Politica

Piano Infanzia, si cambia così

Giovanardi ha riferito in Senato. Il Piano d'azione sarà presentato «ad horas» all'Osservatorio

di Sara De Carli

Ieri in Senato Carlo Giovanardi ha informato sullo stato di avanzamento del Piano Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza, un piano che – ha detto lui stesso – «costituisce il programma di lavoro, ratificato al più alto livello per la realizzazione di interventi culturali, normativi ed amministrativi a favore dell’infanzia e dell’adolescenza, da realizzarsi a tutti i livelli di governo» e di cui «è quanto mai avvertita l’esigenza» essendo l’ultimo piano d’azione adottato dall’Italia del 2004. Per Giovanardi siamo «giunti ormai in dirittura d’arrivo», dopo due anni e mezzo di gestazione (la prima bozza del nuovo Piano d’azione è stata infatti presentata dall’Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza nell’autunno 2007). Anni in cui, ha sottolineato il sottosegretario, si è sempre utilizzata «una metodologia di lavoro collegiale».

In ritardo perché

Così Giovanardi ha spigato i ritardi dell’ultima fase di lavoro, quella tra l’autunno 2009 e oggi, quando cioè il governo ha ritenuto che anche la seconda bozza presentata dall’Osservatorio fosse da rivedere, confermando quanto aveva già detto a Vita il suo capo dipartimento, Roberto Marino: «si è proceduto quindi, in particolare, alla verifica della coerenza delle azioni poste in capo alle amministrazioni centrali con gli indirizzi governativi, al fine di sottoporre alla deliberazione del Consiglio dei ministri, prevista dalla procedura per l’adozione del Piano, un testo il più possibile condiviso. Se dunque la necessità di questo confronto ha richiesto un tempo maggiore rispetto al previsto per la definizione del documento finale da sottoporre all’Osservatorio, la consultazione preliminare delle amministrazioni interessate avrà poi l’effetto di rendere più spedito l’iter successivo del Piano».

Come cambia il Piano d’azione

Di seguito le parole di Giovanardi, per dire come il governo ha modificato la bozza dell’Osservatorio. Fatto questo lavoro, ha detto Giovanardi, «contiamo, a questo punto, di presentare al più presto (ad horas direi) all’Osservatorio la stesura definitiva del Piano».

Con la finalità di rendere più agile ed incisivo anche il percorso successivo, quello di attuazione del Piano, l’articolazione tematica iniziale è stata ricompresa in quattro direttrici d’azione.

1/ In primo luogo, occorre consolidare la rete integrata dei servizi e il contrasto all’esclusione sociale: è il “contenitore” di un sistema di intervento che dà continuità alle azioni di prevenzione, cura e recupero. Tra le azioni proposte in questo ambito vi sono quelle riguardanti il consolidamento del sistema dei servizi educativi per l’infanzia, il sostegno alla genitorialità e alle famiglie con minori disabili, gli interventi sulle strutture di accoglienza per minori e la promozione dell’affidamento familiare, la prevenzione e la cura dell’abuso e del maltrattamento.

2/ In secondo luogo, occorre rafforzare la tutela dei diritti: è il settore di intervento centrato sulla protezione e sulla tutela prevalentemente giuridica. Fanno capo, tra le altre, a questa direttrice le indicazioni per la riforma del tribunale dei minorenni e dei procedimenti civili in materia di famiglia e minori, l’istituzione del Garante nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, le linee di indirizzo per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile.

3/ In terzo luogo, va favorita la partecipazione per la costruzione di un patto intergenerazionale: è l’ambito di intervento che ha raccolto i contributi progettuali dei gruppi centrati sul protagonismo dei cittadini in crescita. Il tema della partecipazione è fortemente legato al tema del dialogo fra generazioni. La promozione e la salvaguardia dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza richiedono dunque un rapporto significativo con le generazioni adulte, a cui è chiesta un’assunzione diffusa di responsabilità, a cominciare – è evidente – dalle buone relazioni familiari, soprattutto con i genitori. Tra le azioni previste in questo ambito, oltre a quelle destinate a costruire e sostenere i rapporti tra le generazioni, stanno quelle finalizzate al miglioramento della qualità dell’evento nascita e a migliorare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.

4/ In quarto luogo, è necessario promuovere l’interculturalità: è la direttrice in cui sono confluite le proposte riguardanti i minori stranieri ed i minori rom, in particolare per quanto riguarda la prevenzione della dispersione scolastica, il sostegno e l’accompagnamento educativo, ma anche il sostegno alle seconde generazioni.

Un piano d’azione nuovo

Per il sottosegretario questo «non è solo un nuovo Piano d’azione, ma un Piano con caratteristiche nuove». Due gli elementi di continuità: il dare unitarietà e coerenza alle scelte e alle politiche del Governo per l’infanzia e l’adolescenza e, di conseguenza, alle politiche ed ai servizi, evitando scollamenti e frammentazioni tra gli interventi e la cooperazione tra istituzioni pubbliche e realtà del privato sociale.

Anche la discontinuità riguarda due dimensioni. Rispetto all’approccio, il presente Piano non affronta tutto il complesso delle politiche e dei servizi per l’infanzia e l’adolescenza, ma ha identificato alcune dimensioni prioritarie che rappresentano le direttrici di intervento sulle quali ha sviluppato proposte ed azioni coordinate. In primis l’individuo è collocato dentro la famiglia, quale luogo delle relazioni affettive. Rispetto al metodo, la peculiarità è rappresentata dalla scelta di adottare un processo partecipato non solo nella fase della costruzione del Piano d’azione per l’infanzia e l’adolescenza, ma anche della sua attuazione attraverso la programmazione di un percorso di accompagnamento e di monitoraggio permanenti.

Le reazioni

Tra le critiche più dure quelle della sentatrice Carlini (Idv) che ha rilevato come a suo parere il govrno «stia di fatto confondendo le politiche per la famiglia con quelle per i minori. Se è ovvio, infatti, che questi due ambiti sono interconnessi, tuttavia non sono confondibili l’uno con l’altro, perché in tal caso verrebbe negato il principio del superiore interesse del minore. Si rileva uno spostamento verso politiche di contrasto al disagio e all’emergenza sociale piuttosto che finalizzate alla promozione dei diritti».

La senatrice Serafini (Pd) ha sottolienato come «esiste una grande disparità nelle risorse e nei servizi tra Nord e Sud, e la riforma federalista dello Stato, senza una legge quadro dell’infanzia e dell’adolescenza che indichi i livelli essenziali e le priorità, può aggravare le diseguaglianze sociali e territoriali».

La senatrice Bianchi (Udc) ha ricordato «che il sottosegretario Giovanardi aveva già annunciato alla Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza che il Piano d’azione per l’infanzia – sue testuali parole – era pronto: naturalmente tutto ciò si riferiva al mese d’aprile. Il mese di aprile è arrivato e – come egli stesso ha affermato – ancora non è pervenuto al ministro del welfare Sacconi. Naturalmente apprendiamo con grande soddisfazione il fatto che sia pronto, ma ci auguriamo che non rimanga solo sulla carta e che possa venire alla luce in tempi brevi».

La campagna

Già nelle scorse settimane le associazioni promotrici e sostenitrici di “Batti il cinque” avevano avviato una campagna di pressione sulla politica per chiedere l’immediata approvazione del Piano Infanzia. Si può aderire mandando una ecard (in allegato) a Sacconi, Giovanardi e Berlusconi.


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