Welfare

Bocciata la mozione del Pd

La Camera ha invece approvato la mozione di Pezzotta

di Sara De Carli

La Camera ieri ha discusso e votato alcune mozioni in materia di immigrazione, legate ai fatti di Rosarno, che hanno evidenziato l’esistenza nel nostro Paese di sacche di sfruttamento del lavoro e di situazioni di pesante degrado umano e sociale.

Bocciata la mozione firmata la Livia Turco (tra gli altri anche Jean Leonard Touadi), approvata quella a firma di Savino Pezzotta.

La mozione Turco prevedeva, tra l’altro, l’impegno per il Governo a una rigorosa applicazione della normativa vigente, in modo particolare dell’articolo 18 del decreto legislativo n. 286 del 1998, che prevede un permesso di soggiorno per le persone che denunciano i propri sfruttatori, prevedendo anche l’introduzione nel nostro ordinamento del reato per grave sfruttamento del lavoro e a semplificare l’applicazione dell’articolo 23 del decreto legislativo n. 286 del 1998 relativamente alla formazione di personale all’estero da parte delle aziende e a introdurre lo strumento dello sponsor per la ricerca di lavoro attribuito a soggetti collettivi, come i sindacati, associazioni di imprenditori e istituzioni pubbliche.

La mozione Pezzotta invece, approvata, impegna il Governo:

– ad assumere iniziative per l’adeguamento della disciplina dell’ingresso dei lavoratori extracomunitari alle esigenze del mercato del lavoro italiano e a procedere urgentemente ad un nuovo «decreto flussi»;
– ad operare controlli ispettivi di maggiore intensità, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, al fine di debellare il fenomeno dello sfruttamento del lavoro degli immigrati clandestini;
– a promuovere campagne di sensibilizzazione atte ad impedire ogni forma di sfruttamento del lavoro di immigrati irregolari e a sostenere le organizzazioni della società civile impegnate nell’aiuto umanitario e solidale alle vittime dello sfruttamento;
– a promuovere in tempi rapidi il recepimento delle direttive 2009/52/CE e 2008/115/CE;
– ad attuare lo strumento della protezione sociale per le vittime di tratta e di traffico di persone, come previsto dall’articolo 18 del Testo unico sull’immigrazione;
– a favorire strumenti, a livello nazionale e comunitario, per l’ingresso regolare e protetto di richiedenti asilo e rifugiati;
– a sollecitare nelle competenti sedi la realizzazione di una conferenza Unione europea-Africa sulla migrazione e lo sviluppo dei Paesi maggiormente interessati dal fenomeno migratorio, in continuità con quella realizzata a Tripoli nel 2006.

«Il no del governo alla nostra mozione sull’immigrazione è un’occasione mancata per dare risposte concrete agli italiani su un problema importante e complesso come quello dell’immigrazion», ha detto Livia Turco. «Abbiamo avanzato proposte concrete alle quali però la maggioranza ha risposto con un no pregiudiziale. Sfidiamo l’esecutivo, ora che la campagna elettorale è finita, a passare dagli slogan alla realizzazione di concreti atti a favore dell’integrazione dei nuovi italiani. Varate, dunque, il piano nazionale per le politiche d’integrazione come chiesto dai Comuni e annunciato come imminente dal ministro Sacconi a metà febbraio. È necessario intervenire subito su alcuni obiettivi immediati come il disagio abitativo e l’inserimento scolastico e lavorativo».

«Il no del governo alla nostra mozione sull’immigrazione è un ennesimo atto di irresponsabilità. Non è possibile continuare ad ignorare l’esistenza nel Paese di intollerabili sacche di sfruttamento e di pesante degrado umano e sociale che favoriscono la criminalità e la diffusione del lavoro nero. Solo attraverso una seria revisione delle politiche migratorie e di integrazione è possibile contrastare questa insostenibile situazione», ha detto invece il deputato democratico Jean Leonard Touadi.


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