Non profit

Balotelli, solo contro (quasi) tutti

Il gesto clamoroso del campione dell'Inter sulle prime pagine dei giornali

di Franco Bomprezzi

Balotelli conquista le prime pagine dei quotidiani, perché la clamorosa rottura fra il calciatore, i suoi compagni dell’Inter e soprattutto i tifosi, maturata al termine della strepitosa vittoria in Champions contro il Barcellona, riporta in primo piano tutti i giudizi e i pre-giudizi su questo giovane aspirante campione. Adesso però il tema di fondo non è il razzismo, ma l’educazione.

“Come si educa il talento di un campione ribelle”: richiamo in prima su LA REPUBBLICA per il focus di R2 dedicato a Mario Balotelli (in occasione della sua ultima reazione a “sproposito”. Entrato in campo contro il Barca sbaglia il primo passaggio, il pubblico lo fischia e lui insulta i tifosi e alla fine si toglie la maglia). Scrive Gabriele Romagnoli: «L’educazione di un campione presuppone, anzitutto, che un simile fenomeno si affacci», in realtà «siamo passati alle stelle cadenti… due gesti fuori dall’ordinario e oplà: ecco un nuovo astro. Che si riveli meteora è spesso inevitabile», il campione è la «novità per un pubblico annoiato dalla ripetizione». Insomma è questo il tempo dei divi di un minuto e senza meriti. Al contrario «essere campioni è dimostrarlo nel lungo periodo… è crescere guadando avanti e pensando che là è la gloria, mai ora». Un esempio del quasi campione è Cassano: nel suo primo anno alla Roma, «mister Capello, deciso a educarlo, fece sapere che, prima di farlo giocare, voleva insegnargli a stare a tavola. All’ennesimo pranzo in cui quello violava il divieto di uso del cellulare sbottò: “Smettila! Devi maturare e impegnarti. Il talento da solo non basta”. È una banalità eppure è la chiave di tutto… Il talento è una brutta bestia. Averlo è una fortuna e una condanna… La vera dannazione è averne sì, ma un po’». Il talento assoluto, aggiunge Romagnoli, «è una dittatura che non ammette opposizione… Zidane dà di testa in mondovisione alla fine, Balotelli subito: un motivo ci sarà. I talenti sprecati sono talenti sprecati che nessuna educazione poteva spingere oltre». In appoggio Maurizio Crosetti intervista Dino Zoff: “Contro chi è troppo fragile le punizioni non servono” è il titolo. Dice il portiere: «in teoria nessuno è irrecuperabile… Visto quello che Balotelli ha combinato l’altra sera, mi pare evidente che qualche malessere esista. In lui, non nel metodo». Quanto al fatto di essere nero, «la scusa del razzismo ha prodotto giustificazioni di cui il ragazzo non aveva bisogno, e questo gli ha nuociuto».

