Si chiama Corpi da gioco (Elledici, 2010, 12 euro) e racconta da dove nasce l’impegno di don Fortunato Di Noto e della sua associazione, Meter, parola di origine greca che significa “accoglienza, grembo”. Nel libro-intervista con il giornalista Antonio D’Anna c’è quello che in un processo, per forza di cosa, viene scartato. Come sostiene Simona Lo Iacono, magistrato che introduce il lettore nelle prime pagine del volume: «È la voce di molti nomi senza nome, senza passato, senza tribunali. È la letteratura degli ultimi. La affiancatrice più potente dei destini violati. È il processo che non può esistere. Quello che raccoglie resti». Nel libro non manca un capitolo dedicato ai sacerdoti che, con il loro comportamento indegno, hanno infangato la Chiesa e disonorato dei bambini; e i rimedi che la Santa Sede, con la legge canonica, sta coraggiosamente portando avanti nonostante mistificazioni e accuse di omertà.
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