Non profit

Dagli artigiani arriva la formazione all’assistenza

Il 17 aprile la Giornata promossa da Anap Confartigianato

di Maurizio Regosa

È uno degli obiettivi che si propone la campagna.
Per sostenere le famiglie, sulle cui spalle oggi ricade tutto il peso della malattia. Come spiegano i promotori. Che propongono anche
un questionario, per orientare gli utenti e dare informazioni importanti
a chi fa ricerca
Una giornata dedicata all’Alzheimer. La terza organizzata da Anap Confartigianato in un numero crescente di piazze italiane. «Da tempo ci siamo resi conto dell’impatto che i disturbi cognitivi hanno sulle persone e sulle loro famiglie», spiega Fabio Menicacci (nella foto), segretario generale dell’Anap, «e abbiamo deciso di contribuire con una campagna di sensibilizzazione che ha una tappa principale il 17 aprile, Giornata della predizione e prevenzione, intitolata “Senza ricordi non hai futuro”». Principale ma non unica: «In realtà si tratta», aggiunge Menicacci, «del momento culminante di un percorso». Da una parte infatti i volontari Anap distribuiscono materiale informativo alla popolazione, ai soci e ai loro familiari, proponendo loro la compilazione di un questionario informativo; dall’altra una squadra guidata da Vincenzo Marigliano, primario di Geriatria e docente dell’università La Sapienza di Roma, lavora per mettere a sistema le informazioni raccolte (Anap contribuisce anche finanziando tre dottorati di ricerca per un periodo di tre anni, presso la medesima università).
«L’importante non è solo raccogliere informazioni sullo stile di vita, le condizioni di salute, le possibili problematiche, ma anche far sì che le persone possano ricevere una lettura ragionata delle loro risposte», precisa Menicacci. In pratica coloro che decidono di partecipare a questa indagine hanno “in cambio” una valutazione a posteriori delle loro risposte. «Un modo per metterli sull’avviso per eventuali rischi, mettendoli al contempo in contatto con i più vicini reparti geriatrici».
Nel contempo però tutto il materiale raccolto finisce in una banca dati, curata dalla Sapienza: analizzando le risposte attraverso appositi indicatori riguardanti fattori genetici, sociali e familiari, si cerca così di creare un quadro complessivo dell’eventuale predisposizione nei confronti di disturbi cognitivi di tipo degenerativo, con particolare riferimento al morbo di Alzheimer. «Fin da subito abbiamo pensato di metterci al servizio della ricerca. Nel corso della Giornata saranno comunicate già alcune risultanze dei precedenti questionari», puntualizza Menicacci. Per esempio il ruolo delle condizioni generali e degli stili di vita. «Il 43,9% degli intervistati», fa sapere Vincenzo Marigliano, «è in sovrappeso e il 17% è obeso. Dati a dir poco allarmanti, in considerazione del ruolo fondamentale che il peso corporeo riveste nell’insorgenza e nella progressione delle malattie cardiovascolari e metaboliche, le quali sono, a loro volta, un elemento fondamentale della progressione del declino cognitivo». Si diceva però che la Giornata è una tappa non un punto d’arrivo. Il progetto prevede infatti altri passaggi fondamentali: «Attualmente i costi sociali dell’Alzheimer, circa 15 miliardi l’anno, sono in gran parte sulle spalle dei nuclei familiari che vengono sconvolti da questa malattia. Abbiamo calcolato che ogni famiglia colpita ha un carico economico di circa 50mila euro».
Per dare un contributo a questo disagio Anap intende promuovere una serie di eventi formativi e informativi destinati in modo specifico ai famigliari dei pazienti (l’obiettivo è creare un modello di “formazione all’assistenza” replicabile su tutto il territorio nazionale, in grado di fornire agli utenti una serie di conoscenze e competenze in materia geriatrica/medica, ma soprattutto di supporto psico-fisico alle persone affette da patologie complesse quali il morbo di Alzheimer e le demenze senili in genere). Anap Confartigianato sta però anche lavorando per strutturare una rete di sostegno offrendo ai suoi soci e ai suoi familiari convenzioni con realtà specializzate nell’assistenza socio-sanitaria (in particolare le cooperative sociali). «Non avrebbe senso che la nostra associazione si occupasse direttamente di creare questo tipo di servizi: molto meglio creare collegamenti con quei soggetti che se ne occupano da anni, sottoscrivendo convenzioni che consentano ai soci interessati di avere servizi di qualità a costi sostenibili», conclude Menicacci.

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