasa di quelle macchinosità tipiche della versione 2007, che da una parte presentava un aspetto moderno, decisamente diverso da quello solito di Office, ma dall’altra disorientava anche gli utenti esperti, che non trovano più comandi e funzioni seppur semplici». Ecco il clou «il bello del nuovo Office non è tanto nelle componenti tradizionali quanto nella sopracitata doppia natura online e offline. E così si può lavorare direttamente dal browser, strumento molto comodo soprattutto quando si è in mobilità e non si usa la propria postazione o il proprio pc. Office Web Apps permette di accedere ovunque ai documenti personali e di lavoro». 

CARCERE
LA REPUBBLICA – La proposta di Alfano cambia sotto la spinta di Maroni: l’ultimo anno ai domiciliari sarà stabilito di volta in volta dal giudice. Soddisfazione dell’Idv, discreto consenso da parte del Pd, plauso dell’Anm, silenzio da parte della senatrice Bernardini (in sciopero della fame da un mese per ottenere la legge originaria che concedeva automaticamente i domiciliari). Secondo il presidente di Antigone, Patrizio Gonnella com’è formulata ora è una «legge inutile perché non avrà alcun effetto deflattivo».

LA STAMPA – “Carceri, vince la linea della Lega”. Il governo stralcia l’articolo del cosiddetto ddl svuota-carceri che avrebbe permesso ai detenuti di scontare l’ultimo anno di pena a casa. E’ passata la linea voluta dal ministro leghista Roberto Maroni e ora la commissione giustizia della Camera dovrà votare un emendamento presentato dal governo che attribuisce al magistrato di sorveglianza la valutazione caso per caso «l’idoneità del domicilio». LA STAMPA intervista il presidente di Antigone, associazione che si occupa di diritti e garanzie nelle carceri, Patrizio Gonnella, il quale dice che con questo emendamento non cambia molto rispetto alla situazione presente. Già ora il magistrato di sorveglianza valuta caso per caso, la novità del ddl stava proprio nell’automatismo della norma. Il sovraffollamento della carceri resta, possibili soluzioni? Gonnella dice: «Eliminerei la detenzione per alcune ipotesi di reato come il decreto di espulsione o alcune condotte legate alla tossicodipendenza. Le carceri si svuoterebbero di decine di migliaia di persone che non fanno altro che entrare e uscire perché non sono ritenuti pericolosi e per le quali sarebbe più utile la sistemazione in altre strutture».

IMMIGRAZIONE
ITALIA OGGI – “Cittadinanza con pagella”. Cittadinanza a punti per gli stranieri. ITALIA OGGI parla dello schema di regolamento messo a punto dal ministro del Welfare Maurizio Sacconi, presto al vaglio del consiglio dei ministri. La richiesta del permesso di soggiorno sarà vincolata a un percorso di integrazione sancito da un accordo tra stato e immigrato, cont anto di pagella contenente crediti e debiti legati al senso civico e al rispetto delle leggi. Gli immigrati dovranno raggiungere un punteggio massimo di 30 crediti in due anni. Se lo score resta a zero gli stranieri saranno automaticamente espulsi.

PROTEZIONE CIVILE
AVVENIRE – Il prefetto Franco Gabrielli lascia L’Aquila dopo tredici mesi. Da sabato sarà il vice di Bertolaso alla Protezione Civile. Una nomina, precisa che risale al 30 settembre scorso ed è slegata dalle vicende giudiziarie. Gabrielli difende la trasparenza nella ricostruzione: su 2mila controlli su aziende per avere il certificato antimafia, solo 9 sono state negative. 

PERUGIA-ASSISI
IL MANIFESTO – «Marcia della pace, il generale incontra i pacifisti» è il titolo dell’articolo (pagina 8) che racconta di un «summit anomalo tra il capo di stato maggiore Camporini e la società civile». Si è trattato di «Un incontro tra mondi distanti ma l’inizio di un percorso che potrebbe portare le Forze armate e la società civile a dialogare. L’incontro di ieri tra i militari e il direttivo della Tavola della pace alla vigilia della Perugia – Assisi di domenica prossima è stata la scommessa che è anche un po’ il segno dei tempi». Assente all’incontro la politica «Camporini argomenta che di fronte all’assenza del mondo politico, i problemi si possono risolvere solo integrando le capacità di forze armate e pacifisti. Terreno scivoloso. L’intervento dei militari nelle zone di conflitto può piantare le fondamenta su cui si costruisce il lavoro delle organizzazioni civili perché, dice il generale, “non c’è pacifista più pacifista dei militari”. Lotti controbatte che “non c’è un modo gentile di fare la guerra, uccidere, distruggere”. Dialogo da posizioni distanti, ma primo passo che, pur mantenendo fermi ruoli e principi, lascia aperta una porta».

SOMALIA
AVVENIRE – Il primo piano è dedicato alla bella storia di Hawa Abdi Dhiblawe, medico somalo, ginecologa, che ha fondato nel 1983 una non profit che gestisce un ospedale che porta il suo nome, in cui ha lavorato per quasi trent’anni, curando e accogliendo i profughi somali in fuga. Aveva anche una collaborazione con la cooperazione italiana e con il Cefa. I signori della guerra, infastiditi, ora l’hanno bloccata: non può lavorare perché è donna, lo dice la sharia. Nelle settimane scorse è stata più volte minacciata, attaccata, le sono stati chiesti soldi, è stata rapita per alcune ore. Ora lei è costretta in casa, l’ospedale è diventato una base dell’Hizbul Islam. 


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