Una campagna a favore della poligamia che mira a “combattere il nubilato” e a “proteggere le vedove e le divorziate”. E’ questa l’iniziativa, prima nel suo genere, lanciata in Egitto dall’associazione locale ‘Wifaq’, secondo quanto riferisce il quotidiano kuwaitiano ‘Al-Ray’. Con un volantino diffuso nelle moschee e nei caffé dei quartieri popolari del Cairo e di Alessandria, l’associazione ha annunciato di aver dato il via ai colloqui tra uomini sposati e donne vedove, divorziate o nubili che desiderano unirsi in matrimonio e che non hanno nulla in contrario ad accettare lo status di seconda moglie. E’ uno scopo “altamente sociale” quello che si prefigge l’associazione con questo servizio. Un problema, quello del nubilato, che “può essere risolto solo con misure coraggiose”. Secondo il volantino, “non si può continuare a nascondere la testa sotto la sabbia, respingendo senza alcun motivo ciò che Dio ha reso lecito per motivi sociali”. La reazione della ‘controparte’ femminile non si è fatta attendere e un gruppo di associazioni per i diritti delle donne ha presentato ben 14 ricorsi al procuratore generale egiziano perché vieti immediatamente la campagna a favore della poligamia, che rischia di rafforzare la discriminazione e la disparità tra i sessi.
“Se anche la sharia ha dato all’uomo il diritto di sposare più di una donna, la stessa sharia e la legge puniscono l’uso arbitrario di un diritto”, ha detto l’avvocato Ahmad Abd al-Mawjud, che assiste una delle organizzazioni contrarie all’iniziativa. Senza contare che l’attività di ‘Wifaq’ è tutt’altro che benefica, dal momento che “il servizio costa 100 ghinee”, pari a circa 14 euro. “Una somma molto elevata” se rapportata al potere d’acquisto dell’egiziano medio, ha sottolineato l’avvocato.
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