Welfare

Il sindacato della polizia giudiziaria critica Maroni

Il Sappe parla di «assenza di sensibilità istituzionale»

di Redazione

«Le dichiarazioni del ministro Maroni, alle quali fa eco l’onorevole Donati dell’Italia dei Valori, non ci sorprendono più di tanto, poiché ci siamo abituati da tempo all’assoluta assenza di sensibilità istituzionale verso i problemi del carcere. Ci dispiace molto dover fare queste affermazioni, perché abbiamo stima del Ministro dell’Interno e di quello che sta facendo nella lotta alla criminalità organizzata. Bisogna però rendersi conto che dopo che la persona viene arrestata inizia un nuovo percorso, quello in carcere, che dovrebbe portare il condannato alla rieducazione. Proprio a tal proposito, le statistiche ci dicono che coloro che scontano tutta la pena in carcere, nell’80% per cento dei casi tornano a delinquere, al contrario di coloro che usufruiscono di misure alternative al carcere. Il D.L. Alfano prevede proprio un modo diverso di espiazione dell’ultimo anno di pena. Quindi, tale provvedimento non deve essere considerato un indulto, ma una modalità diversa di esecuzione della pena. Ci sorprende inoltre il fatto che il ministro Maroni faccia riferimento al braccialetto elettronico, visto che è stato proprio lui, nel recente passato, a dichiararsi contrario all’uso di tale strumento che, peraltro, costa allo Stato italiano ben 110 Milioni di euro per dieci anni di contratto con la Telecom. Ci risulta che proprio al Ministero dell’Interno ci siano 400 braccialetti inutilizzati. Il ministro della Giustizia Alfano non si scoraggi e prosegua su questa strada, avrà tutto il nostro sostegno». È quanto dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, la prima e più rappresentativa organizzazione dei Baschi Azzurri, alle dichiarazioni odierne del Ministro dell’Interno Roberto Maroni sul cosiddetto disegno di legge svuota-carceri.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.