Non profit

Ok dell’Aifa al Besta per i farmaci cellulari

La Fondazione Istituto Neurologico ‘Carlo Besta’ produrrà vaccini anti-tumorali per uso autologo per il trattamento del glioblastoma multiforme, il tumore cerebrale più frequente

di Redazione

L’Unità Produttiva per Terapie Cellulari (Uptc) della Fondazione Irccs Istituto Neurologico ‘Carlo Besta’ ha ottenuto l’autorizzazione da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) per la produzione di farmaci cellulari per uso clinico sperimentale divenendo la prima officina farmaceutica in una struttura monospecialistica in ambito neurologico.

L’UPTC è parte del Dipartimento malattie cerebrovascolari diretto dal dottor Eugenio Parati e ha connessioni trasversali con diversi Dipartimenti dell’Istituto, neurochirurgia, malattie cerebrovascolari, neuroncologia, malattie neurodegenerative, malattie autoimmuni, servizio di plasmaferesi, costituendo così di fatto un Centro per le terapie cellulari. «L’esigenza di realizzare una struttura per Terapie cellulari avanzate all’interno della Fondazione Besta – spiega Giuseppe De Leo, direttore generale della Fondazione Istituto Neurologico Carlo Besta – ha imposto la necessità di intraprendere un percorso di adeguamento formativo e strutturale alle normative GMP (good manufacturing practice)».

Ciò ha comportato negli anni un susseguirsi di attività edili che a partire da una fase progettuale e attraverso una ridistribuzione degli spazi interni esistenti, ha consentito la realizzazione di una “officina farmaceutica” con aree classificate denominato Unità produttiva per terapie cellulari – Uptc. In tale sito vengono prodotti farmaci cellulari con finalità terapeutica nell’ambito di protocolli clinici approvati dall’Istituto Superiore di Sanità grazie alla presenza di personale specificamente formato e qualificato sotto la responsabilità di una “Qualified person, la dottoressa Simona Frigerio, formalmente autorizzata dall’autorità competente.

Nell’ambito di tale struttura, il protocollo meglio delineato è rappresentato dalla produzione di vaccini anti-tumorali per uso autologo, cioè utilizzabili solo dallo specifico donatore delle cellule con cui il vaccino è stato realizzato. Tali vaccini saranno usati per il trattamento del tumore cerebrale maligno più frequente, il glioblastoma multiforme nell’ambito di due sperimentazioni cliniche approvate da Aifa e coordinate dal dottor Gaetano Finocchiaro, direttore del Dipartimento di neuro-oncologia e della Unità operativa neurologia 8-neuro-oncologia molecolare. «Dopo l’intervento chirurgico – spiega Gaetano Finocchiaro -, il trattamento con radioterapia e chemioterapia, il glioblastoma tende a riformarsi, a recidivare. In queste condizioni non esiste al momento un trattamento la cui efficacia sia condivisa da tutti gli specialisti che agiscono in ambito neuro-oncologico. La vaccinazione anti-glioblastoma a cui lavorerà la UPTC, è basata sull’uso di cellule dendritiche (DC), cellule molto potenti del nostro sistema immunitario che sono presenti nel sangue periferico» 

«Quello che ci si attende – aggiunge Finocchiaro –  è che le DC possano spostarsi dal punto di inoculo ai linfonodi vicini dove attiverebbero dei linfociti   trasformandoli da “naive” in linfociti citotossici (CTL) che possono attaccare parte delle cellule tumorali e distruggerle. La procedura di vaccinazione è stata inizialmente verificata in sperimentazioni su modelli animali, coordinate dalla dottoressa Serena Pellegatta, e poi utilizzata in esperienze cliniche preliminari al Besta, con risultati incoraggianti».

«Al momento conclude Eugenio Parati – è in corso una sperimentazione negli Usa, coordinata dalla dott.ssa Linda Liau della University of California Los Angeles. La sperimentazione che inizia al Besta si affiancherà a questa».

La terapia cellulare apre al Besta la nuova frontiera della medicina molecolare e cellulare proprio in un settore di confine fra le due discipline dove più attiva è la ricerca scientifica: la neurologia e l’oncologia. Entriamo in una nuova fase scientifica in cui accanto a farmaci tradizionali con un effetto ad ampio spettro si affiancano con farmaci di nuovo tipo che hanno come bersaglio alterazioni genetiche specifiche che, dopo il completamento del grande progetto di definizione della sequenza del genoma umano, siamo in grado di diagnosticare con frequenza crescente. Il progetto Usa in corso, a cui anche il Besta contribuisce, di definizione della sequenza genomica del glioblastoma multiforme, non potrà che arricchire la definizione di nuovi bersagli terapeutici.

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