“Balotelli e l’Inter verso il divorzio” dice il CORRIERE DELLA SERA in prima pagina. Scrive Arianna Ravelli a pag. 63: ««Mario, gira voce che ti vuoi scusare: è vero?». Gli occhi un po’ smarriti cercano il procuratore Raiola, «dov’è Mino?, dov’è?». Senza di lui non dice neanche mezza parola. La risposta è che le scuse non ci sono. «Aspettiamo quelle dei tifosi — scherza Raiola —. Se due che si vogliono bene litigano, o ci si scusa entrambi o si lascia correre e si va avanti». Ma il punto è: avanti fino a quando? La verità è che Balotelli è un giocatore nerazzurro a termine. Sia lui che la società hanno capito che dirsi addio è l’unica soluzione. Per ora, la società lo multerà con la sanzione massima (il 30% dello stipendio). Poi c’è l’accordo di ricucire, ma solo per finire l’anno senza altri colpi di testa. In fondo mancano, se va bene, due partite in Champions, quattro in campionato e la finale di Coppa Italia… Sono sereno— assicura Mario —. Sono pronto a diventare il giocatore più forte del mondo, è il sogno che avevo fin da bambino, non voglio certo rovinarlo». Ma il presidente Massimo Moratti parla di suicidio pubblico: ««Ricucire è difficile, ma non impossibile. La mia volontà è continuare con questo ragazzo, perché ha il talento e il carattere per superare certe cose. Ora cercheremo di rimarginare tutto con la squadra, l’allenatore e la società. Non sto sottovalutando il suo problema, se fa così un problema c’è».  Già, alla fine resta una domanda semplice semplice. Ma perché si è ritagliato il ruolo di guastafeste? Balotelli ha considerato i fischi ingiusti, in generale si sente preso di mira. «Il suo è stato un suicidio pubblico. Lui ha le sue problematiche — continua Moratti —, ma non ci si può fermare al proprio dolore, pensare che ci sono altri con dolori più grandi aiuta». Fra i commenti da leggere quello di Gian Antonio Stella (Mario B. e Renzo B., ragazzi senza maglia): «…Riuscirà Mario «Orso» Balotelli a vincere certe asprezze del suo carattere e ricucire con i «suoi» tifosi che l’altra sera sono arrivati a urlargli insulti di ogni genere ma su tutti «sporco milanista»? Si vedrà. E anche da questo, forse, si capirà se passerà dal ruolo di ragazzone scontroso dallo straripante talento a quello di campione. È quello che sperano quanti in questi mesi si sono schierati senza mai incertezze al suo fianco contro quei teppisti razzisti che dovrebbero essere buttati fuori da tutti gli stadi. Così come solo il futuro dirà se il suo involontario compagno di sparate, Renzo «Trota» Bossi (il copyright è del padre, Umberto: «Se è il mio delfino? Per ora è una trota»), riuscirà a mettersi nel solco del padre. Del quale ha una tale venerazione («È sempre stato il mio modello. Quando lo vedevi passare a Gemonio, dietro c’ero sempre io, con le mani in tasca come lui») da averlo imitato, per ora, nel percorso scolastico (tre bocciature alla maturità lui, tre feste di laurea senza laurearsi il babbo) accidentato…».
 
“Frattura insanabile, può redimerlo Mancini“ titola IL GIORNALE. In questo pezzo, Franco Ordine guarda al presente e al futuro del giovane talento nerazzurro. In queste ultime partite di campionato, l’Inter dovrebbe gestire il rapporto con il giocatore senza provocare ulteriori riflessi sulla stagione: «deve ignorarlo» scrive Ordine «renderlo inoffensivo, non consumarsi in risposte, ripicche, commenti, giudizi, dibattiti. Finirebbero per moltiplicare i rancori esistenti». A fine stagione, poi, la cosa migliore è quella di cederlo al City di Roberto Mancini, l’allenatore che lo ha lanciato all’Inter, e che lo ha «gestito con la tecnica del pugno di ferro nascosto dentro un guanto di velluto». Non è una questione di allenatori né di strategie. Secondo il pezzo “Moratti: «Quello di Balotelli è stato un suicidio pubblico», gli sforzi per ricucire il rapporto e far maturare il giocatore non porteranno a grandi risultati. «Balotelli non cresce, vive il calcio senza empatia, in modo drammaticamente autoreferenziale. Si ha l’impressione che non capisca la fortuna capitatogli addosso e che rischi di perdersi». Proprio l’esatto contrario di Stefano Borgonovo, l’ex giocatore colpito dalla Sla che ieri, alla presentazione del suo libro ha detto: «Se rido io che suono in una sedia a rotelle perché non lo fa lui?».

