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Doppiette, respinto il blitz
Limitato alla prima decade di febbraio l'allungamento del calendario venatorio. Soddisfatte le associazioni
di Redazione
L’aula della Camera ha approvato l’art.43 della legge comunitaria, relativo alla caccia. In precedenza, era stato approvato, con un’intesa bipartisan, un subemendamento che estende di dieci giorni, a determinate condizioni, il calendario venatorio.
Il testo licenziato dalla Camera con le modifiche all’art. 43 della legge Comunitaria del 2009, prevede infatti che i calendari della stagione venatoria potranno essere prolungati dalle Regioni che ne faranno richiesta “non oltre la prima decade di febbraio” previo parere obbligatorio dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) che fa capo al ministero dell’Ambiente. D’altra parte, nei giorni scorsi, il subemendamento approvato la scorsa settimana dalla Commissione agricoltura, aveva destato una vera e propria levata di scudi, in quanto non veniva fissato un limite temporale all’estensione della stagione della caccia oltre il 31 gennaio. E perfino una trentina di parlamentari del Pdl aveva dichiarato il proprio dissenso alla norma scrivendo al Premier.
Oltre naturalmente ad animalisti e ambientalisti, che hanno presidiato piazza Montecitorio da quando e’ iniziato l’esame del testo, non solo dall’opposizione. In materia di caccia, la Commissione europea ha aperto una procedura d’infrazione contro l’Italia per cattivo o incompleto recepimento della Direttiva sulla protezione degli uccelli selvatici, ma in sostanza per l’uso reiterato e non regolato di deroghe alla chiusura della stagione venatoria da parte delle Regioni.
Il testo che e’ arrivato all’Aula della Camera consegna comunque un ruolo istituzionale all’Ispra: “Ferme restando le disposizioni relative agli ungulati, – si legge – le Regioni possono posticipare i termini in relazione a specie determinate e comunque non oltrepassando, come termine conclusivo della stagione venatoria, la prima decade di febbraio, e, allo scopo, sono obbligate ad acquisire il preventivo parere di validazione delle analisi scientifiche a sostegno delle modifiche da apportare, espresso dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), sentiti gli equivalenti Istituti regionali ove istituiti e riconosciuti dalla Commissione europea, al quale dovranno uniformarsi. Il preventivo parere dovra’ essere reso entro trenta giorni dal ricevimento della richiesta”.
“Il Parlamento ha corretto una pericolosa deriva che voleva la caccia fuori dalle regole”, ha commentato il responsabile della green economy del Pd, Ermete Realacci. “E’ un risultato positivo, che non sarebbe stato possibile raggiungere senza la sensibilità dimostrata da un gruppo di parlamentari della maggioranza nei confronti dei temi ambientali. Ora basta con i colpi di mano della minoranza estremista che, contro il volere della maggior parte degli italiani, pretendeva di dare il via libera alla caccia senza freni”.
“Ha prevalso il senso di responsabilità nel Parlamento e nel Governo che ha evitato di estendere la stagione venatoria senza limiti certi e respinto una vera e propria deregulation venatoria.”
Lo dichiarano le associazioni Altura, Amici della Terra, Animalisti italiani, Cts, Enpa, Fare Verde, Greenpeace, Memento Naturae, No alla caccia, Lav, Legambiente, Lida, Lipu, Mountain Wilderness, Oipa, UNA, Vas, WWF Italia
“L’articolo”, scrivono le associazioni, “recepisce correttamente molte delle richieste avanzate dalla Commissione Europea con la procedura d’infrazione 2006/2131 e consente all’Italia di attrezzarsi meglio per gli imminenti giudizi della Corte di Giustizia Europea”.
“Dal punto di vista sostanziale, l’articolo introduce importanti novità sotto il profilo della tutela della natura e degli animali selvatici, come una maggiore protezione degli habitat naturali e il divieto di caccia durante i periodi di riproduzione e migrazione degli uccelli”.
“Resta il rammarico per l’indebita concessione alle doppiette rappresentata dalla possibilità di deroga regionale al calendario venatorio, seppure contenuta alla sola prima decade di febbraio e sottoposta al parere dell’ISPRA”.
“Con il voto odierno”, concludono le associaizoni, “la Camera dei Deputati ha tuttavia ribadito il suo chiaro no a “caccia selvaggia” e messo la parola fine ai tentativi di stravolgimento della legge sulla tutela della fauna”.
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