Politica

I cristiani arabi liberi solo in Marocco

Di libertà di culto parleranno i vescovi delle Chiese Cattoliche del Maghreb domani a Rabat

di Redazione

Mentre il Marocco è il paese arabo musulmano con meno restrizioni sulla libertà di culto delle minoranze, secondo il report “Global Restrictions on Religions”, 5 milardi di fedeli nel mondo non sono liberi di professare in libertà la loro religione.

Prenderà il via domani a Rabat una riunione dei vescovi delle Chiese cattoliche del Maghreb arabo, nel corso della quale sarà discussa «in modo particolare l’espulsione dei missionari cristiani e le difficoltà che questi incontrano nell’esercizio del culto», come si legge in un comunicato degli organizzatori, rilanciato oggi dal quotidiano algerino ‘El Khabar‘. L’incontro, che durerà quattro giorni e che vedrà riuniti i vescovi cattolici di Algeria, Tunisia, Marocco, Libia, Mauritania e Sahara occidentale, doveva svolgersi oggi ad Algeri, ma è stato trasferito a Rabat «a causa degli ostacoli incontrati nell’ottenimento dei visti di ingresso in Algeria» da parte di alcuni ospiti dell’evento, come hanno riferito fonti della diocesi di Algeri. Un’affermazione, questa, che riflette la crisi in corso tra il nuovo arcivescovo della capitale algerina, Bader Ghaleb, e i responsabili del ministero degli Affari religiosi, secondo i quali il prelato, di origini giordane, «ha danneggiato grandemente le relazioni calme ed equilibrate che erano state create nel corso di lunghi anni dai suoi predecessori». Il riferimento è all’arcivescovo Henri Teissier, che nel 2008 ha dato le dimissioni dopo 20 anni di servizio. Secondo le autorità ministeriali, il vescovo Ghaleb «si è dedicato, appena arrivato, a rilasciare dichiarazioni sbagliate e mirate» nelle quali accusava l’Algeria di ostacolare la libertà di culto dei cristiani, in particolare con la famosa legge del 2006 sull’esercizio dei culti non musulmani. Una norma che «è stata varata molto prima del suo arrivo» e che «non ha trovato una simile ostilità da parte dei suoi predecessori», i quali «avevano compreso che serviva solo a organizzare e tutelare i luoghi di culto», hanno detto le fonti del ministero. Tuttavia, stando a ‘El Khabar’, la crisi non riguarda solo l’Algeria e riflette un panorama di relazioni difficili tra cristiani e musulmani in Nord Africa. Le autorità marocchine hanno infatti deciso di recente di espellere alcuni religiosi cristiani, accusati di sfruttare la povertà di alcune famiglie per convincerli alla conversione dall’Islam al Cristianesimo. Questo ha spinto centinaia di ulema marocchini a rompere per la prima volta il silenzio su questo fenomeno, diffondendo un comunicato in cui si sono dichiarati favorevoli alle misure di espulsione del governo di Rabat.

Nonostante l’espulsione dei religiosi cristiani, secondo il ”The Pew Forum on Religion & Political Life”, un think tank impegnato nell’analisi e nel monitoraggio dei trend socio-religiosi globali con sede a Washington, il Marocco vanta il più altro indice della libertà di culto presente nel mondo arabo. I non musulmani in Marocco sono l’1% della popolazione, poco più di 300 mila su un totale di 32 milioni. I marocchini di fede ebraica costituiscono lo 0.2% mentre i cristiani lo 0,8%, circa 100.000 persone.  Tra Casablanca, Marrakech e Rabat, ci sono 26  Chiese e Sinagoghe. In Marocco i non musulmani, si legge nel recente report “Global Restrictions On Religion vivono tra marocchini di fede islamica praticando i riti stabiliti dalle loro religioni in totale libertà e non in segreto o sentendosi minacciati come accade in altri paesi in medio oriente.

L’Arabia Saudita è il paese in cui gli indici di ostilità contro altri culti toccano i picchi massimi. Ma anche Pakistan, Indonesia, Egitto ed Iran vantano indici complessivamente molto negativi. In Egitto, le restrizioni alla libertà religiosa si abbattono soprattutto sui cristiani copti, che rappresentano circa il dieci per cento della popolazione.

 In linea generale, però, se si guarda fuori dall’area medio orientale, la libertà di culto incontra ostacoli ovunque. Il 70 % dei 6,8 miliardi della popolazione mondiale vive in nazioni con alti o altissimi limiti alla libertà di religione.


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