La GAZZETTA DELLO SPORT si concentra sul caso Balotelli, che oscura la vittoria casalinga dell’Internazionale in Champions League con il Barcellona di Guardiola. Sul sito compaiono due articoli dedicate alle vicende del giovane attaccante. Il primo titola “Balotelli: Sono sempre sereno. E diventerò il migliore del mondo”. «Il giorno dopo la tempesta di San Siro, la maglia gettata, gli insulti ai tifosi, la tentata aggressione da parte di alcuni di questi, Mario Balotelli non si nasconde, e presenzia alla presentazione del libro di Stefano Borgonovo “Attaccante nato”. Mario non vuole entrare nel tema di attualità, ma si dice tranquillo: “Io sono sempre sereno. E sono pronto a diventare il miglior giocatore al mondo, lo sono sempre stato. È da quando sono bambino che ho questo sogno e sono il primo che non vuole rovinarlo”. Stefano Borgonovo gli ha scritto una lettera, in cui gli chiede perché non sorrida. Mario nega di non essere solare: “L’ottanta per cento della mia vita la vivo sotto i riflettori, è normale che non io non possa ridere sempre, specie se le cose non vanno bene. Se la gente vedesse il 20%, si accorgerebbe che sono un ragazzo solare”». Spazio anche all’intervento del patron dell’Inter, Massimo Moratti. L’articolo titola “Moratti su Balotelli: Un suicidio pubblico”. «Più tardi, partecipando alla presentazione del libro di Borgonovo, aggiungerà: «Quello di ieri è stato un suicidio pubblico di Mario, è un ragazzo che ha le sue problematiche in cui non voglio entrare». Però «voglio tenere Balotelli perchè ha un talento straordinario. Il rapporto con i tifosi? Qualche difficoltà ci sarà certamente perchè quella di ieri è stata una cosa nuova. Impossibile ricomporre? L’impossibilità non c’è mai, la mia volontà è di continuare con questo ragazzo che ha talento e carattere. Nella vita bisogna sapere superare gli ostacoli, non diamo giudizi, vediamo di rimarginare le cose. Da subito? Per me sì, anche se dipende da lui. Ho detto che piace a troppe società? Era una battuta. Mi auguro che Lippi oggi si sia convinto a chiamare Balotelli in Nazionale, c’è anche il Milan dietro per quel che mi pare di capire». Anche Lippi interviene sul caso «ho sempre detto che è encomiabile il lavoro dell’Inter per far completare il processo di maturazione a questo ragazzo, evidentemente il processo non è ancora completo. Mourinho lo farà giocare? Lui ha il polso della situazione, la decisione compete a lui e va rispettata». 
La prima pagina della rosa di oggi titola un monumentale “The End”. Si legge nell’occhiello «Super Mario ha chiesto di essere ceduto a fine stagione o farà causa per mobbing». Singolare il virgolettato attribuito a Massimo Moratti «Mi sa che c’è dietro il Milan». 

IL SOLE 24 ORE non si occupa del caso Balotelli sul cartaceo. Sul sito invece il quotidiano economico dedica un link all’affaire interista. “Moratti duro su Balotelli: «Ieri il suo suicidio pubblico». E sul web i tifosi scaricano Mario” a firma di M.Do. «Quello di ieri è stato un suicidio pubblico di Mario, è un ragazzo che ha le sue problematiche in cui non voglio entrare». Non è sbollita la rabbia al presidente dell’Inter Massimo Moratti il giorno dopo il grande successo a San Siro contro i campioni d’Europa del Barcellona. Anzi, la posizione del presidente nerazzurro è ora dopo ora più severa nei confronti del giovane attaccante, scaricato dal pubblico del Meazza al termine di un litigio a distanza, di uno scampolo di partita mal giocato e dopo la scenata della maglia nerazzurra buttata a terra al termine della gara. Moratti ha anticipato che la società prenderà dei provvedimenti nei confronti di Mario, anche se ha auspicato che il giocatore «si reintegri bene nella squadra e con il gruppo». Non sarà un’operazione facile. Il presidente ha detto di non aver fissato alcun incontro con il calciatore o il suo manager Rajola per discutere del futuro di Mario, all’Inter o via dalla squadra, eppure sul web la valanga dei tifosi nerazzurri che vorrebbero consegnarlo come un pacco a un’altra squadra, meglio se all’estero, diventa ogni momento più grande. Qualche voce sparuta (soprattutto di fede milanista) ancora lo difende, ma anche tra gli irriducibili tifosi di Mario, persino quelli che sono iscritti al forum del suo sito ufficiale, prevalgono rabbia e delusione: l’epilogo della trionfale partita dell’Inter contro il Barcellona per loro è davvero difficile da digerire. E pensare che quando Balotelli è entrato in campo nella magica serata milanese, istruito e incoraggiato da Josè Mourinho, gli applausi non sono mancati, ma ora anche quanti si sono sempre schierati dalla sua parte gli girano le spalle. Reazioni forti culminate con la creazione di una pagina di Facebook per “cacciare” Mario dal campionato italiano. “Come può un giocatore” si legge “insultare così i propri tifosi? Balotelli fuori dal campionato italiano. Andasse a giocare in un’altra nazione”. “Se fossi tuo padre ti manderei a lavorare in campagna”, dice qualcuno; “ieri non tornava in difesa e faceva colpi di tacco che alla fine servivano solo per regalare palla al Barca. Le qualità che ha sono immense, la voglia zero”, dice qualcun altro. C’è anche chi cerca di stemperare i toni, pur non nascondendo la delusione: “Non condivido i pesanti insulti a Mario. L’ho sempre difeso. Ma ieri ha sbagliato. In una partita così importante doveva dare il massimo e offrire il suo contributo alla squadra ormai stanca. Invece, passeggiava per il campo come uno spettatore”. C’è infine chi la butta sullo psicologico: “Penso che Mario sia un ragazzo fragile e penso anche che il suo sia solo un comportamento di difesa”. Molti i commenti anche sul nostro sito, che riflettono il trend generale: pochi in difesa di Mario, molti critici che chiedono che se ne vada (magari al Barcellona), che lo contestano perchè non si impegna a dispetto dell’iniziale incoraggiamento del pubblico, perchè è entrato al posto del beniamino Milito e non aiuta i compagni, perchè il talento non è sufficiente, mentre la maglia, i tifosi, la società e i compagni sono sacri. “Vendiamolo”, dice Antonio, tanto all’ Inter quelli bravi ci vengono di corsa perchè vince e strapaga senza problemi”».  

