Cultura

Riservare progetti per i disabili? “Effetti devastanti”

In un documento congiunto Fish, Cnesc e Forum nazionale per il servizio civile speigano la loro contrarietà alla proposta di riservare il 20% dei posti del bando per la disabilità

di Daniele Biella

“L’ipotesi di riservare una quota di posti di Servizio civile nazionale per progetti in favore di persone con disabilità avrebbe effetti ‘devastanti'”. E’ quanto affermano in un nuovo documento congiunto Fish, Federazione staliana per il superamento dell’handicap, Cnesc, Conferenza nazionale enti per il servizio civile e Forum nazionale per il servizio civile. 

‘Partecipazione e inclusione sociale delle persone con disabilità attraverso il Servizio civile nazionale’, questo il titolo del documento che le tre organizzazioni hanno  inviato ai membri della Commissione affari costituzionali del Senato, che deve pronunciarsi in merito alla riforma del servizio civile davanti al sottosegretario con delega Carlo Giovanardi, che ha accolto la proposta di riservare il 20% dei progetti di Scn per i disabili gravi, contenuta nel disegno di legge di riforma.

“Già oggi oltre il 20% dei volontari avviati ogni anno al servizio civile sono impiegati in progetti nell’area della disabilità, e quindi l’introduzione di una riserva si motiva solo con l’idea, a nostro avviso errata, che la garanzia di potenziali posizioni di SCN possa sopperire alle lacune del sistema di welfare”, spiegano nel testo (che si può scaricare in alto a sinistra) le tre organizzazioni che al loro interno raggruppano decine di enti del Scn.

Ancora, Fish, Cnesc e Forum si soffermano sulla norma in vigore oggi, ovvero la riserva del 2% dei posti per l’accompagnamento alle persone cieche e ai ‘grandi invalidi’, che presenta “una grave disparità di trattamento tra enti accreditati poiché la lista delle persone disabili a cui offire servizio non è né gestia né monitorata da un organismo pubblico centrale”. Una soluzione? “La risposta si deve trovare nella piena attuazione della legge 104, consapevoli che si sta ‘usando’ il servizio civile come retaggio della precedente normativa legata alla leva obbligatoria che niente ha a che vedere con il Servizio Civile Nazionale”.

Il risultato, per le tre organizzazioni, è una “modalità impropria su cui serve approfondire e costruire un’alleanza di forze perché, senza intaccare la ordinaria progettualità e aprendo all’accesso anche di altre organizzazioni, anche modificando le leggi 288 e 289/02, si possano meglio soddisfare le pressanti necessità”.

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