Welfare

Se anche i Tribunali di sorveglianza condannano le carceri

di Redazione

Tribunali di sorveglianza sul sovraffollamento
Il Tribunale di sorveglianza di Cuneo, accogliendo il reclamo di due detenuti reclusi in una cella di 9,35 metri quadri, ha invitato l’amministrazione a trasferirli in un istituto meno affollato. Ma che succederà ora se altri detenuti si rivolgeranno ai magistrati di sorveglianza per veder riconosciuto il loro diritto a una pena che non sia «disumana e degradante»? Intanto, da associazioni come Antigone sono state raccolte centinaia di richieste per la presentazione di ricorsi alla Corte europea sui diritti umani contro il sovraffollamento negli istituti di pena. Sul nostro Paese rischia così di rovesciarsi una valanga di sentenze, un atto d’accusa spietato contro l’incapacità di pensare a pene meno centrate sul carcere.
Reinserimento dei detenuti, l’esempio Angola
«La costruzione di nuovi penitenziari, la formazione accurata delle risorse umane, il miglioramento dei servizi e l’adozione di politiche di formazione e reinserimento dei prigionieri sono le priorità del ministero per il 2010. Serve un’unione degli sforzi di tutta la società per sostenere il reinserimento sociale dei detenuti, che è la condizione necessaria per scongiurare recidive». Ma quale ministro parla con tanta convinzione del reinserimento, di quale Paese? Dell’Italia? In realtà, a parlare è Zau Bamoquina, viceministro competente per le carceri dell’Angola, e a citare il suo intervento, con l’auspicio che anche l’Italia, ricordandosi della sua Costituzione, imiti l’Angola, è la Polizia penitenziaria, nel suo sito www.polpen.it.
Quanti detenuti devono suicidarsi?
Già 15 suicidi dall’inizio dell’anno.. Ecco una riflessione angosciata di un detenuto che richiama tutti, personale, detenuti, medici alla loro responsabilità di fronte al degrado delle carceri: «Mi domando allora: quanti altri detenuti devono suicidarsi perché chi si occupa di sanità penitenziaria capisca che ci vuole finalmente un servizio serio, una vera presa in carico della persona malata? Stamani, nel carcere di Padova si è consumata un’altra tragedia, che domani sarà solo un numero da aggiungere alla statistica delle morti in carcere. Stamani ho avuto anche la percezione che qualcuno tirasse, forse inconsciamente, un sospiro di sollievo ricordando le urla notturne di Giuseppe».

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