AVVENIRE, nelle pagine dello sport, titola “Balotelli, il guastafeste” e sottolinea come «la splendida vittoria sui catalani» sia stata «macchiata dal gestaccio di Mario», con una maglia a terra, «triste, folle e solitaria», la numero 45 di «Mario Balotelli il supercasinista» che «ha giocato, si fa per dire, un quarto d’ora» con dei «tiri alla viva il parroco che hanno fatto imbufalire il suo tutor stanco Mourinho». Molto duro il pezzo di Massimiliano Castellani, che scrive: «la mala educacion, la chiamano in Spagna, e quella oltre al talento al Mario furioso non manca». 

“Il guastafeste”. LA STAMPA tratta il caso Balotelli nelle pagine dello Sport. Nell’articolo di apertura si lanciano alcune ipotesi: il Milan, il Chelsea che lo corteggia, il Manchester City. Lui «ha lo sguardo lunghissimo sul suo futuro» scrive LA STAMPA, citando le sue parole: «Sono pronto per diventare il giocatore più forte del mondo, il sogno che inseguo fin da piccolo». Del suo futuro imminente, invece, Balottelli non parla. Accanto alla cronaca, LA STAMPA pubblica un ritratto del calciatore: “Fenomenologia di Mario tra “meninos” e bolidi”. Suo malgrado «era diventato il capofila di una generazione, il simbolo di un Paese moderno» scrive il quotidiano di Torino, «non fosse stato così quelli della Lega prima e il becerume da stadio poi non avrebbero sprecato e non sprecherebbero fiato a gridare contro il “negro italiano”». Ma chi è Mario Balotelli?, si chiede LA STAMPA. «Quello che si compra una supercar da 150mila euro (Audi R8) dopo aver chiesto il depliant di una Bentley da 200mila? O quello che passa le vacanze nell’Intercampus in Brasile e gioca per strada con i meninos? La famiglia adottiva l’ha protetto fin che ha potuto, poi il fenomeno gli è scoppiato in mano».

E inoltre sui giornali di oggi:

BURQA
CORRIERE DELLA SERA – “Linea dura di Sarkozy: il burqa sarà illegale in tutta la Francia”. All’iniziativa del presidente francese contro il velo integrale il CORRIERE riserva l’intera pagina 18: «La Francia vieterà in modo rigoroso il burqa negli spazi pubblici. Il disegno di legge del governo sarà discusso all’Assemblea in maggio, ha annunciato il portavoce Luc Chatel al termine del consiglio dei ministri. Lo «spazio pubblico» è concetto più vasto del luogo pubblico. In pratica, la Francia vuole proibire il burqa non solo nell’ambito delle istituzioni e dei servizi (scuole, ospedali, amministrazioni, trasporti), secondo quanto era stato immaginato nella prima fase di un dibattito in corso da mesi, ma anche nei luoghi esposti al pubblico, quali ad esempio uffici, mercati, banche, locali». Due i commenti. Uno a favore, decisamente più in vista, “Quel panno uccide la bellezza sui volti delle donne” dice lo studioso dell’islam Abdelwahab Meddeb e uno contro “«Divieti così estesi sono inapplicabili!”, sostiene lo storico Oliver Roy.

