Non profit

Il Governo se ne lava le mani

Il decreto non verrà abolito. Poste e Fieg contratteranno le nuove tariffe "agevolate". E il non profit?

di Riccardo Bagnato

Nessuna moratoria, nessun dietrofront. Il Governo passa la palla alle Poste, che guideranno i tavoli tecnici con gli editori: le nuove tariffe che verranno concordate avranno validità retroattiva dal 1 aprile 2010.

Si è aperto così ieri il primo tavolo, a cui il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, ha convocato gli editori. Presenti il sottosegretario con delega all’editoria Paolo Bonaiuti, il ministro allo Sviluppo Claudio Scajola, e il viceministro alle comunicazioni Paolo Romani. Al tavolo, inoltre, anche l’amministratore delegato delle Poste, Massimo Sarmi, Fieg e Fnsi.

Saranno infatti le Poste a trattare direttamente con chi ritiene di poter o dover avere tariffe agevolate, in vista dell’imminente cessazione del monopolio: “se Poste vuole tenersi i grandi clienti, deve prendere accordi con loro” è in sostanza la posizione del Governo. Pena la migrazione verso altri vettori.

Dal canto suo, la Federazione nazionale stampa italiana ha chiesto all’Esecutivo “che ogni sforzo sia fatto per evitare che sulle aziende editoriali si scarichino costi aggiuntivi fino al momento in cui sarà stato raggiunto tra le parti un accordo sulle nuove tariffe”.

Sembra dunque questa la strada tracciata dal Governo che, a detta dei suoi rappresentanti, ha semplicemente preso atto dell’esaurimento dei cinquanta milioni di euro stanziati per il 2010 già nel primo trimestre dell’anno a disposizione per compensare le tariffe agevolate e “risarcire” le Poste.

Durante l’incontro l’ad Massimo Sarmi ha assicurato la propria disponibilità a siglare singole convenzioni che riportino le tariffe per la spedizione di quotidiani e periodici a livelli esistenti prima del 31 marzo. Rimane da capire con chi? Sulla base di quali criteri o principii? Per ora, ad esempio, nulla è stato detto per il non profit, dove alcuni big potrebbero riuscire a strappare convenzioni ad hoc (ammesso e non concesso che la strada sia veramente questa, e che venga adottata anche per il non profit), ma il restante popolo del Terzo settore?


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