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Riforma: entro ottobre o mai pi

Obiezione di coscienza. Adesso li vogliono impiegare per proteggere le fontane delle città italiane dagli assalti dei vandali

di Redazione

Adesso li vogliono impiegare per proteggere le fontane delle città italiane dagli assalti dei vandali. La proposta, neanche troppo originale, viene dal comune di Roma, turbato dai recenti fatti di piazza di Spagna. Loro sono gli obiettori di coscienza, chiamati in causa dai politici ogni qual volta c?è da fronteggiare un?emergenza, ma dagli stessi politici dimenticati quando c?è da approvare una legge fondamentale che li riguarda, e che rimbalza tra Camera e Senato ormai da molti anni. Ma questa volta loro non ci stanno. «È la solita vecchia storia», dice Massimo Paolicelli dell?Associazione obiettori nonviolenti, «ma a questo punto non non siamo più disponibili. La legge per la riforma dell?obiezione di coscienza è alla Camera, doveva essere approvata entro l?estate, ma il governo non ha ritenuto opportuno porre la fiducia. Così adesso rimane solo un mese per approvarla: dalla metà di settembre, quando riprenderanno i lavori in Aula, alla metà di ottobre, quando il Parlamento sarà intasato, chissà per quanto, dal lavoro per le riforme della Bicamerale. Se la maggioranza perderà anche quest?ultimo treno, noi inviteremo tutti gli obiettori a non votare alle prossime amministrative». Una forma di protesta che segue la campagna lanciata da Aon e Vita per la rapida approvazione della legge, e sottoscritta da centinaia di personaggi del mondo della cultura e del volontariato, oltre che da migliaia di lettori. Una campagna da rilanciare con vigore, perché al massimo entro metà ottobre la riforma dell?obiezione, dopo anni di inutile attesa, diventi realtà.


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