Non profit

Dynamo, solidarietà col segno più

Il sogno di Paul Newman in Italia mette radici e amplia gli orizzonti

di Benedetta Verrini

Da 60 a 750 ragazzi ospitati. Dall’apertura estiva a quella lungo tutto l’anno. E l’ingresso di piccoli malati di patologie neuromotorie. In tre anni la struttura è entrata a pieno regimeIl 2010 è l’anno della sostenibilità, per Dynamo Camp. «Sostenibilità economica e organizzativa, in pieno regime di apertura e di utenza», spiega Serena Porcari, manager della Fondazione Dynamo, la “macchina” che ha portato in Italia il primo villaggio degli Hole In The Wall Camps voluti da Paul Newman e rivolti a bambini affetti da malattie oncoematologiche. Per capire il “salto di qualità” di questo centro, che offre una vacanza gratuita di gioco, divertimento e attività (sportive e creative) per bambini e ragazzi malati e per le loro famiglie, basti pensare che dal 2007, l’anno della sua apertura, al 2009, l’utenza è passata da 60 a 500 ragazzi, «e per quest’anno sono previsti 750 giovani ospiti», spiega Serena Porcari. Una svolta quantitativa ma non solo: i 40 ettari di verde e strutture accessibili che costituiscono il Camp di Limestre, nel pistoiese, hanno aperto i battenti per tutto l’anno e non più solo d’estate. E hanno ampliato la loro offerta anche a favore di bambini con patologie neuromotorie. «La struttura è perfetta per questo tipo d’utenza, perché è stata pensata e progettata senza barriere architettoniche».
Grazie alle risorse del 5 per mille, pari a 58mila euro, Dynamo Camp ha inaugurato le sue prime sessioni invernali, che si sono svolte tra il centro di Limestre e i campi da sci dell’Abetone. E quest’anno l’apertura è diventata costante: aperti nel week end, a Pasqua e ovviamente nei mesi estivi, per i quali l’ente sta realizzando una campagna di sms solidali, per sostenere le vacanze di 200 piccoli malati di tumore che costerà 150mila euro. «L’obiettivo di allargare l’utenza alle patologie e alle disabilità neuromotorie», spiega la manager della Fondazione Dynamo, «ci ha richiesto un profondo lavoro di riprogettazione del percorso che offriamo ai bambini. La “terapia ricreativa” pensata per i piccoli affetti da malattie oncoematologiche tiene conto del fatto che, ad esempio, si stancano facilmente. I bambini con disabilità neuropsichiche hanno spesso l’esigenza contraria».
In un periodo di crisi, far “marciare” una struttura da 2 milioni l’anno è una bella sfida. «Abbiamo investito nell’anno più difficile, il 2009, e vediamo già qualche frutto», assicura Porcari. «Puntiamo sulla segmentazione, su un mix di ricavi fatto da raccolte fondi, progetti con enti pubblici e privati di respiro locale, nazionale e internazionale, oltre ad alcuni “motori profit” in fase di studio». E poi, c’è l'”indotto” di Limestre, che dà la misura della portata di Dynamo Camp come un unicum nel panorama italiano: in esso lavorano più di 100 fornitori, 12 dipendenti, 25 stagionali e la linfa preziosa dei volontari, quest’anno più di 500.

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