Politica

A Londra il non profit fa gola a tutti

Brown, Cameron e Clegg: programmi sociali a confronto

di Redazione

Nei programmi dei leader la visione sociale è in primo piano. Cameron punta alla “Big Society”, la grande società, in contrapposizione al grande governo che Brown pensa come una “partnership”.
Ma tutti i tre candidati sono d’accordo su un progetto: fare la banca del sociale usando i depositi dormienti
Il risultato delle elezioni in Gran Bretagna era dato per scontato fino al 16 aprile. Quel giorno i tre contendenti per la guida del governo si sono incontrati faccia a faccia nel primo dibattito televisivo nella storia politica del Regno Unito. Il dibattito tra Brown, Cameron e Clegg, rispettivamente leader dei Laburisti, Conservatori e LiberalDemocratici, ha rimesso in gioco la partita. Per la prima volta Nick Clegg, astro nascente della politica britannica alla guida dei LibDem, mette a rischio lo status quo rompendo l’alternanza al potere tra sinistra e destra e portando un nuovo partito al governo.
Si tratta di un altro caso Obama? Fino al dibattito televisivo era luogo comune scartare il voto ai LibDem per principio, dal momento che non avevano alcuna chance di vincere: «È un voto sprecato». Ora è il contrario. Clegg è diventato la speranza che la politica possa cambiare. È il candidato di chi non vuole né Brown né Cameron. Perciò lo Spectator – rivista politica conservatrice – lo definisce il candidato del partito dell’antipolitica. In realtà, si dice, i programmi di Laburisti e Conservatori non sono molto diversi. Cameron non è molto diverso da Blair. Entrambi i partiti si sono alternati al governo negli ultimi cinquant’anni e molti dei loro parlamentari sono inquisiti – alcuni già condannati – nello scandalo dei rimborsi illegali.
Se anche Clegg non vincesse è probabile che si formerà una coalizione per governare, tra LibDem e Laburisti o tra LibDem e Conservatori. Nel qual caso i LibDem chiederanno la riforma del sistema elettorale per passare a un sistema proporzionale: una rivoluzione culturale che potrebbe portare altri partiti minori in parlamento.
Chiunque governerà le priorità sono chiare: sostenere la ripresa economica e tagliare il debito pubblico. I Conservatori si propongono tagli subito e sostanziali al budget nazionale, mentre Laburisti e LibDem voglio addolcire la pillola e diluirli nel tempo.
Che riflessi sul terzo settore? Tagliare i costi significa innanzitutto proseguire nella riforma del welfare state avviata già da Blair. Però, mentre i Laburisti vorrebbero proseguire nella partnership tra governo e terzo settore per l’innovazione in sanità, educazione e servizi sociali, i Conservatori si propongono una riforma radicale di decentralizzazione e privatizzazioni. La chiamano Big Society – la grande società – in contrapposizione al grande governo.
Se vincessero i Conservatori, charity, imprese sociali e associazioni di cittadini si potrebbero trovare a gestire – e finanziare – scuole, ospedali e ogni altro servizio pubblico necessario alla comunità. Ovviamente il terzo settore ammicca alla proposta, anche se i Laburisti sono gli alleati storici.
Di certo il governo taglierà le sovvenzioni a pioggia sostituendole con gare d’appalto alle quali imprese for profit e organizzazioni non profit competeranno. I Laburisti daranno un occhio di riguardo all’inclusione mentre i Conservatori daranno priorità all’efficienza.
Tutti sono consapevoli che le charity e le imprese sociali hanno bisogno di investimenti per sviluppare le proprie capacità competitive. Perciò il prossimo governo lancerà una nuova banca sociale il cui capitale sarà costituito con i depositi dormienti. Il progetto è in cantiere da diversi anni e sarà varato subito dopo le elezioni.
Comunque vada a finire, gli anglosassoni dimostrano di avere una cultura politica aperta al cambiamento. Il cambiamento è possibile e necessario. I politici devono cambiare per rigenerare la politica e dare spazio a nuove idee: quando perdono le elezioni o diventano troppo vecchi devono ritirarsi. Per questo gli inglesi non capiscono la politica italiana.


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