Politica

Ma il governo insiste: pronti 70 milioni

Lo stanziamento arriverà dal Fondo per la famiglia

di Redazione

Il capo dipartimento Marino: «Non faremo la fotocopia del piano Bindi»Quel che ci vorrebbe, diciamolo, è un Piano nidi bis. Perché quello triennale voluto da Rosy Bindi, concluso con il 2009, ha sì aumentato i posti nido disponibili in Italia, portando la copertura media nazionale dall’11 al 16% del fabbisogno (il monitoraggio sull’effetto del piano nel 2009 sarà pronto a breve): ma è la metà rispetto al 33% previsto per il 2010 dagli Obiettivi di Lisbona. Il piano bis, però, non c’è. Per questo il sottosegretario Carlo Giovanardi ha pensato a un “piano B”, che il suo capo dipartimento, Roberto Marino, illustra a Vita.
Vita: In cosa consiste il piano?
Roberto Marino: Giovanardi ha scelto di destinare una quota rilevante del fondo per le politiche per la famiglia alla prosecuzione del Piano nidi, pari a circa 185 milioni di euro: 100 andranno al sistema Regioni ed enti locali, gli altri a interventi di competenza centrale.
Vita: Quanto dei 100 milioni andrà ai nidi?
Marino: L’idea di Giovanardi è che 70 milioni vadano al Piano nidi e 30 a supportare iniziative dei Comuni simili al “quoziente Parma”: questa è la proposta che noi porteremo sul tavolo alla prima Conferenza Stato-Regioni. Certo, questa è per il 2010 una soluzione ponte, che mi auguro sia ponte verso qualcosa d’altro, non verso il nulla: perché l’anno prossimo una cosa del genere sarà irripetibile, visto che i fondi del dipartimento scenderanno a 135 milioni.
Vita: Ci saranno novità rispetto al piano Bindi?
Marino: Noi non vorremmo fare un’intesa fotocopia, terremo conto del monitoraggio fatto su questi tre anni. Certamente non si azzera la situazione, la distribuzione dei fondi sarà legata al monitoraggio di quelli utilizzati nel piano straordinario: è un modo per sollecitare le Regioni a programmare che ha funzionato, perché il 77% dei fondi statali è già stato erogato. Poi occorre ragionare sui costi di gestione, perché l’intesa precedente puntava solo all’incremento dei posti disponibili, quindi si potrebbe pensare che a determinate condizioni nel 2010 si consenta di destinare i finanziamenti alla gestione. Perdura poi lo squilibrio territoriale, per cui bisogna capire quanto spingere sulla questione perequativa. Infine ragionare sulla prospettiva federalista, se ha senso parlare di livelli essenziali, come introdurre i costi standard, se i trasferimenti possono essere legati a standard di qualità.
Vita: Il bando nidi nella PA ha avuto poco successo?
Marino: Le domande sono state pochine, l’idea è di fare un bando bis che allarghi a università, Asl, sanità ed enti locali. Su questo però serve una decisione politica che non è solo di Giovanardi e una riflessione ulteriore, perché l’allargamento alla sanità porterebbe forse a fare un passaggio in Conferenza Stato Regioni.


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