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L’Africa sulla Croisette

Due film africani in competizione per la Palma d'Oro. Non accadeva da 13 anni

di Joshua Massarenti

L’Africa fa il suo grande ritorno al Festival di Cannes con due pellicole in corsa per la Palma d’Oro. Non accadeva da 13 anni, un record negativo per questo continente che, nonostante la sua impossibilità a sfidare colossi industriali come Hollywood, ha saputo offrire pellicole memorabili alla storia del cinema.

Il ciadiano Mahamat-Saleh Haroun (nella foto) con “Un homme qui crie n’est pas un ours qui danse” e il franco-algerino Rachid Bouchareb (“Hors-la-loi”) tenteranno di ripetere l’impresa dell’algerino Lakhdar Amina che nel 1987 fu l’ultimo regista africano ad aggiudicarsi il premio più prestigioso del festival con “Chronique des années de braise”. Nella sezione “Un certain Regard”, ci proverà il sudafricano Olivier Schmitz con “Life above all” (La vita prima di tutto), un film tratto dal best seller del canadese Allan Statton.

In questa edizione 2010, per la prima volta nella sua storia, il Ciad avrà l’opportunità di presentare un film. Una sorpresa per molti, ma non per tutti. Il regista ciadiano Haroun non è uno sconosciuto: nel 2006 vinse il Premio della Giuria a Venezia con “Daratt” (Stagione secca). A Cannes, Haroun rende omaggio al poeta della negritudine, Aimé Césaire. Il titolo del film – “Un uomo che ride non è un orso che balla” – è tratto da un verso del “Cahier d’un retour au pays natal”. Racconta la storia di Adam, un maestro di nuoto in un albergo lussuoso della capitale N’Djamena che vorrebbe lasciare il posto a suo figlio. Ma Adbel è incalzato dal governo per partecipare “allo sforzo bellico”. Il padre vive questo scacco difficilmente: senza l’aiuto finanziario di suo figlio, il suo futuro di pensionato è in pericolo.

Dopo il trionfo di “Indigènes”, il regista franco-algerino Rachid Bouchareb presenta sulla Croisette uno dei film più attesi del festival: “Fuori legge” (Hors-la-loi). Se nella pellicola precedente Bouchareb affrontava la partecipazione dei soldati africani nell’esercito francese durante la Seconda Guerra Mondiale, questa volta da spazio a un’altra pagina dolorosa della storia: il colonialismo. L’8 maggio 1945 a Setif (Algeria), il regime coloniale francese fu protagonista assieme ai coloni di una repressione sanguinosa contro i partiti nazionalisti algerini. Più di 50 anni dopo, la classe politica francese non sembra essere riuscita a voltare pagina. Infatti “Hors-la-loi” è rimasto al centro di polemiche violentissime generate da Lionnel Luca, deputato ultraconservatore del partito presidenziale di Sarkozy, che accusa Bouchareb di “revisionismo”. Le accuse sono state riprese e veicolate sul web da siti e associazioni di estrema destra che hanno addirittura minacciato “una crociata sulla Croisette”. La vicenda è risalita ai piani più alti dell’Eliseo: Sarkozy avrebbe chiesto di visionare la pellicola, ma la produzione ha rispedito la richiesta al mittente, blindando la prima proiezione assoluta del film per il Festival di Cannes.


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