Formazione

Droga: Don Mazzi, speriamo in un nuovo ministro

Giovanardi è ''piu' che un ministro delle droghe un divoratore di culatelli. E non ha competenze", ha detto don Mazzi alla contro conferenza di Roma.

di Chiara Brusini

”Speriamo che con le elezioni cambi qualcosa, che ci sia un nuovo governo e un nuovo ministro”. Cosi’ don Antonio Mazzi, fondatore di Exodus, ha aperto a Roma, nell’Aula Magna de ”La Sapienza”, la ‘contro conferenza’ sulle tossicodipendenze promossa dalla campagna nazionale ”Non incarcerate il nostro crescere” che raccoglie 40 organizzazioni nazionali del mondo sindacale e del terzo settore che hanno disertato la conferenza governativa in corso a Palermo.

Duro il giudizio di don Mazzi sulla conferenza governativa, sulla gestione delle politiche antidroga nel nostro Paese e in particolare sul ministro Giovanardi, che lo aveva accusato di essere ”un cattivo maestro”. Don Mazzi ha definito Giovanardi ”piu’ che un ministro delle droghe un capitan uncino, un divoratore di culatelli. E non ha competenze”.

Non e’ mancato quindi da parte di don Mazzi un attacco frontale a don Gelmini che da Palermo ha criticato chi ha disertato la conferenza. ”Un castellano di corte assunto al posto di Baget Bozzo che prende 5 mln per svolgere questo ruolo”.

Secondo don Antonio Mazzi il ddl va ritirato ”non fa parte -ha detto- della nostra cultura e delle nostre strategie. Le nuove dipendenze sono diverse, servono quindi strategie e politiche diverse da quelle del ddl”. Le comunita’ terapeutiche, secondo il sacerdote, cosi’ come concepite finora sono superate. ”Hanno fatto il loro tempo. Certo – ha aggiunto – possono servire ancora per una popolazione di tossicodipendenti ‘classici’ ma sono una piccola parte”.

Occorre una seria riflessione anche sui Sert ,che devono avere un ruolo meno sanitario. Alla luce dei cambiamenti nel mondo della tossicodipendenza il sacerdote propone un approccio globale che coinvolga tutte le figure educative e di socializzazione.

”Non bisogna criminalizzare i giovani – ha detto – si devono divertire ma in ambienti sani, il problema non e’ a che ora tornano a casa ma cosa fanno nel tempo libero”. Don Mazzi propone quindi la costituzione di un tavolo cui partecipino le forze sociali, gli imprenditori, gli enti locali, i sindacati e le associazioni del tempo libero. Secondo don Mazzi infine ”ci dobbiamo convincere che con il carcere non si educa e che una societa’ civile ha sempre meno carceri. Occorre pensare a misure alternative”.

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