FIAT
IL MANIFESTO – Apertura di giornale sul piano Fiat, con vignetta di Vauro: “Spin off: la Fiat raddoppia.” E un operaio commenta mentre viene cacciato “Una pedata per chiappa”. IL MANIFESTO registra la reazione dei lavoratori al piano. La sorpresa è che il giudizio della Fiom non è del tutto negativo: «È un piano che finalmente propone quanto da noi chiesto a lungo: aumentare la capacità produttiva in Italia». Resta il giudizio negativo sulla chiusura di Termini Imerese.

LA STAMPA – “La Fiat si sdoppia e rilancia”. I vertici del Lingotto hanno presentato il piano fino al 2014: obiettivo produrre sei milioni di vetture nel mondo. Entro sei mesi l’auto sarà separata dal resto del gruppo. Il quotidiano di Torino riserva ancora ampio spazio alla svolta in casa Fiat ed entra nei dettagli del piano industriale, che pare abbia convinto anche i sindacati. Sono arrivate critiche solo dalla Fiom, che ha ribadito che Termini Imerese non va chiusa. «Il livello di investimenti che si vuole destinare all’Italia nei cinque anni è enorme» dice a LA STAMPA l’ad Sergio Marchionne. «Sono 20 miliardi di euro, due terzi di quelli di tutti i business del gruppo a livello mondiale».

FONTI RINNOVABILI
LA REPUBBLICA –  “Il calore umano diventa energia ecco i «pendolari-lampadina»”. Alla stazione ferroviaria di Stoccolma un esperimento molto interessante: i 250mila viaggiatori correndo per prendere il treno riscaldano il palazzo e facendo alzare la temperatura fino a 22 gradi. Anziché aprire le finestre, le autorità che gestiscono lo scalo hanno deciso di convogliare il calore in eccesso nei termosifoni di un palazzo costruito a 90 metri di distanza. Energia economica e rinnovabile… Stesso meccanismo in un grande centro commerciale di Minneapolis.

STIPENDI
ITALIA OGGI – La Svizzera è  la nuova meta per professori universitari e ricercatori. Lo sostiene il pezzo “Svizzera, il prof viene dall’estero”. Con il 45% dei docenti e dei ricercatori che vengono da oltralpe, il sistema universitario svizzero è uno dei più internazionalizzati nel mondo.  Tra i motivi: stipendi alti e buone condizioni di lavoro. Ma non è tutto rose e fiori. I professori devono sottoporsi a valutazione regolari comprese quelle degli studenti.

ADRO
AVVENIRE – L’eco della vicenda di Adro è arrivato fino in Africa, attraverso i missionari. I bambini di Muhuanga e di Bunyatenge, nella RD Congo, si autotassano e mandano 600 euro per far sì che i bambini di Adro abbiano accesso alla mensa. La colletta è stata accompagnata anche da una lettera a Silvano Lancini, l’imprenditore che ha staccato l’assegno da 10mila euro, per dire che anche loro “si uniscono al suo messaggio e al suo gesto”.

DIPENDENZE
LA STAMPA – “La prima volta è con il Viagra”. Un articolo con richiamo in prima pagina lancia l’allarme su adolescenti e Viagra: la pastiglia blu sta avendo un boom fra i giovanissimi, che la assumono per vincere l’ansia da prestazione. Parlano Maurizio Tucci, presidente della società italiana di pediatria preventiva e sociale e Riccardo Gatti, psichiatra e direttore dell’Osservatore dipendenze della Lombardia. Il Viagra ha cominciato a circolare in classe, in discoteca e la sera davanti al pub. I giovanissimi l’acquistano a poco prezzo e la prendono con leggerezza. Carlo, in cura a 16 anni per “dipendenza da Viagra” dice che «è una cosa normale» fra i suoi compagni. La media del primo rapporto è scesa nell’arco di due anni dai 16 ai 14 anni, dice Tucci. «Certo non esiste un momento che valga per tutti in materia di sessualità, ma 14 anni sono davvero pochi per sperare di vivere il sesso senza affanni».  I ragazzi «sono bombardati da messaggi che reclamizzano le pillole» dice Gatti: «quelle per avere più energia, più grinta, più concentrazione, più capacità. I ragazzi di oggi sono nati assuntori». Agli adolescenti, continua Gatti, «manca la voglia di sviluppare le capacità che hanno, perciò cercano una scorciatoia, per arrivare senza fatica e perché non sanno affrontare la paura di sbagliare».

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.