Politica

Un blitz da pochi centesimi, che pesa come un macigno

di Redazione

Se non credevate possibile che un servizio essenziale come quello prestato da Poste italiane aumentasse del 500% in un colpo solo, ricredetevi. In questa Italia sempre più patria dei blitz, del moment by moment, del fare ora e del programmare chissà, la tariffa per le spedizioni postali del non profit è lievitata da 0,05 euro (costo unitario per grandi quantità) a 0,283. È accaduto per scelta congiunta di due ministri, Giulio Tremonti e Claudio Scajola e del sottosegratrio per l’editoria Paolo Bonaiuti: martedì prima di Pasqua (era il 30 marzo) hanno messo a punto e poi inviato alla Gazzetta Ufficiale (che lo ha pubblicato il giorno dopo) un decreto di due soli articoli per dire addio alle agevolazioni introdotte anni fa a favore dell’editoria e del non profit. «Le tariffe agevolate per le spedizioni di prodotti editoriali… continuano ad applicarsi fino al 31 marzo 2010». Poche asciutte parole ma dall’effetto immediato, come sanno quelle organizzazioni di terzo settore che il giorno dopo hanno cercato di spedire la loro corrispondenza. Hanno ricevuto un «niet».
E non era, come qualcuno ha pur ingenuamente pensato, un pesce d’aprile. Erano gli effetti di una decisione freddamente “tecnica” (di controllo dei conti pubblici) la cui gestazione è stata in realtà lunga e molto riservata. Una scelta che ha preso corpo nel carteggio fra i due ministeri e le Poste italiane spa capitanate da Massimo Sarmi e controllate (al 65%) da superGiulio. È stato appunto quest’ultimo, il 3 marzo, ad avvertire il suo collega Scajola che i fondi per le tariffe agevolate (50 milioni) non sarebbero stati «sufficienti a coprire gli oneri previsti». Ed è stato Sarmi l’8 marzo a prendere carta e penna per confermare che quelle risorse erano già state utilizzate nel primo trimestre 2010 (pochi giorni dopo avrebbe festeggiato i 904 milioni di utile netto del bilancio 2009, +2,4% rispetto al 2008). Dal carteggio è nata così la “prudente” decisione, luminoso esempio di interventismo nel Paese delle emergenze perenni e continuamente rinviate. Un bel gioco di squadra, non c’è che dire.
A farne le spese in particolare il non profit, per il quale, in una sola notte, le spese postali sono appunto cresciute del 500%. Un balzo che ha colto di sorpresa anche Postel (controllata da Poste offre servizi di direct marketing: ha telefonato ai suoi clienti non profit per dir loro «non ne sapevamo niente») e che ha messo in crisi il terzo settore da sempre abituato a cercare sostenitori e a rendere conto del suo operato, anche e soprattutto per lettera. (M.R.)


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