Economia

Le buone pratiche in un libro

È “Green Brand 2010”. A raccontare i propri sforzi tra gli altri Vodafone, Mc Donlad’s e Coca Cola

di Redazione

Casi aziendali e buone pratiche di marchi e imprese impegnate nel promuovere politiche eco-compatibili. Testimonianze raccolte in un unico volume, il “Green Brand 2010”, presentato all’Università Roma Tre. Per l’occasione, sono state illustrate le case history di Akzo Nobel, Aran Cucine, Barilla, Candy, Coca-Cola Hbc, Enel, Epson, Le Ville Plus, McDonald’s, Philips, Regina, Simply Sma, Sanpellegrino, Vodafone contenute all’interno del libro. Green Brand, giunto alla terza edizione, è, dunque, lo strumento messo a disposizione dei manager per comunicare, soprattutto al cliente finale, gli sforzi attuati per riuscire a diminuire l’impatto delle proprie strutture sull’ambiente, in particolare grazie alla tecnologia. Come dimostrano le case history raccolte dal volume, le aziende, stanno comprendendo l’importanza di implementare strategie di sostenibilità abbinate allo sviluppo tecnologico e all’innovazione.

Uno sviluppo in questo senso «è fondamentale perchè si riesce ad anticipare la crisi e a governare il cambiamento» commenta il geologo Mario Tozzi, moderatore della tavola rotonda di presentazione del volume. Per Tozzi, il Green Brand «pone all’attenzione casi sconosciuti e buone pratiche che possono essere diffuse e rese possibili in altre realtà di impresa. È quasi la scelta di un altro modello di sviluppo».

Le varie aziende, che hanno preso parte alla tavola rotonda, hanno dunque illustrato le proprie strategie ambientali e sottolineato l’importanza dell’innovazione nel segno della sostenibilità. Secondo Caterina Torcia, head of corporate responsibility Vodafone, occorre prima di tutto «essere innovativi dentro l’azienda, quindi parlare di efficienza energetica e rendere sempre più responsabile l’uso della nostra tecnologia».

Come dimostrano le case history raccolte dal volume, le aziende, stanno comprendendo l’importanza di implementare strategie di sostenibilità abbinate allo sviluppo tecnologico e all’innovazione. Uno sviluppo in questo senso «è fondamentale perchè si riesce ad anticipare la crisi e a governare il cambiamento» commenta il geologo Mario Tozzi, moderatore della tavola rotonda di presentazione del volume. Per Tozzi, il Green Brand «pone all’attenzione casi sconosciuti e buone pratiche che possono essere diffuse e rese possibili in altre realtà di impresa. È quasi la scelta di un altro modello di sviluppo». Le varie aziende, che hanno preso parte alla tavola rotonda, hanno dunque illustrato le proprie strategie ambientali e sottolineato l’importanza dell’innovazione nel segno della sostenibilità. Secondo Torcia occorre prima di tutto «essere innovativi dentro l’azienda, quindi parlare di efficienza energetica e rendere sempre più responsabile l’uso della nostra tecnologia».

Contenuti che, dopo essere stati sviluppati all’interno, devono essere portati al grande pubblico. Come ad esempio il progetto di comunicazione delle Vodafone “My Future” che «parte dalla raccolta dei telefoni e arriva all’installazione di impianti fotovoltaici nelle scuole di Italia passando per un nuovo taglio di ricarica che si chiama ecoricarica». Nel campo della sostenibilità «l’impegno di Enel è a tutto campo e riguarda tutto il portafoglio di tecnologie che gestiamo oltre all’impegno per migliorare l’efficienza energetica, la ricerca e l’innovazione» ha spiegato Giuseppe Montesano, responsabile politiche ambientali di Enel. E anche per Coca Cola l’attenzione alle tematiche ambientali «è costante con temi che vengono affrontati trasversalmente con i nostri colleghi e che poi hanno dei risultati all’esterno» ha commentato Alessandro Magnoni, general affairs director Coca-Cola Hbc Italia.

Ad esempio «un’iniziativa importante è il “Total Quality day” che riguarda tutti i nostri stabilimenti 2 giorni l’anno. In pratica, chiudiamo gli stabilimenti e dedichiamo 2 giorni alla formazione dei nostri colleghi e delle famiglie che ne vogliono prendere parte. È un’inziativa che ha destato interesse e ammirazione nelle Regioni in cui siamo presenti».

E tra i green brand non poteva mancare anche il fast food più famoso del mondo, McDonald’s. Su un’innovazione sostenibile «il nostro impegno è fondamentale perchè siamo consapevoli di avere un’impronta pesante. Intanto dunque iniziamo a capire quanto incidiamo sull’ambiente», ha spiegato Carla D’Andrea, environmental manager McDonald’s.

Sono temi che secondo D’Andrea «ci deve credere tutto il management dell’azienda e lo deve condividere con tutta la piramide. E noi lo condividiamo anche con i nostri clienti che sono molto attenti». Inoltre «stiamo educando i nostri stessi colleghi, abbiamo delle sezioni alle quali partecipiamo ciclicamente, perchè la consapevolezza di dipendente e cittadino deve coincidere» ha concluso.


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