Salute
La pecora nera diventa un film
Iniziate a Roma le riprese. Ascanio Celestini: «Il mio è un film sul manicomio che c'è ancora»
di Redazione
Uno spettacolo teatrale, un libro e ora un film. La pecora nera, cioè la ricerca di Ascanio Celestini nel mondo dei matti e degli ospedali psichiatrici, ora diventa un film con lo stesso Celestini, Giorgio Tirabassi e Maya Sansa. L’idea è di portarlo a Venezia.
Le riprese sono iniziate il 15 marzo a Roma, nell’ex manicomio di Santa Maria della Pietà. Il monologo di Celestini diventa una storia corale, che arriva fino ai nostri giorni. Perché Celestini non vuole parlare «della fine di un manicomio, io racconto il manicomio che c’è ancora come pensiero e ideologia psichiatrica. L’elettroshock esiste ancora, gli psicofarmaci si usano più oggi che al tempo della 180. Basaglia parlava del manicomio per parlare di un istituto e di un meccanismo repressivo che si ritrova pari pari al carcere o alle scuole elementari, dove si fa la lista di buoni e cattivi, dove il maestro ha il registro dalla parte del manico e il primo insegnamento è che c’è un’autorità da rispettare, tanto che esiste il voto in condotta».
Cioè, per dirla ancora con lui, «il mio film dice quanto è banalmente normale il manicomio».
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